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E’ l’ortofrutta la grande esclusa dal decreto Rilancio

Le altre filiere agroalimentari sono esonerate dal pagamento degli oneri contributivi per il primo semestre 2020. I primi commenti

Le filiere agroalimentari, grazie al decreto Rilancio, sono state esonerate dal pagamento di 426 milioni di oneri contributivi per i primi sei mesi del 2020. Tutte tranne una. Sì, perché scorrendo i codici Ateco (la combinazione alfanumerica che identifica una attività economica) destinatari del provvedimento, non c’è traccia del settore ortofrutticolo, ad eccezion fatta per la coltivazione dell’uva. Grande assente anche l’olivicoltura. Non manca invece la coltivazione dei cereali, quella delle spezie e quella delle piante aromatiche. Sono presenti i codici relativi alla coltivazione di fiori e quelli degli allevamenti, siano essi di bovini, ovini, caprini, suini. E ci sono anche gli Ateco di bachicoltura, apicoltura e acquacoltura, oltre alle attività di alloggio e di ristorazione – leggi agriturismo – connesse alle aziende agricole. E pertanto, dopo che la ministra Teresa Bellanova ha già firmato il decreto interministeriale che rende operativo il provvedimento (già sottoscritto anche dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e ora al vaglio del ministero dell’Economia e delle finanze), non si sono fatte attendere le reazioni della filiera.

Salvi, Fruitimprese: “La politica ci ignora”

“Il nostro ruolo fondamentale purtroppo non viene riconosciuto dalla politica – ha commentato Marco Salvi, presidente nazionale di Fruitimprese – Al danno causato dalla mancata inclusione della filiera ortofrutticola tra quelle beneficiare della decontribuzione prevista dal decreto Rilancio, è seguita la beffa del credito di imposta per le spese di sanificazione ed acquisto dei dispositivi di protezione, che è passato dal 60% annunciato dal presidente Conte a reti unificate al 9% dei costi sostenuti”.

Cia-Agricoltori: “E’ caos sui codici Ateco”

“Proprio ieri (16 settembre) è scaduto il termine per il pagamento degli F24 – fanno sapere da Cia – Ed è’ caos fra gli agricoltori che, al momento, per via di alcuni codici Ateco esclusi, non sanno se potranno beneficiare dell’esonero straordinario. Sollecitiamo, dunque, l’allargamento della platea dei beneficiari con l’intervento risolutivo da parte dei ministeri coinvolti”.

Prandini, Coldiretti: “Aiuti alle aziende agricole più colpite dall’emergenza Covid”

“Grazie alle sollecitazioni di Coldiretti accolte dalla ministra Bellanova – ha commentato il presidente della confederazione Ettore Prandini – le imprese agricole più duramente colpite dall’emergenza Covid godranno dell’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro. Un risultato importante per salvare lavoro e occupazione in settori strategici del made in Italy in una situazione in cui, secondo l’indagine condotta da Coldiretti e l’istituto Ixe (raccolta ed elaborazione dati), in Italia il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività”.

Pezzo, Fruitimprese Veneto: “Le nostre imprese sono da sostenere, non penalizzare”

“L’ortofrutta in Italia ha numeri importanti, 25 milioni di tonnellate di produzione tra frutta e verdura – dichiara Stefano Pezzo, direttore Fruitimprese Veneto – Solo in Veneto coltiviamo 30mila ettari di orticole e 20mila ettari di frutticole e diamo lavoro a migliaia di persone. Le nostre imprese sono da sostenere, non da penalizzare”.

Moncalvo, Coldiretti Cuneo: “Bene il provvedimento, ma per tutti

Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, ha così accolto il provvedimento: “Abbiamo chiesto che potesse beneficiare dell’esonero contributivo tutto il settore agricolo, nessuna azienda esclusa. Continueremo a portare avanti questa richiesta con con determinazione”.

Verrascina, Copagri: “Pesa l’assenza delle colture orticole e frutticole”

Franco Verrascina

Condividendo le finalità dell’intervento del governo messo in campo per garantire una maggiore liquidità alle imprese colpite dalla pandemia – ha commentato Franco Verrascina, presidente di Copagriappare prioritario, per la tenuta e la stabilità dell’intero settore primario, allargare la platea dei beneficiari degli sgravi ai tanti altri comparti che stanno pagando a caro prezzo le ripercussioni legate all’emergenza sanitaria. Pesa, in tal senso, l’assenza nel decreto interministeriale delle colture orticole, delle frutticole e, anche, dell’olivicoltura.

Minguzzi, Fruitimprese Emilia Romagna: “Dopo il danno, la beffa”

Dopo aver ricordato la disastrosa campagna 2020 della frutta estiva – gelate primaverili e fitopatie hanno ridotto del 70-80% la produzione di drupacee – e dopo aver parlato di vero e proprio tsunami produttivo ed economico che si starebbe abbattendo, negli ultimi anni, sull’Emilia Romagna – Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia Romagna, ha così commentato il provvedimento: “Facciamo appello alla giunta regionale, ai parlamentari della regione, ai vertici delle associazioni agricole perché intervengano sul governo: serve rimediare agli errori fatti e intervenire subito con misure di sostegno alle aziende frutticole, pena la sopravvivenza di un comparto che vale un quarto della ricchezza verde della regione”.

Mercuri, Alleanza cooperative: “Decontribuzione anche per chi trasforma”

Giorgio Mercuri

La classificazione delle attività economiche Ateco è un parametro che si è rilevato non esaustivo per identificare la filiera – ha commentato Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative agroalimentari – Dopo aver accolto con forte disappunto, già lo scorso luglio, l’esclusione delle imprese della filiera ortofrutticola, stiamo in queste ore interloquendo con la ministra affinché includa nel decreto anche le cooperative di conferimento e trasformazione, al momento escluse”.

Bergami, Confagricoltura: “Una scelta sbagliata e discriminante”

Finora a niente sono valsi gli appelli di tutte le rappresentanze alla politica e alle istituzioni per evitare l’incomprensibile discriminazione nei confronti di una parte strategica del sistema agricolo – ha puntualizzato Albano Bergami, presidente nazionale del settore frutticolo di Confagricoltura – Si chiede un immediato intervento compensativo per le filiere escluse”.

Ferrara, Terra Orti: “Poveri noi”

Emilio Ferrara, direttore della società cooperativa di Terra Orti (Eboli, Salerno), ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Poveri noi: non c’è alcuna ragione logica per questa esclusione. Dopo mesi di sacrifici e lavoro in condizioni difficili dei produttori ortofrutticoli, che hanno continuato a produrre, spesso a prescindere dalla sostenibilità economica, pur di garantire l’approvvigionamento alle famiglie italiane, non è possibile questa distrazione da parte politico-istituzionale”.

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