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Frutta a guscio ed essiccata

Nocciole: prosegue il programma di Terremerse in sette regioni italiane

Marco Babini Terremerse

Intanto Marco Babini, responsabile del progetto, fa il punto sui danni da gelo e sui nuovi impianti in arrivo

Continua – ed è ancora aperto a nuove adesioni! – il programma di Terremerse, cooperativa multi filiera dell’agroalimentare che oggi aggrega oltre 5.600 soci, per la messa a dimora di 600 ettari di nocciolo entro cinque anni in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana, Marche, Umbria e Lazio.

Myfruit.it ha interpellato il responsabile di questo progetto, Marco Babini, per fare il punto della situazione all’indomani delle recenti gelate e per sapere come sta proseguendo l’iniziativa. “In linea generale – spiega Babini – si può dire che le gelate tardive hanno colpito quest’anno a macchia di leopardo. Tra i danni più ingenti che abbiamo rilevato nelle regioni in cui siamo presenti come Terremerse, sicuramente c’è la zona del Viterbese. Nel cosiddetto regno della Tonda Gentile Romana, abbiamo avuto anche casi di danni al 100%. In altre zone i danni sono stati meno drastici, anche se comunque ci sono stati.  Ad esempio nel Ravennate, dove abbiamo un impianto di cinque anni, c’è stato un 30 – 40% di danno. Nel Veronese, oltre al freddo, gli impianti presenti hanno dovuto fronteggiare anche la recente grandinata, che ha imbiancato la zona di Sommacampagna. Pure in Umbria e in Toscana, il gelo ha colpito a macchia di leopardo. So poi che pure in Piemonte, uno dei poli più importanti per il nocciolo, il gelo ha colpito, anche se è ancora difficile dare una percentuale; a mio avviso, almeno tra il 20 e il 30%. Ma, sempre parlando in linea generale, è ancora difficile fare una stima precisa dei danni, perché il frutticino che ora si è formato potrebbe ancora essere abortito”.

Gelo: danni superiori al 2020

Babini fornisce anche la spiegazione sul perché quest’anno i danni delle gelate tardive sono nettamente maggiori rispetto a quelli del 2020. “L’anno scorso – prosegue Babini – il nocciolo si era difeso bene, nello stesso Viterbese, dal ritorno del freddo, rispetto anche ad altri alberi da frutto, soprattutto drupacee. Il problema è che quest’anno il nocciolo ha germogliato una settimana prima e il ritorno del freddo è stato registrato una settimana dopo rispetto al 2020. Ciò ha fatto sì che tutta la frutticoltura sia stata sotto stress e, in questo caso, anche il nocciolo sia stato molto colpito”.

Intanto, il Progetto Nocciolo di Terremerse va avanti e, rispetto al 2020, quando il programma è partito (era la fine di giugno), le adesioni sono più che raddoppiate. “Già impiantati – spiega ancora Babini – abbiamo 20 ettari in Romagna. Ora, a livello contrattuale, abbiamo già chiuso accordi per 50 ettari da piantare nel prossimo dicembre tra Emilia Romagna e Umbria, poi ci sono altri contatti aperti anche in altre regioni. Il progetto è ancora aperto e ci auguriamo ovviamente di concludere altri contratti. Devo senz’altro rilevare che operare tra covid e gelate non aiuta. Situazioni come queste frenano un po’, tra gli agricoltori, gli investimenti poliennali, anche se il nocciolo non richiede impegnativi investimenti iniziali. In Romagna, comunque, ho notato molto interesse sul nocciolo da parte di chi si è fermato, o è intenzionato a farlo, con il vigneto, anch’esso molto danneggiato dalle gelate di quest’anno”.

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