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L’agricoltura e la responsabilità di Draghi

“Digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, scuole, protezione dei territori, biodiversità sono diverse facce di una sfida poliedrica”

Questa mattina il Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, ha illustrato in Senato le linee programmatiche del suo Governo. “Oggi – ha detto – noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità o, meglio, la responsabilità di avviare una Nuova Ricostruzione“.
E, per quanto riguarda il futuro dell’ambiente, Draghi ha parlato di “un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane. Anche nel nostro Paese alcuni modelli di crescita dovranno cambiare”.

Attività economiche da proteggere

“Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante – ha continuato Draghi – Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi. La capacità di adattamento del nostro sistema produttivo e interventi senza precedenti hanno permesso di preservare la forza lavoro in un anno drammatico”.

Cia: agricoltura protagonista attiva della ripartenza green

L’agricoltura può giocare un ruolo da protagonista per uscire dalla crisi scatenata dalla pandemia e guardare a una ripresa più sostenibile e green. Le risorse del Recovery Plan al settore primario possono fare da moltiplicatore per costruire un nuovo modello di sviluppo socio-economico e ambientale dei territori italiani, rilanciando le aree rurali, che rappresentano più della metà della superficie nazionale con 11 milioni di cittadini. Così Cia-Agricoltori Italiani, esprimendo apprezzamento per la relazione del premier Draghi.

dino scanavino cia“Il ruolo dell’agricoltura – ha affermato  il presidente nazionale Dino Scanavino – si evolve oggi in molte direzioni, non solo quella produttiva che resta evidentemente centrale, come dimostrato in questi mesi con il settore garante dell’approvvigionamento di cibo, ma contribuisce alla tenuta dei territori e, ora, può fare da perno dello sviluppo integrato del Paese, in un’ottica di sistemi interconnessi, con l’obiettivo di aumentare la competitività del sistema alimentare, ma anche di produrre energia da fonti rinnovabili, tutelare il paesaggio, salvaguardare il suolo e le foreste per prevenire il dissesto idrogeologico, migliorare la sostenibilità dei processi produttivi con nuove tecnologie digitali, blockchain e rinnovo parco macchine”.

“Occorrerà quindi – continua Scanavino – un Recovery Plan che, invece di sussidi a pioggia, preveda robusti investimenti, sia nelle infrastrutture che nella digitalizzazione e nei servizi, a partire dalle aree interne. Abbiamo davanti il futuro dell’Italia, ora serve programmare nuove strategie per mettere in atto la transizione green con il contributo degli agricoltori italiani, vere sentinelle del territorio, e insieme a tutte le forze economiche e sociali del Paese”.

Coldiretti: con la pandemia la filiera del cibo è diventata la prima ricchiezza del Paese

“Siamo pronti a collaborare per lo sviluppo dell’agricoltura italiana che è la più green d’Europa grazie alla leadership conquistataper valore aggiunto, sostenibilità e qualità”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che ha aggiunto: “Sul rispetto dell’ambiente e la qualità dei prodotti l’agricoltura italiana fonda la propria competitività che ha consentito di ottenere nel 2020 il record storico delle esportazioni a 46,1 miliardi in netta controtendenza rispetto agli altri settori travolti dalla pandemia Covid. Con la crisi la filiera del cibo è diventata la prima ricchezza del Paese con un valore che supera i 538 miliardi, garantisce dai campi agli scaffali 3,6 milioni di posti di lavoro grazie all’attività, tra gli altri, di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti di vendita al dettaglio”.

“L’allarme globale provocato dal Coronavirus con i prezzi dei prodotti alimentari di base che secondo la Fao hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali – ha precisato Prandini – occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde”.

Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per il Recovery Plan”, ha concluso Prandini.

Confagricoltura: rivedere il Pnrr

“Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, aiutare le imprese e i lavoratori del settore turistico, e, nell’ambito delle politiche attive del lavoro, migliorare gli strumenti esistenti, rafforzando le politiche di formazione dei lavoratori. Le priorità indicate dal premier Draghi oggi al Senato pongono l’agricoltura al centro della politica in una fase cruciale del Paese”, ha spiegato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Le sfide del settore primario sono indirizzate verso l’innovazione, la digitalizzazione, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Confagricoltura auspica che, sulla base della linea tracciata da Draghi, il Pnrr sia rivisto allocando le risorse a favore delle infrastrutture materiali e immateriali, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, determinanti per la ripresa anche delle aree interne. Sono temi sui quali Palazzo della Valle si batte da tempo, nella convinzione che il settore agroalimentare – prima voce del Pil – sia determinante per il raggiungimento degli obiettivi”.

Copagri: ora avanti con le riforme per lo storico appuntamento con il Recovery Fund

“Abbiamo ascoltato con grande attenzione le dichiarazioni programmatiche del  che intervenendo davanti al Senato ha richiamato molte delle questioni emerse durante il confronto tenutosi in occasione delle consultazioni; confidiamo pertanto nel fatto che il nascente esecutivo, del quale condividiamo pienamente l’impostazione europeista e atlantista, assicurerà la giusta attenzione all’agricoltura”. Così il presidente della Copagri, Franco Verrascina.

Franco Verrascina

Franco Verrascina

“Nel ricordare nuovamente il grande apporto alla tenuta socio-economica del Paese arrivato dai produttori agricoli, che con senso di responsabilità hanno sempre assicurato il regolare rifornimento degli scaffali, esprimiamo apprezzamento per l’attenzione riservata dal Premier incaricato alla necessità di preservare il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e con il benessere sociale e puntando su un approccio nuovo che coniughi agricoltura, salute, energia, educazione e protezione dei territori e delle biodiversità dal riscaldamento globale e dall’effetto serra, senza dimenticare la digitalizzazione e l’ammodernamento del settore; una risposta in tal senso può arrivare anche dal riconoscimento a livello nazionale, più volte richiesto dalla Copagri, dell’agricoltore quale custode dell’ambiente e del territorio“, ha aggiunto Verrascina.

“Tali positivi intenti dovranno ora trovare concreto riscontro nei necessari interventi integrativi, confermati dallo stesso Draghi, al Recovery Plan, che ricordiamo andrà chiuso entro la fine di aprile di quest’anno; è quindi apprezzabile l’impostazione enunciata dallo stesso Premier incaricato di voler recuperare il grande lavoro fatto in sinergia con le parti sociali dal precedente esecutivo, andando ad approfondire e a completare la bozza di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR vagliata dal Consiglio dei ministri”, ha proseguito il presidente della Copagri.

Slow Food: agricoltura e alimentazione sì, ma quali?

“Ci piacerebbe vedere tra i primi interventi del governo Draghi il tema che secondo Slow Food permette di leggere a 360 gradi il sistema produttivo, economico, culturale e sociale in cui viviamo, una delle principali cause delle crisi climatica e ambientale, ma anche tra le prime soluzioni per risolverle. In questo primo discorso avremmo voluto sentir parlare anche di cibo e di chi il cibo lo produce e lo trasforma, di quelle migliaia di piccole aziende agricole che curano i territori e i paesaggi, che costituiscono il tessuto delle comunità italiane, dei piccoli borghi che quel turismo rispettoso non devasta ma nutre”, ha commentato Slow Food.

“Si tratta  – ha continuato – di un argomento al centro degli ultimi impegni intrapresi dall’Unione europea con le Strategie sulla Biodiversità e Farm to Fork, che può permettere di lavorare da una prospettiva univoca sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che riunisce l’impegno dei giovani e delle donne, la tutela del paesaggio e il sostegno alle piccole economie”. E, se è vero che “ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti“, allora è dal cibo che ogni giorno consumiamo, dall’armonia con le risorse naturali con cui viene prodotto, dai diritti di chi lo produce e dalle garanzie per i consumatori che, secondo Slow Food, si deve partire.

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