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Nocciola Piemonte Igp: nell’Astigiano previsto il 50% in meno

Stefano Amerio: “La pioggia è stata abbondante anche qui, ma paghiamo ancora i danni della grande siccità 2022”

Il maltempo di questi giorni si è fatto sentire anche in Piemonte, dove le precipitazioni sono cadute abbondanti. Tutto bene quindi per la prossima campagna della Nocciola Piemonte Igp? No, perché si attende comunque una stagione di magra, ancora figlia della grande siccità del 2022. A spiegare come e perché è Stefano Amerio, titolare dell’azienda La collina degli Ameri di Variglie, quartiere di Asti.

“Le previsioni per il 2023 – spiega l’imprenditore – sono se possibile ancora più disastrose degli ultimi anni. Complessivamente, almeno nella mia zona, cioè Asti verso Torino, mi attendo circa un 50% in meno rispetto alla normalità. Le prime avvisaglie che quest’anno la produzione potrebbe essere molto scarsa erano cominciate già a settembre 2022, quando notai che le infiorescenze maschili stavano cadendo, con tutta probabilità a causa della siccità. A metà gennaio poi, quando inizia l’impollinazione, era una desolazione vedere questa mancanza di fiori maschili. E, tutto ciò, nonostante io abbia sempre curato il terreno, per farlo respirare al meglio, e abbia effettuato anche la necessaria concimazione”.

Amerio poi precisa: “Le difficoltà più grandi le riscontro soprattutto nelle piante più adulte, quelle tra i 12 e 15 anni per intenderci, mentre sono più produttivi gli impianti giovani, di 7-8 anni”.

Nonostante la mancanza di prodotto già durante l’ultima stagione, i prezzi per il titolare de “La collina degli Ameri” non sono stati soddisfacenti. A meno che non si faccia trasformato. “I listini all’ingrosso – conferma Amerio – si sono attestati mediamente sui 6,50-6,70 euro punto resa. Per me, sotto il livello della decenza. Tuttavia, trasformando una buona parte della mia produzione e vendendola direttamente ai privati, ho potuto proporre quotazioni soddisfacenti, sui 24 euro il chilo. Per scelta, almeno fino al momento, non mi sono mai rivolto invece al cliente professionale (pasticcerie, gelaterie, ecc.), dal momento che da voci di corridoio ho sentito di forniture da 11-12 euro il chilo per il prodotto semilavorato. Troppo poco”.

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