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Nocciole: in Emilia Romagna prosegue il progetto di Terremerse

Marco Babini Terremerse

Babini: “Tutto secondo programma, anche se il forte aumento dei cereali sta facendo rimandare alcuni investimenti da parte dei produttori”

I nuovi terreni coltivati a nocciole da parte dei produttori associati alla cooperativa romagnola Terremerse dovevano essere 70 ettari entro la fine del 2021 e lo saranno. Ad assicurarlo è lo stesso responsabile del progetto, Marco Babini, che per myfruit.it ha fatto il punto della situazione del progetto e ha spiegato perché il grande aumento di prezzo dei cereali sta rallentando, in prospettiva, il suo sviluppo.

Le novità del progetto

“Dopo i 20 ettari piantati lo scorso anno, entro il prossimo mese di dicembre andremo a dimora con altri 50 ettari già contrattualizzati, dalla provincia di Bologna fino a quella di Rimini. A seconda dello stato delle piante (in vasetto o a radice nuda), esse saranno piantate o nella prima parte di dicembre, o alla fine del mese. Anche le varietà non saranno le stesse. A seconda della zona in cui ci si trova, proponiamo diverse cultivar, che in generale vanno dalla Tonda di Giffoni in pianura alla Tonda Gentile Trilobata in collina. Strizziamo però l’occhio a una varietà molto interessante come è a tutti gli effetti la Tonda Francescana, che sarà piantata nel Ferrarese, assieme ad altre varietà, in un ettaro di campo sperimentale della Fondazione Navarra”.

noccioleto

Il progetto sul nocciolo di Terremerse, insomma, sta continuando a crescere (oggi sono una quindicina le aziende aderenti), tanto che negli scorsi mesi, come ha confermato lo stesso Babini, è arrivata anche l’ufficializzazione del contratto con Ferrero, il colosso dolciario di Alba (Cuneo) a cui saranno conferite tutte le produzioni degli aderenti all’iniziativa. I primi conferimenti sono attesi già nel 2024.

“Stiamo inoltre raccogliendo le manifestazioni di interesse – aggiunge Babini – nelle altre regioni in cui come Terremerse siamo presenti. Bisogna infatti considerare che, per la partenza del progetto nelle varie regioni, occorre prima fare “massa critica”, ovvero avere un gruppo di aziende di quel determinato territorio che decidono di coltivare nocciolo. E’ necessario arrivare a un minimo di una quindicina di ettari, per avere un vantaggio dal punto di vista del raccolto (effettuato da un contoterzista) e della logistica”.

Prezzi dei cereali, un problema anche per le nocciole?

L’attuale situazione congiunturale, tuttavia, non sta aiutando lo sviluppo di questo progetto. Spiega infatti ancora Babini: “Con gli aumenti di prezzo che negli ultimi mesi hanno avuto i cereali, molti produttori, pur ritenendo interessante la nostra proposta, stanno prendendo tempo. I vantaggi dei cereali o della soia sono infatti una liquidità immediata e quotazioni che oggi sono molto elevate. Il nocciolo, invece, richiede un’attesa di 4 – 5 anni prima di vedere i primi frutti. Esso rimane tuttavia un’ottima soluzione per presidiare le colline del Bolognese o della Romagna, che in molte località si stanno spopolando”.

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