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Frutta a guscio ed essiccata

Noci Pecan: ora c’è anche la Sicilia

Ignazio Vassallo: “Il nostro clima si presta a questa coltura. Adesso la sfida sarà creare il mercato”

Le noci Pecan in Sicilia? Sì. E’ tutto vero e sono frutto di un progetto che parte da lontano. A raccontarlo a myfruit.it è l’agronomo Ignazio Vassallo, che oggi opera presso la Fattoria Vassallo di Licata (Agrigento) diretta dal figlio Salvatore (con lui nella foto) ed estesa su una superficie di circa 35 ettari.

“Tutto nasce – spiega Vassallo – da un’idea di Damiano Avanzato, già primo ricercatore dell’ex Istituto per la frutticoltura di Roma. Una decina di anni fa abbiamo fatto le prime prove, piantando il primo ettaro e mezzo di pecaneto in terreni profondi, fertili ed irrigui. Oggi, siamo arrivati a 8 ettari di noci Pecan. Poi, coltiviamo anche il mandorlo e il pistacchio”.

Entrando più nei dettagli, Vassallo aggiunge: “Il Pecan è una noce molto esigente. Predilige infatti ottimi terreni con poco ristagno idrico. E’ originario del sud degli Stati Uniti ed era considerato l’albero sacro degli indiani d’America, poiché a fine ottobre andavano a fare incetta del frutto, ricco di grassi insaturi e minerali, che utilizzavano per completare la dieta in inverno. E’ un albero maestoso, che può raggiungere i 30 metri e produrre per oltre 300 anni. Ha un solo grande problema: la maturazione dei frutti, che avviene alla fine di ottobre, e pertanto ha bisogno di estati calde, lunghe e non molto piovose, perché le piogge renderebbero problematica la raccolta, che avviene con normali scuotitori. E’ quindi una pianta che trova un clima perfetto in Sicilia, dove l’estate si prolunga anche oltre il mese di settembre. Il sesto di impianto che utilizziamo è di 10×8 metri con irrigazione a goccia aerea e quattro gocciolatoi per pianta”.

Vassallo continua: “Anche la coltivazione del pecan avviene, come per tutto il resto delle colture della nostra azienda, con metodo biologico. Questa pianta, peraltro, non presenta alcun problema fitosanitario, eccezion fatta per qualche afide che viene controllato attraverso una particolare e specifica coccinella. Certo, con oltre 500 cultivar non è facile trovare quella giusta che si adatti all’ambiente di coltivazione: E bisogna prestare la massima attenzione al processo di asciugatura delle noci, data la delicatezza del loro guscio. Le muffe, infatti, potrebbero avere un facile ingresso nel frutto”.

“Attualmente – conclude Ignazio Vassallo – la nostra produzione si aggira intorno ai 15 quintali per ettaro ma, affinando le tecniche di coltivazione, contiamo di arrivare a produrre intorno ai 20/25 quintali per ettaro. Una sfida che ci aspetta ora è il mercato, di fatto tutto da creare poiché in Italia non sono presenti impianti di sgusciatura, quindi la vendita è solo in guscio. Tuttavia, chi assaggia la bontà e la delicatezza del frutto, continuerà a consumarlo”.

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