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Nocciola Piemonte Igp: le previsioni tornano buone

Marco Torrero: “L’inverno è stato discreto e la piovosità di questi giorni fa ben sperare. Soddisfatti anche per le vendite all’estero”

Già un anno fa si presagiva che il 2022 non sarebbe stato da ricordare per la nocciola. Così è stato: la siccità ha messo a dura prova tutti i campi, da nord a sud, e anche la Nocciola Piemonte Igp non ha fatto eccezione.

Completamente diversa è la situazione di quest’anno, nel quale, in terra di Piemonte, le sensazioni sono molto positive. A confermarlo è Marco Torrero, titolare dell’azienda Al Cuore delle Langhe di Cravanzana (Cuneo). Torrero, assieme ai suoi amici e colleghi Marco Sobrero dell’azienda agricola Ca ‘d Gavarin e Giorgio Rosso di Cascina Munot, ha dato vita a “Terra delle Nocciole“, una rete composta da queste tre aziende agricole che, oltre alla produzione, eseguono anche la trasformazione in semilavorati.

“L’inverno – spiega Torrero – è stato discreto, con il giusto freddo, e non ci sono state gelate. Poi le precipitazioni piovose sono arrivate e ad oggi, grandinate permettendo, la nuova stagione si annuncia molto buona“.

Intanto, sull’andamento negativo del 2022, Torrero non si è dato ancora tutte le spiegazioni. “L’ultima annata – prosegue – è stata molto pesante dal punto di vista agronomico, con una produzione assai scarsa senza che abbia capito bene il motivo. Alcuni appezzamenti, infatti, hanno prodotto infatti molto più di altri, e le risposte sulle cause che finora ho ricevuto dai tecnici sono state generiche. Non imputerei infatti tutto alla grande siccità. Sta di fatto che, per quanto mi riguarda, è stata una delle peggiori annate di sempre, con meno 60-70% di prodotto rispetto alla norma. La qualità di ciò che abbiamo raccolto, comunque, era buona”.

Strano è stato anche l’andamento dei prezzi. “Di solito – rileva Torrero – quando c’è poca disponibilità le nocciole valgono di più. Invece, durante tutta l’annata le quotazioni si sono attestate su livelli piuttosto scarsi, dai 6,5 ai 7 euro punto resa. Fortunatamente, come Terra delle Nocciole non siamo soggetti a queste dinamiche, perché riusciamo a trasformare la nostra produzione e ad avere una buona domanda di semilavorati, sia dall’Italia sia dall’estero. Allo stato attuale, abbiamo almeno un paio di clienti quasi in ogni Paese d’Europa e siamo presenti anche negli Stati Uniti”.

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