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13 ottobre 2025

Alternative plant-based: un settore in crescita

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I prodotti 100% vegetali sono ormai una presenza fissa in supermercati, ipermercati o discount, pronti a rispondere alle richieste di una fetta di consumatori che si va ampliando sempre più, non solo per una spiccata sensibilità verso tematiche di natura etica, ma anche come conseguenza di una sempre maggiore voglia di diversificazione e novità da parte di chi consuma le proteine animali. 

Come sta rispondendo la grande distribuzione a queste tendenze, non nuove ma comunque pervase da una nuova vitalità? Il tema è stato affrontato da Il Sole 24 Ore, che ha interpellato alcune delle più note insegne per capire cosa rappresenti per loro il comparto e come gestiscono le alternative plant-based all'interno dei punti di vendita.

Di seguito una sintesi di quanto potrete trovare nell'articolo del Sole 24 Ore:  

La scelta di Aldi: una gamma ampia e ben visibile

Aldi propone un assortimento 100% vegetale attraverso la linea Pl MyVay, in crescita. "Sempre più persone – afferma Sofia Tugnoli, director national buying Aldi Italia – scelgono questo tipo di alimentazione per motivi prevalentemente etici, ma non sono pochi i consumatori trasversali che desiderano integrare nelle loro scelte quotidiane opzioni vegetali originali e gustose".

Gli snack vegani sono disposti accanto a quelli affini, con chiari riferimenti visivi attraverso appositi loghi. In alcuni casi, la variante plant-based rappresenta l’unica opzione disponibile, riflettendo l’impegno nel proporre scelte alimentari sempre più inclusive e in linea con le tendenze di mercato.

Coop: da supernicchia a macrotrend

Coop, essendo una realtà formata da cooperative, puntualizza che il livello nazionale non interviene su assortimenti e strategie di display. “Il fenomeno plant-based – analizza Daniela Fiocchi, responsabile segmenti veg-vegetariani prodotto a marchio Coop Italia – è esploso recentemente passando da supernicchia a macrotrend alimentare, capace di coniugare alimentazione equilibrata, etica e sostenibilità ambientale; le proiezioni lo vedono ancora in espansione. Da tempo stiamo andando incontro a queste esigenze con sempre più attenzione, tanto da sviluppare, circa otto anni fa, un’offerta dedicata con il nostro marchio".

Il comparto della gastronomia vegana e vegetariana in Coop vale circa 34 milioni, con un aumento del 3,5% anno su anno. Lo spazio dedicato al veggie è via via aumentato, l’esposizione è molto condizionata dalle dimensioni del punto di vendita e dalle caratteristiche della clientela.

Esselunga: il restyling del brand per rafforzarne l'identità

Esselunga oggi è impegnata a rinnovare il brand Equilibrio, del quale attualmente è parte la proposta 100% vegetale, e non si esprime su possibili interventi agli spazi dedicati alla categoria: "Il restyling della label – dice Frederico Lopes de Mendonça, private label and international relations director Esselunga – ha permesso di rafforzare l’identità visiva, in ottica di agevolare il cliente nella scelta del prodotto più in linea con le proprie esigenze. Per quanto riguarda il plant-based, che ha visto una crescita costante negli ultimi anni, sia in termini di volumi che di varietà, abbiamo invece deciso di fare un ulteriore passo avanti dedicandogli una linea ad hoc: Esselunga 100% Vegetale". 

Il percorso è appena iniziato con l’arrivo a scaffale di avena e barrette di frutta, ma sarà a breve seguito da altre referenze per un totale di più di quaranta, alcune delle quali provenienti dalla linea Equilibrio, altre completamente nuove. 

Come in Coop anche in Esselunga conferma a Il Sole 24 Ore che i prodotti plant-based chilled hanno uno spazio ad hoc nei negozi, mentre gli altri si trovano accanto quelli tradizionali della medesima categoria. 

Finiper: una proposta in più aree

Nel gruppo Finiper, dove la prima area dedicata al 100% vegetale è stata istituita sei anni fa, la riflessione invece è aperta: "L’obiettivo originario – condivide Alessandro Mutti, shopper analyst & category manager Iper La grande i – era rendere l’offerta più facilmente leggibile, creando un punto di riferimento chiaro e immediato. Per i clienti è stato fondamentale avere tutti quei prodotti vicini, così da riconoscerli facilmente, scoprire le novità e provarne diversi".

Da allora la crescita del settore non ha riguardato solo la numerica delle referenze, ma anche la visibilità a scaffale; va però considerato che ogni punto di vendita ha le sue necessità e il suo tipo di clientela.

Accade anche che il 100% vegetale sia collocato accanto ai corrispettivi tradizionali, perché l’area plant-based corrispettiva è ridotta. "Le performance del libero servizio fresco, dove esistono moduli dedicati, sono generalmente positive: i prodotti mostrano buona rotazione perché vengono scelti sia da consumatori vegani sia da flexitariani che li integrano nella spesa quotidiana".

Lidl: prodotti presenti dal 2018-2019

Una prima selezione dedicata a vegetariani e vegani ha fatto la sua comparsa sugli scaffali Lidl tra il 2018 e il 2019, ma è solo nel 2021 che si amplia in modo strutturato, con il lancio del brand Vemondo. "L’organizzazione dell’assortimento – nota Alessia Bonifazi, responsabile corporate affairs Lidl Italia – segue una logica pensata per semplificare l’esperienza d’acquisto: dove il numero di referenze lo consente, raggruppiamo più prodotti della stessa categoria per facilitare la scelta da parte dei clienti".

Al contrario, nelle tipologie merceologiche in cui le alternative vegetariane o vegane sono ancora limitate, l'insegna preferisce affiancare gli alimenti plant-based a quelli tradizionali, per offrire un confronto diretto e stimolare la curiosità verso nuove opzioni. All’interno degli store sono poche le referenze 100% vegetali che non appartengono alla linea Pl caratterizzata da un packaging verde, molto riconoscibile. 

to.market: importante lavoro sulla comunicazione

Avanguardistica è la sperimentazione di to.market: "La sezione plant-based – spiega il ceo Mattia Ballabio – è stata istituita a partire dalla metà del 2023, con una crescita importante nel corso del 2024 dovuta all’aumento della richiesta da parte del pubblico e al nostro impegno nel migliorarla aprendo un dialogo anche coi produttori".

L'insegna ha lavorato tanto sulla comunicazione sia rivolta ai clienti in store sia sui canali digitali. "Ben presto – ooserva Ballabio – ci siamo resi conto che lo spazio dedicato al 100% vegetale non era più sufficiente per le numerose novità inserite settimanalmente e così nell’ottobre del 2024 abbiamo iniziato lo spostamento delle referenze accanto ai corrispettivi".


Fonte: Il Sole 24 Ore - Articolo completo a questo link

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