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Logistica e Trasporti

L’autotrasporto siciliano minaccia il fermo

Non piace la marcia indietro del governo sul cosiddetto marebonus, il contributo per il trasporto combinato strada-mare

L’autotrasporto siciliano sta pensando, in concreto, alla mobilitazione. Non è infatti piaciuta quella che è stata definita “la marcia indietro del ministero dei Trasporti” sul tema marebonus, ossia sugli incentivi al trasporto combinato strada-mare introdotti per la prima volta dall’articolo 1 della Legge di Stabilità per il triennio 2016-2018 allo scopo di sviluppare la modalità combinata strada-mare attraverso la creazione di nuovi servizi marittimi e il miglioramento di quelli già esistenti.

Il malcontento generalizzato degli autotrasportatori siciliani è riassunto in una nota diffusa dalle le associazioni Fai Sicilia e Aitras, che affermano: “Non ci rimane che riunire le associazioni della Consulta al fine di intraprendere iniziative di mobilitazione e protesta”.

Promesse non mantenute

“Dopo lo stanziamento approvato nel 2022 per il contributo al trasporto combinato strada-mare – denunciano nella nota – il ministero dei Trasporti non ha provveduto ad emanare gli atti conseguenti, facendo di fatto perdere le somme. Per il 2023 avevamo solo promesse dal ministro Matteo Salvini che a oggi non si sono concretizzate”.

Abbandonati al proprio destino

Nella nota le associazioni precisano anche che “più volte la Consulta regionale per l’autotrasporto ha chiesto un incontro con il ministro Salvini senza alcun riscontro”.

Secondo Fai Sicilia e Aitras, dunque, la conseguenza di questa “marcia indietro”, può essere solo una: per un discorso di natura economica, i camion continueranno a viaggiare solo su strada, perché l’alternativa intermodale non è sostenibile. “Le imprese che hanno investito sul combinato – sottolineano – sono state lasciate al loro destino”.

Le conseguenze

Le criticità che devono affrontare gli autisti che partono dalla Sicilia per sbarcare sulla Penisola sono diverse: mancano le aree attrezzare dove trascorrere le ore di riposo, si viaggia su “strade non idonee e prive di corsie d’emergenza” e sono lunghe le attese all’imbarco per attraversare lo Stretto di Messina.

E a proposito si Stretto, è fermo anche il contributo regionale alle imprese che lo attraversano, il secondo periodo oggetto di contributo è terminato il 28 febbraio 2023.

“Il portale della Regione Sicilia attraverso cui chiedere il contributo si sarebbe dovuto attivare i primi di marzo, ma ad oggi tutto tace”, concludono Fai Sicilia e Aitras.

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