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Mandorle: ripartenza a mille, ma i trasformatori chiedono certezze

mandorle

Felice Nastasi (Lorenzo Nastasi & C): “Abbiamo ripreso anche a una velocità eccessiva, ma c’è bisogno di certezze”

Tra i settori più colpiti dalle misure anti-Covid c’è stato quello delle cerimonie che, a cascata, ha coinvolto quello della confetteria e, quindi, l’industria che sta dietro a tale comparto. Myfruit.it ha interpellato Felice Nastasi, da oltre vent’anni alla guida dell’azienda di famiglia, la Lorenzo Nastasi & Cdal 1928 specializzata in import/export di mandorle e che oggi lavora soprattutto mandorle siciliane (Avola e non solo) per la confetteria.

Da una quindicina di giorni siamo ripartiti a mille – spiega l’imprenditore – e secondo me anche troppo in fretta. Tra l’altro, la situazione delle chiusure anti-covid non si è sbloccata solo in Italia, ma pressoché contemporaneamente in tutta Europa. Per un’azienda come la nostra che ha contatti a livello commerciale con diversi Paesi, ora è molto complesso gestire i vari ordini. Se da un lato fa piacere ritornare finalmente a fare il nostro lavoro, dall’altro è difficile perché ci sono ancora molte incertezze sul futuro.

Sostanzialmente – prosegue Nastasi – nessuno, nel nostro settore, ha fatto programmazione a lungo termine in questo clima di incertezze. Ciò ha provocato il crollo del prezzo delle mandorle, comprese quelle di Avola, che si è abbassato del 30 – 40%, e sono mancati mesi di lavorazione. Molto difficile quindi operare in una situazione del genere, senza peraltro sapere cosa succederà tra qualche mese. L’auspicio che posso fare è naturalmente quello che la situazione si stabilizzi e che si torni alla normalità. Solo in questo modo ci potrà essere una vera ripresa del nostro settore”.

Accennando poi a come la sua azienda ha vissuto il periodo del lockdown, Nastasi ha aggiunto: “La confetteria rappresenta normalmente per noi circa il 70% del business. Durante i mesi di chiusura abbiamo dovuto riorganizzarci, puntando maggiormente sul commercio on line e sui semilavorati. Non ci siamo quindi mai fermati, anche se non è stato senz’altro semplice ripensare al tutto. Del resto, la confetteria per noi significa un fatturato di 4-5 milioni di euro, mentre l’intero comparto genera tra i 40 e i 50 milioni di euro”.

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