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Silvia Salvi: “Troppi rincari, ma non possiamo alzare i prezzi”

Silvia Salvi_manodopera

Nel cahiers de doléances anche la mancanza di manodopera straniera: “Italiani poco interessati” alla campagna

Silvia Salvi è donna resiliente e con tanti progetti per il futuro, ma in questi ultimi mesi ha registrato con preoccupazione tutti i grandi e troppi problemi che scuotono la filiera ortofrutticola. Ci parla da Ferrara, la sede principale di Salvi Vivai che conta siti produttivi anche in Lazio, Puglia e Campania. Un osservatorio ampio per l’azienda entrata nel guinness dei primati per una mega ciliegia.

Rincari su tutto per Silvia Salvi

Il problema non è solo la guerra, il surriscaldamento dei prezzi dei fattori di produzione è ben presente da tempo: “E’ iniziato in autunno con i concimi azotati, i prezzi sono raddoppiati e triplicati rispetto alla campagna precedente – sottolinea l’imprenditrice-. Abbiamo sperato in un riallineamento, non c’è stato. Stessi prezzi, come nei mesi scorsi”. Costi alle stelle e più di un sospetto su un fenomeno di natura speculativa: “Non è questione di disponibilità del prodotto, ma proprio ed esclusivamente di prezzo. Queste quotazioni  non sono giustificate, almeno non con una crescita così esponenziale“.

Costa cara l’energia per serre, magazzini, celle frigo

L’aumento di gas ed elettricità pesa: “Colpisce tante aziende agricole come la mia dove ci sono da alimentare serre, magazzini, le celle frigo e  siamo solo all’inizio. Ogni giorno si scoprono novità.  Incontriamo i fornitori e per ogni materia c’è un rincaro spudorato: il programma delle torbe del 30%, le plastiche dei contenitori del 20/30% e poi il ferro. Come scarichiamo questi costi?”.

“Io non posso aumentare del 20-30% le piantine”

C’è attenzione a non grippare il meccanismo: “Le piantine che produciamo non possiamo aumentarle del 20/30%, ma come ne usciamo? Io non farò mai un rincaro così alto perché il sistema non lo regge. Il momento era già difficile e ora si somma la guerra in Ucraina, un evento tragico per le persone e si ripercuote anche da noi”.

Cosa fare? Puntare sulle rinnovabili

La soluzione non rientra nei poteri delle imprese: “Qualcuno, penso al Governo, dovrebbe mettere in atto delle azioni a sostegno delle aziende produttive. In agricoltura dobbiamo andare avanti perché non si può fermare l’attività. Siamo un settore primario, produciamo cibo. Dobbiamo farlo  arrivare dall’estero dove possono produrre a prezzi minori?“.

Gli scenari sono cupi: “Certe attività saranno ridotte al minimo, puntando su quelle che richiedono meno trattamenti e meno lavorazioni perché è aumentato tanto anche il gasolio agricolo. Mai visto così caro”. Avete pensato a rendervi indipendenti con le  fonti di energia rinnovabile? “Al sud in un impianto di kiwi con il fotovoltaico, stiamo facendo diverse valutazioni. Forse è arrivato il momento di pensarci in modo strutturato“.

Manca la manodopera, ma si resiste

Per Salvi si fa fatica a trovare manodopera: “Sempre più difficile, sono arrivati molti meno stranieri. Hanno scelto altri paesi per il problema vaccini e il bacino italiano ha risposto poco, in generale qui le persone non vogliono lavorare in campagna“. Un 8 marzo ricco di note dolenti, ma Silvia Salvi come tutta la famiglia è abituata alle battaglie  e vede positivo all’orizzonte: “Queste cose bisogna dirle, ma abbiamo tantissimi progetti in mente e li vogliamo realizzare nei prossimi anni. L’anno scorso  abbiamo inaugurato un nuova serra di kiwi, lo coltiviamo e ci stiamo appassionando molto…”. Nonostante tutto,  c’è futuro in agricoltura.

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