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In primo piano

A Palermo solo arance straniere al mercato

Il comandante del Corpo Forestale Luca Ferlito: “Ogni settimana arrivano 25mila chili, ma sono per lo più spagnole, egiziane e turche”

Arance al mercato di Palermo? Spagnole, egiziane e turche. Il prodotto regionale che rende la Sicilia un riferimento internazionale quasi non si trova. La fonte della notizia è autorevole e istituzionale: Luca Ferlito, comandante del nucleo operativo del Corpo forestale siciliano che ha reso pubblici i numeri del fenomeno alla testata giornalistica Palermo Today. I forestali sono molto attivi nella repressione delle frodi come testimonia l’ultimo blitz con sequestro di merce più sanzioni ai commercianti che non rispettano le norme sulla tracciabilità.

Il comandante: “Arrivano soprattutto arance dall’estero”

Il fenomeno è consistente, vediamo i numeri forniti dal comandante dei forestali: “Ogni settimana arrivano circa 25mila chili di agrumi, sono per lo più spagnoli, egiziani e turchi“. Per sottolineare  la solidità delle sue affermazioni il comandante ha ricordato che nell’ultimo blitz si è setacciato il mercato, una vera caccia all’arancia non autoctona con l’impiego di ben dieci squadre di forestali. Nel dettaglio si è verificato: “Quale tipologia di merce è in vendita, come era arrivata e con quale documentazione commerciale”.

Non è un reato vendere prodotti dall’estero, tutti i mercati italiani come myfruit.it ha scritto in questi giorni trattano uve, susine, pere dal Sudafrica, clementine da Spagna e Israele. Per di più la campagna agrumicola italiana è ai titoli di coda. Dai mercati all’ingrosso ai fruttivendoli e agli ambulanti sono tutti passaggi leciti,  ma a Palermo  come sottolinea il comandante “queste informazioni spesso non vengono comunicate ai consumatori“. Questo il reato.

Come rendere riconoscibile dal consumatore il prodotto del territorio?

I blitz dei forestali si susseguono, ricordiamo tra i più recenti quella di Caltanissetta, ma non bastano per arrestare il fenomeno e rendere riconoscibile l’origine del prodotto. Un tema che riguarda anche i mercati di esportazione dove la competizione è sleale per via della contraffazione. All’estero si gioca spesso con le insidie dell’italian sounding, a combatterlo in prima fila c’è sempre il Consorzio di tutela arancia rossa di Sicilia Igp.

C’è stato anche il progetto rouge basato sulla tecnologia della blockchain con un bollino elettronico  per spiegare l’origine delle arance. Una cyber-battaglia. Servirebbe una App  in mano al consumatore, non solo per le arance, che permetta di avere in tempo reale le informazioni. Poi si può scegliere di comprare anche prodotto straniero, ma in modo consapevole.

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