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Focus GDO

Odorizzi (La Grande Bellezza Italiana): “Spazio ai giovani”

Questa la ricetta per svecchiare il settore e rendere protagoniste le nuove generazioni del mondo ortofrutticolo

Sosteniamo i giovani. Questa la filosofia a La Grande Bellezza Italiana con le parole dell’amministratore Leonardo Odorizzi che di recente, al convegno di Myfruit a Marca, ha indicato anche questa strada per rendere competitiva l’ortofrutta italiana.

Ma non solo. C’è necessità di ascoltare con attenzione i buyer e puntare sulla collaborazione in un periodo nel quale “sia per cause naturali, sia per mancanza di manodopera la produzione presenta problemi”. Una ricetta che parte dalla valorizzazione delle eccellenze del territorio, con un prezzo equo che soddisfi tutti.

Avanti tutta con i giovani?

“Io da Marca mi porto a casa la conferma che dobbiamo coinvolgere i giovani e svecchiare il settore. Noi li coinvolgiamo anche grazie alla loro presenza nei consorzi di tutela delle Igp. A Berlino la nostra presenza a Fruit Logistica  sarà caratterizzata da uno stand con 25 foto di ragazzi e ragazze, ma ci saranno anche loro sia nello stand di La Grande Bellezza Italiana, sia in due  più piccoli dei nostri consorzi. Vogliamo fare arrivare i nostri produttori. Un riconoscimento anche emotivo per chi lavora duro tutto l’anno e con ogni condizione atmosferica. Dobbiamo dare dignità a questo lavoro”.

Più giovani per innovare e supplire alla mancanza di manodopera, ma pesano i cambiamenti climatici?

“Ottimo lo spunto di Giulio Romagnoli per una maggiore collaborazione tra il partner fornitore e distributore per fare della buona programmazione, bene l’auspicio di Claudio Mazzini di Coop e puntare sull’aggregazione. Soluzioni necessarie per garantire una buona pianificazione soprattutto con i cambiamenti climatici. Il modello da due anni è cambiato e non sempre si riesce a garantire il rifornimento completo. Alcuni prodotti sono mancati e in questo caso le catene devono andare all’estero. C’è da collaborare per evitare la sovrapproduzione o la mancanza di prodotto“.

Manca prodotto, ma i prezzi sono sostenuti

“Fino a tre o quattro anni fa le pesche si vendevano a pochi centesimi, oggi i prezzi sui banchi sono medio-alti“.

Ma se ne acquista di meno

“Noi non riusciamo a produrre più come prima, anche le mele. Per non parlare di kiwi, pesche e susine. Il problema c’è e per fortuna questa situazione ha cancellato alcuni casi estremi come quello più conosciuto dell’anguria a pochi centesimi. La svolta è la collaborazione tra chi compra e chi vende.

Per noi è fondamentale ascoltare le richieste del cliente, dobbiamo seguire le indicazioni delle catene con le soluzioni offerte dai loro manager. Loro conoscono la vendita nei banchi, un lavoro difficile che non è il nostro. Su alcuni articoli stiamo riuscendo ad ottenere dei risultati significativi, su altri c’è da lavorare sia che si tratti di marca privata o di Mdd”.

Che ruolo gioca il consumatore finale?

“Non compra più a caso, ha parametri precisi. Vuole qualità, un prezzo giusto e informazioni sulla filiera, per noi questa è un ‘opportunità perché conosciamo bene il prodotto, la sua storia e la possiamo raccontare per coinvolgere il cliente”.

Come sta andando l’ultima arrivata: la pera Igp di Mantova?

“C’è molto interesse e non riusciamo a soddisfare tutta la richiesta, stiamo programmando per la prossima campagna. Oggi ci sono due Igp e c’è carenza di prodotto, per noi è un gran lavoro. Abbiamo lavorato sul prezzo e ci siamo accordati con la catena su una quotazione intermedia. Siamo convinti sulla necessità di una politica dei prezzi che non superi certi limiti. Dobbiamo ragionare con il cliente sul posizionamento di prezzo”.

“E’ necessario lavorare a presentazioni durante le quali farla assaggiare. Ha un storia antica, plurisecolare, ma torna sul mercato dopo diversi anni. In tanti non la conoscono”.

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