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Frutta a guscio ed essiccata

Castanicoltura: il segreto sta nella manutenzione

Salvatore Dell’Angelo: “Oggi non si può improvvisare. Serve una corretta gestione, ma anche la politica dovrebbe fare la sua parte”

La castanicoltura? Oggi ha bisogno di veri e propri professionisti, che sappiano prevedere e comprendere le esigenze di un castagneto, trattandolo alla guisa di un vero e proprio frutteto. Altrimenti, i problemi non tardano ad arrivare. A mettere in pratica questa tesi è Salvatore Dell’Angelo, 43 anni, il quale nell’azienda di Montella (Avellino) che porta il suo nome segue un castagneto di oltre 20 ettari da più di trent’anni.

“Sono praticamente nato in mezzo alle castagne – spiega – e oggi per essere produttori di questo frutto bisogna mettere da parte l’improvvisazione. Mi spiego meglio. Non si può arrivare a settembre e cominciare a falciare l’erba sotto al castagneto, sperando poi di fare un buon raccolto a ottobre. In questo modo, si rischia di trovare molti frutti con problemi di marciume o attaccati dai funghi. Un castagneto, invece, va seguito lungo tutto l’arco dell’anno. Tanto che io riesco anche ad applicare il metodo biologico. Quest’anno, ad esempio, ho già fatto due trattamenti, uno a base di solfato di rame, per scongiurare il pericolo di malattie fungine, l’altro di concime fogliare, a base di alghe marine (ma a volte utilizzo anche estratti di crostacei). Il risultato, è che sono soddisfatto per come sta andando anche questa stagione, dopo l’annata già molto positiva del 2021. L’allegagione nel 2022 è stata infatti decisamente buona e, augurandoci che non ci siano brutte sorprese nei prossimi mesi (tre anni fa abbiamo avuto molti problemi in settembre col vento, che ci ha fatto perdere circa il 50% del raccolto), al momento sono fiducioso. Anche per quanto riguarda la questione del cinipide, l’insetto antagonista sta facendo il suo lavoro e non ho problemi di questo tipo nel mio castagneto, che conta tutte piante secolari, alcune risalenti a prima del Settecento”.

L’azienda di Dell’Angelo, peraltro, è oggetto di studio da parte del portoghese Polytechnic Institute of Bragança, come case history dello sviluppo di un castagneto in una zona svantaggiata. Inoltre, sarà meta di una visita di un paio d’ore durante Eurocastanea 2022, il prossimo settembre.

“Ma sulla castanicoltura – continua ancora Dell’Angelo – si potrebbero dire ancora molte cose. Il problema è che oggi la politica agricola è spesso auto referenziale, e non si occupa realmente di agricoltura. Sono di ritorno, ad esempio, da un viaggio che proprio questa settimana ho fatto in Calabria. Ho visto con i miei occhi castagneti secolari che rischiano di essere abbattuti e avviati a valorizzazione in impianti a biomassa. Sarebbe un vero e proprio scempio, ma la realtà è questa. Sta mancando anche personale specializzato nella gestione dei castagneti, e l’Italia rischia di disperdere un vero e proprio patrimonio, dal nord al sud della Penisola. La politica dovrebbe prendere coscienza di questa situazione e attuare gli opportuni provvedimenti”.

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