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Ingrosso

Dai mercati: vanno angurie e meloni a basso prezzo

mercato catanzaro

Turismo scarso, consumi non esaltanti. Melanzane a pochi cent, ciliegie da Spagna e Grecia

C’è tanta voglia di uscire con la ripartenza, ma si vedono pochi turisti italiani e rari sono quelli stranieri. Il caldo fa vendere la frutta, vero. Ma soprattutto angurie e meloni che si trovano a pochi centesimi, a partire da 0,20 euro. Mancano i calibri grossi delle pesche, ma non c’è l’assalto anche se riescono a strappare delle buone quotazioni. Le zucchine a causa del maltempo si riprendono verso l’alto: intorno a 1 euro, mentre le melanzane a Catanzaro si vendono a 0,20 euro. Continua il buon momento delle ciliegie e delle fragole dal Trentino. Quotazioni alte come gli avocado che superano i 4 euro.

A Verona: “C’è flemma, turismo a passo lento”

A Verona il mercato vive un momento di eccessiva tranquillità: “Possiamo usare il termine flemma“, parole di Jacopo Montresor, presidente di Fedagro Verona. Non è un buon segno visto che nella città veneta si hanno sempre numeri molto importanti: è il terzo mercato italiano,  con una popolazione di solo 250mila abitanti. Soffre il turismo: “I clienti del lago o dell’Adriatico – da Chioggia a Venezia – lamentano un turismo mordi e fuggi, dal venerdì alla domenica sera. Vacanza da aperitivo, poi la cena ma incidono poco sui consumi di frutta e verdura”. Servono famiglie in pianta stabile.

Prezzi buoni per le drupacee, angurie da 0,20 euro

Vediamo gli articoli di stagione: “Le albicocche Emilia-Romagna 2,20/2,50 euro mentre le albicocche dal sud Italia quotano 1,50/2 euro”. Apriamo il capitolo pesche. “Sicilia 1,30/1,70 euro, Campania 1/1,40 ma non hanno tenuta, le romagnole sono sui 2,50 euro mentre c’è poco prodotto locale e quota 1,80/2 euro”. Per le nettarine c’è prodotto campano, locale di Verona a 1,80/2,30 euro e le romagnole sono su questa linea”. Altro prodotto di stagione è l’anguria e qui la forbice è ampia: si parte dal prodotto a 0,20 euro, per toccare i 0,90 con quello firmato.

In Trentino brindano: ciliegie fino a 7 euro, fragole a 10

Continua il buon periodo per i prodotti in arrivo dal Trentino: ciliegie da 5 a 7 euro, fragole 20 euro il collo ovvero 10 euro il chilo. Ma vanno bene anche le ciliegie tardive del veronese, quelle dell’area di Montecchia che sono intorno ai 5 euro. Come va il filone esotico, cavallo di battaglia di Montresor? “Vive un momento di flessione vista la concorrenza della frutta di stagione. In crescita l’avocado, c’è poco prodotto. La varietà Pinkerton arriva a 18 euro il collo, 4,50 euro il chilo”.

In Calabria meloni e angurie a 0,20 euro

Palmino Rotundo

Palmino Rotundo, presidente Fedagro Catanzaro

A Catanzaro incontriamo Palmino Rotundo, presidente Fedagro Catanzaro, anche lui vede troppa calma negli scambi:”I mercati sono un po’ in sofferenza, si parla tanto di ripresa e siamo tutti fiduciosi, ma non siamo ancora come dovremo essere. C’è poco turismo in Calabria, sia nella costa Ionica sia nella Tirrenica. I villaggi hanno poche prenotazioni rispetto agli anni scorsi, in particolare mancano gli stranieri”. E non è finita: “Nei campi si spreca del prodotto perché manca manodopera che non si trova”.

Vediamo gli articoli. “Si vende la frutta. Le albicocche siamo verso la fine. Bene i meloni gialli di Trapani e le angurie, abbiamo anche tanto prodotto locale perché hanno prezzi buoni per il consumatore finale, siamo sui 20 centesimi, mentre la pesca costa. All’ingrosso siamo intorno a 1 euro, quindi al consumatore può arrivare a costare fino a 2 euro. Il prodotto è buonissimo, di ottima qualità, sapore eccellente. In particolare, qui va il percocco, la pesca gialla e bianca dalla Basilicata e da Sibari, qui in Calabria. Per il prezzo si parte da 0,70 euro per arrivare a 1,50/2 euro per i calibri più grossi, ma non c’è quantità”.

Ciliegie da Spagna e Grecia, melanzane a 0,20 euro

Finite le ciliegie pugliesi a Catanzaro e in Calabria arriva prodotto da Grecia e Spagna: “Hanno anche prezzi alti: dai 4 ai 5 euro”. Passiamo agli ortaggi dove tiene il pomodoro verde: “Il tondo liscio quota 1,20/1,30 euro, l’oblungo 0,80/1euro e poi è iniziat quello da salsa, viene anche mangiato, a 0,30 euro. Le zucchine per via delle alluvioni e mancanza di prodotto è salita a 1 euro mentre le melanzane sono quasi a zero: 0,20 euro. Si inizia a intrecciare la cipolla di Tropea che si vende a 1,20/1,30 euro”. Concludiamo con l’uva: “Il prezzo tiene, siamo sui 2,50 per la Vittoria mentre la senza semi quota 3 euro, ma si vende solo in piccole quantità”.

Il listino di Torino

Caat TORINO

Caat Torino

Concludiamo il giro con la consultazione del listino di Torino dove abbiamo le arance dal Sudafrica intorno a 1 euro. Limoni da Argentina, Sudafrica e Spagna con forbice che oscilla da 1 euro fino ad un massimo di 1,70. Buoni i prezzi delle albicocche di diversi marchi che in cestino oscillano da 1,50 a 2 euro. Come a Verona anche a Torino le ciliegie dal Trentino variano dai 5 ai 6 euro, bene anche le fragole con punte fino a 8,50 euro. Sempre abbondantemente sopra i 3 euro i kiwi dalla Nuova Zelanda che toccano anche i 3,50 euro mentre quelli cileni quotano 2,60/2,70. Passiamo alle pesche e nettarine che nei calibri più piccoli stanno anche sotto l’euro e poi il prodotto sia italiano sia spagnolo in tripla A arriva ai 2 euro.

Sulle susine il prezzo medio delle diverse e numerose qualità è su 1,50 euro con punte fino a 3 euro per le Damaschine piemontesi, ma si tratta di un prodotto di nicchia. L’uva Vittoria tiene ancora bene il prezzo: sui 2 euro. Anche qui con le angurie si parte da 0,20 euro a salire con la qualità extra. Le cipolle di Tropea qui possono arrivare a 1,80 euro. Sui pomodori abbiamo il grappolo olandese a 1 euro, il ciliegino siciliano da 2/2.40 euro e il Cuore di Bue piemontese può toccare 1,40 euro.

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