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Materie prime e caro noli, sarà un altro semestre di passione

Toccata quota 13mila dollari per un 40 piedi, i costi energetici segnano un’impennata del 13% in un mese. Concreto il rischio inflazione

Prosegue l’emergenza materie prime, un’emergenza trasversale a diversi settori, compreso quello agro-indutriale. Per sintetizzare la situazione, basti pensare che i prezzi dell’energia sono aumentati del 13%, su base annua, in un solo mese, il che si rifletterà inevitabilmente sui costi di produzione e sui prezzi al consumo di diversi beni, anche alimentari, anche ortofrutticoli. All’emergenza materie prime si somma il caro noli: i costi per movimentare la merce sono fuori controllo. La domanda a cui tutti cercano risposta è una sola: quando se ne esce?

In aumento tutte le materie prime

In aumento anche i prezzi di tutti i prodotti derivati dalla chimica del petrolio – un esempio per tutti la plastica – i cui prezzi sono aumentati del 70% in sei mesi. Anche i metalli non ferrosi – alluminio, rame – sono alle stelle: +50% da aprile 2020 a oggi. A questo si sommi la profonda crisi che ha colpito il settore della componentistica elettronica: sebbene la produzione sia tornata ai livelli pre-pandemia, l’impennata della domanda ha creato carenza di approvvigionamento, generando, a cascata, l’aumento dei costi lungo tutta la catena del valore e, in alcuni casi, ritardi nella produzione.

Pericolo inflazione

Il paradosso di questa situazione è che la ripresa dell’economia c’è ed è anche la causa di tutto. Per citare un esempio concreto, basti pensare all’impennata della domanda di macchine agricole, che nel primo trimestre del 2021, nel segmento trattore, ha fatto segnare, in Italia, una crescita del 57,7% rispetto al primo trimestre dello scorso anno, con quasi seimila unità immatricolate. Il che parrebbe una buona notizia, se non fosse per il rovescio della medaglia: il boom della domanda fa ulteriormente aumentare il prezzo delle materie prime. Da marzo di quest’anno, fa notare a tal proposito il Cema (l’associazione europea dei produttori di macchine agricole) l’inflazione è cresciuta in tutti i paesi industrializzati, in particolare negli Stati Uniti, dove ha raggiunto il 4,24% ad aprile, il valore più alto dal 2008. In Europa la situazione è al momento meno grave ma, come fa notare Eurostat, il rischio è che l’inflazione acceleri nelle prossime settimane proprio a causa del forte aumento dei prezzi delle materie prime. “È in atto – ha dichiarato Cema – una chiara tendenza inflazionistica al rialzo per tutti i materiali chiave negli ultimi nove mesi, in particolare per i prodotti di fonderia (+90%), rame (+63%) e gomma naturale (+36%)”.

E poi c’è tutto il capitolo logistica: i prezzi dei container sono alle stelle, le navi sono poche, il che si traduce in costi aggiuntivi e ritardi nell’importazione di merce dall’Asia all’Europa. Ma a quanto è arrivato il costo dei noli e quanto andrà avanti questa situazione?

Il punto sui noli alle stelle (arrivati a 13mila dollari)

containerIl nolo dei container tra Cina ed Europa ha toccato quota 13mila dollari per un 40 piedi, il che non soltanto è una pessima notizia, ma è anche la conferma che, in tempo di pandemia, ogni previsione può essere rimessa in discussione con una frequenza inimmaginabile. Solo un paio di mesi fa, infatti, si prevedeva che a giugno 2021 la situazione del trasporto marittimo si sarebbe normalizzata. A oggi, le previsioni degli analisti (in particolare quelle Upply) raccontano di un secondo semestre dell’anno che, a causa della carenza di stiva delle portacontainer e dell’aumento della domanda di beni proveniente dall’Europa, non sarà diverso dai primi sei mesi dell’anno. Il rischio sono le reazioni incontrollabili da parte dei vettori marittimi, ma secondo gli analisti, dovrebbero essere proprio le compagnie marittime a raffreddare la situazione, facendo via via diminuire il costo dei noli o almeno evitando ulteriori impennate. Lo faranno?

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