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Ingrosso

Frutta rovinata per sciopero: in Sardegna appello ai camionisti

Sono 69 i grossisti sardi che chiedono il lasciapassare per i prodotti freschi, facilmente deperibili per il blocco

Frutta e verdura da buttare via se continua lo sciopero dei camionisti. Troppi  danni.  E dai grossisti  parte un appello, firmato da  69 operatori del mercato agroalimentare della Sardegna, per chiedere un lasciapassare per salvare le merci deperibili. Un grido d’allarme per  preservare “l’ortofrutta che ha già varcato il mare e attualmente giace bloccata nei porti sardi e per la merce deperibile che non può raggiungere la penisola”. Al mercato siciliano  di Vittoria (Ragusa) con gli scioperi si sono bruciati 5 milioni di euro, in Sardegna non si vogliono perdere.

I grossisti: “Una corsia preferenziale per l’ortofrutta deperibile”

I camion fermi hanno spinto  69 operatori del mercato agroalimentare della Sardegna a sottoscrivere l’appello rivolto agli autotrasportatori affinché “Creino una corsia preferenziale per i prodotti freschi, facilmente deteriorabili, in arrivo e in partenza da e per la Sardegna”. Non c’è una frattura con i camionisti e infatti si “comprendono le legittime proteste dei trasportatori”, ma i grossisti vogliono scongiurare che gli effetti dello sciopero “ricadano pesantemente sulle aziende del comparto, già duramente colpite dai rincari di gasolio, benzina, energia elettrica e materie prime”.

Paura di “danni incalcolabili per tutta la filiera”

Giorgio Licheri, direttore della Coagri, ovvero l’ente gestore del mercato,  disegna i possibili scenari: “Se i blocchi perdureranno ancora per i prossimi giorni si rischieranno danni incalcolabili per tutta la filiera – spiega  – con aggravi inevitabili per i consumatori finali. Ancora una volta scontiamo le diseconomie dell’insularità che già penalizza il settore incidendo per circa 10 centesimi al chilogrammo e questa forbice adesso potrebbe ulteriormente allargarsi”.  Oltre il danno la beffa: “I prodotti ortofrutticoli – prosegue Licheri – una volta arrivati a maturazione e raccolti devono essere subito consumati per garantire la freschezza e il mantenimento delle proprietà nutritive e organolettiche che vengono meno se la merce viene tenuta ferma per giorni nei camion”.

Mercato salvato dai produttori locali

C’è instabilità ma finora il mercato all’ingrosso ha retto grazie alla disponibilità di piccoli camion, come scritto nei giorni scorsi, e dai produttori locali: “Ogni giorno conferiscono patate, verdure, ortaggi e la frutta di stagione come gli agrumi“.  Una particolarità del mercato sardo che può contare su una buona disponibilità di prodotti locali, anche le fragole.

Il problema sta iniziando a materializzarsi per alcuni articoli: “Per ora non c’è carenza di prodotto – spiega il presidente e responsabile Fedagro, Vincenzo Pisano – ma si registra una riduzione delle scorte dei prodotti di importazione come banane, kiwi e la frutta esotica”. Per fortuna “per ora non si è generata speculazione sui prezzi. Auspichiamo si tratti di un’emergenza solo temporanea – conclude Pisano – e confidiamo in un’azione forte e incisiva da parte delle istituzioni sarde e del Governo per evitare che la giusta protesta degli autotrasportatori causi gravi danni alle aziende”.

La Regione ha dato il sostegno agli autotrasportatori

La lotta è comune, ma in questo momento c’è un problema per i grossisti e le aziende agricole che non vogliono rinunciare al loro reddito. Nei giorni scorsi la Regione con gli assessori del lavoro, Alessandra Zedda, e dei trasporti, Giorgio Todde,  si è schierata con i camionisti: “Abbiamo confermato agli autotrasportatori che saremo al loro fianco per sollecitare una risposta immediata da parte del Governo. La Regione è al fianco del mondo degli autotrasportatori“. Ma dopo qualche giorno di sciopero non è così semplice schierarsi, visto gli effetti negativi per il settore ortofrutticolo.

La situazione in Sardegna ha provocato l’intervento del presidente della Copagri Franco Verrascina, che ha scritto una lettera a Mario Draghi e ai ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli.

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