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Con la frutta secca si fa il “lifting” alla memoria

Non bisogna mai smettere di consumare frutta secca, anche in età avanzata. A dirlo sono sempre più pareri autorevoli, tra cui quello di Niccolò Marchionni, direttore del Dipartimento di Cardiologia e Medicina Geriatrica all’ospedale Careggi di Firenze, che in un suo intervento pubblicato in questi giorni sul Corriere della Sera, ha raccomandato il consumo di frutta secca, comprendendola all’interno della cosiddetta “dieta mediterranea”. Scrive tra l’altro Marchionni: “…non ci sono farmaci o «sostanze miracolose» in grado di prevenire la riduzione della memoria e di altre capacità cognitive (che possono manifestarsi anche nel normale processo di invecchiamento), al di là dei farmaci per tenere sotto controllo i più comuni fattori di rischio cardiovascolare (quali ipertensione arteriosa o ipercolesterolemia), quando non sono sufficienti le norme comportamentali… Tra i comportamenti efficaci nel preservare le funzioni del cervello, sono due i pilastri: la dieta mediterranea e l’attività fisica regolare di intensità almeno moderata. Attenzione, però: sulla dieta mediterranea ci sono molti equivoci. Non si tratta, come spesso si sente dire, di mangiare pane, pasta e simili a volontà; ma di mettere nel piatto buone quantità (5 porzioni al giorno) di verdure, frutta, legumi, cereali, con l’aggiunta di un po’ di frutta secca”.

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