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Ingrosso

Dai mercati: a Fondi i camion non hanno caricato

Nelle altre piazze continua il lavoro. Rischio approvvigionamento nei prossimi giorni

La protesta dei camionisti domina questa puntata Dai mercati. I grossisti più che parlare di prezzi e quotazioni guardano preoccupati al blocco delle merci. Un’altra tegola. Dopo i rincari energetici, quelli delle materie prime – dalla plastica al legno – e il calo dei consumi arriva il fermo delle merci. Dalla Sicilia a Fondi dove non si è lavorato. Un movimento nazionale.

Al Mof di Fondi i camion non hanno caricato i prodotti

Fondi ingrossoOggi non si è lavorato al Mof di Fondi.  Ci ha descritto la situazione Gianpaolo Forcina di Fedagro e Assomercati: “Circa 90 camion oggi non hanno caricato la merce. Noi grossisti abbiamo chiuso e i dipendenti sono tornati a casa. Siamo categorie diverse ma giochiamo in un’unica squadra. Siamo con loro. La loro presenza è stata ben visibile nelle strade intorno al mercato, ma con modi pacifici e non hanno bloccato il traffico. Bisogna capire che i forti aumenti, si parla anche di 1500 euro a carico, si trasferiscono sul cliente finale“. Fondi è un nodo strategico per la distribuzione del prodotto nei mercati italiani ed esteri. Un fermo prolungato avrà delle forti conseguenze sul sistema agroalimentare nazionale.

Marchese da Rimini: “Ci sono altri modi per protestare”

Al mercato di Rimini incontriamo Alessandro Marchese, presidente di Fedagro Rimini, che esprime sconforto per quello che sta succedendo. Sullo sciopero sottolinea che ci sono altre modalità di protesta: “Abbiamo un ministro che riceve tutti, questo Governo è molto sensibile alle istanze del mondo della produzione. Non si può bloccare il sistema e creare danni per tutta l’economia”.

Si rischiano forti perdite, questo il senso del messaggio. “Noi grossisti registriamo forti problematiche, ma non scioperiamo o blocchiamo gli altri attori economici. Facciamo lobbying, discutiamo in modo civile e cerchiamo di portare a casa dei risultati. In Italia serve più professionalità e il nostro mondo si deve riformare”.

Al mercato pochi volumi, prezzi bassi anche per le fragole

Il punto sul mercato. “Le vendite sono stabili, si nota un calo dei consumi. Le fragole anche dalla Basilicata vanno dai 3 ai 4 euro”. Si va al ribasso? “In questo momento c’è una grande concentrazione di prodotto e  ladomanda resta bassa perché l’Horeca non ha ripreso e i consumi non sono esaltanti”. Passiamo ai carciofi: “L’origine sarda non supera i 0,60 euro a capolino, è la varietà Terom e parliamo di extra mentre una buona seconda si ferma a 03,0/0,40 euro“. Iniziano i primi asparagi: “Un buon prodotto dalla Sicilia con un premium extra a 9 euro, la prima quota 8 e l’asparagina si ferma sui 6 euro”.

Zucchine in calo, pomodori no. Arance buon prezzo ma volumi bassi

Le zucchine dopo le alte quotazioni delle settimane scorse con l’origine ci si ferma a 1,20/1,30 euro al chilo, la merce di Fondi senza fiore quota 1,70 euro e con fiore si sale sopra i 2 euro. Tengono il prezzo le melanzane: “Le tonde quotano 1,60/1,70 euro mentre la lunga arriva a 2,20 euro”. Sempre alte le quotazioni per i pomodori: “Il grappolo Sicilia a 2,20, il datterino discreto sui 3 euro mentre il Pachino premium può toccare anche i 6 euro di vendita“.

Passiamo alla frutta: “Le arance Tarocco si vendono con il freno a mano tirato. Io ho solo prodotto Igp e un calibro 6 quota 1 euro, il 5 arriva a 1,20/1,30 mentre la merce grossa in padella 1,80/1,90“. Buone quotazioni: “Si, ma con meno volumi rispetto all’anno scorso”. Le clementine: “Ci stiamo preparando alla varietà tardiva con la Tango Gold commercializzata da Giacovelli, per ora c’è la Spagna con quotazioni da 1,60/1,70. Infine i limoni da Rocca Imperiale con foglia quotano 1,70/1,80 il chilo”.

A Torino le clementine tardive da Spagna e Israele

Vediamo il listino del Caat di Torino dove le arance Tarocco partono da 0,80 euro al chilo per arrivare a superare 1,50 euro per i calibri più grossi. A 0,80 la Navel sia italiana sia spagnola mentre la varietà Washington dalla Sicilia da 0,90 a 1,30 euro. Le clementine tardive vedono la presenza della Spagna con le varietà Hernandina (1,40) e Nadorcott (1,50) e Israele con la Orri che può raggiungere i 2,50 euro. I mandarini tardivi siciliani possono raggiungere 1,30 euro al chilo. I limoni primo fiore siciliani a 1,20 euro e gli spagnoli a 10 cent in meno. Chiudiamo il capitolo agrumi con i pompelmi gialli e rosati: da Israele (1,30 euro il chilo) e Turchia (1,10).

Le fragole in calo anche a Torino, quotazioni alte per i kiwi

Le quotazioni delle fragole, anche le Candonga in cestino non superano i 4,50 euro il chilo. Sui kiwi c’è scelta. l’origine italiana varia dai calibri: si parte dai 2,20 fino a raggiungere i 2,60 euro al chilo. C’è anche prodotto greco che con i 120/130 grammi quota 1,80 euro mentre Zespri con il calibro più grande raggiunge i 3,60 euro il chilo. Stabili le mele con quotazioni medie su 1,50 euro, alcune varietà stano un po’ sopra: Annurca (1,70); Pink Lady (2,20); Marlene (1,60); Kanzi (1,80). Le pere Abate come da inizio campagna sui 3 euro; poi ci sono Conference (1,60) e Decana (1,90) olandesi e Kaiser da Emilia- Romagna a 2,50 euro. L’uva viene dal Perù con la bianca a 4,20 euro il chilo e la rosata ferma a 2,80 euro. Per i piccoli frutti il ribes da Olanda e Cile quota 18 euro il chilo. Per l’esotico c’è l’avocado da Israele a 3,50 euro, mentre la varietà Hass dalla Spagna raggiunge i 4,50 euro.

Finocchi in ribasso, pomodori dal Marocco

Sono in calo i finocchi che nelle ultime settimane hanno sfiorato i 3 euro, ora sono al ribasso ma la qualità extra quota intorno ai 2 euro. Le zucchine, a parte Fondi con punte di 2 euro, vede le altri origini italiane poco sopra l’euro, le chiare lunghe a più strati toccano 1,50 euro. Passiamo alle melanzane con il prodotto spagnolo a 1,30 euro, l’italiano a 1,40 con punte di 1,80 euro. I peperoni sia lunghi sia quadrati, sia italiani sia spagnoli sono tra 2,30 e 2,40 euro il chilo. Ampio e con prezzi sostenuti il capitolo pomodori. Il grappolo italiano arriva a 2,30 euro, ma quello spagnolo tocca i 2,60, ciliegini siciliani piccoli fino a 3,50 euro, il costoluto Marinda a 3,30 euro, datterini 3,70, Piccadilly 3,30, Cuore di Bue fino a 2,50 euro e i pomodori tondi dal Marocco a 1,30/1,40 euro il chilo. Dal Marocco anche i fagiolini a 3,50 euro mentre quelli piatti verdi a 2,50 euro. Le fave italiane a 2,50 euro. Capitolo carciofi: lo spinoso sardo a 0,70 euro al capolino, mentre il romanesco tocca 1 euro e il violetto si ferma a 0,55 euro. Infine, gli asparagi in mazzi dalla Campania possono arrivare ai 6 euro.

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