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Focus del mese

Ingrosso, prezzi alti per le prime pesche e nettarine

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Stentano albicocche e ciliegie. La situazione ai mercati di Verona e Bologna dove c’è ancora poco prodotto italiano

Poca Italia e tanta Spagna per la prima frutta della bella stagione, le primizie sono soprattutto di importazione. Le drupacee presenti sul mercato vedono spuntare prezzi alti per pesche e nettarine (scarsi volumi per entrambe) mentre, per l’offerta elevata di ciliegie e rilevante di albicocche, le quotazioni di queste ultime sono più contenute.

Sui mercati di Bologna e  Verona dominano le drupacee spagnole

Gli operatori all’ingrosso di Verona e di Bologna restano prudenti sulla campagna 2020 e aspettano il prodotto nazionale e locale. Le alte quotazioni spagnole sono anche il frutto di un sistema influenzato dal lockdown: i camion non hanno sempre il carico assicurato per il ritorno. E il prezzo sale.

Paolo Merci, direttore del Centro agroalimentare di Verona

Paolo Merci, direttore di Veronamercato, sottolinea che bisogna ancora aspettare per capire l’andamento dei prezzi: “Al momento abbiamo soprattutto prodotto spagnolo. Si tratta di piccole quantità non indicative su come sarà la campagna anche se, per esempio, si prevede una carenza delle albicocche che porterà a un conseguente aumento del prezzo”.

Tutti i prezzi  di Verona delle prime drupacee

Il direttore veronese scatta la fotografia attuale. Iniziamo dalle pesche: “Poca quantità e prezzi alti, provenienza Spagna ma da qualche giorno arrivano dalla Basilicata. Le quotazioni da lunedì scorso sono alte per carenza di prodotto, ma la qualità è decisamente migliorata rispetto alla settimana precedente. Per la pezzatura AA la forbice è da 2,5 a 3 euro/kg”. Discorso simile per le nettarine con: “Poca quantità, prezzi alti e sempre prodotto spagnolo, Per la pezzatura AA  siamo a circa 3-3,5 euro/kg”.
Se apriamo il capitolo albicocche la situazione è diversa spiega Paolo Merci: “Abbiamo una richiesta scarsa, un’offerta rilevante e oltre il prodotto spagnolo c’è, in piccole quantità, quello siciliano. Inoltre molte varietà si sovrappongono. Per la buona qualità, per esempio la varietà tipo Cot,  i prezzi si aggirano da 1,5 a 2 euro/kg; per le pezzature maggiori si raggiungono i 2,5-2,8 euro”.

Si chiude con le ciliegie. A Verona si registra un’offerta elevata con prodotto spagnolo, pugliese e anche locale. “Per le pezzature maggiori extra in confezioni piccole i prezzi variano dagli 8 a 10 euro/kg, mentre per la pezzatura buona (26) dalla Puglia i prezzi vanno dai 5 ai 6 euro/kg – sottolinea il direttore -. Infine per le locali la pezzatura 22-24 va dai 2,5 ai 3,00 euro/kg e quella 26 e 26+ dai 5 arriva ai 6 euro/kg”.

Andamento simile a Bologna

Maurizio Marioloni, rappresentante Fedagro Bologna

Situazione simile al mercato di Bologna con i prezzi delle prime drupacee  sostenuti. Myfruit.it ne ha parlato con Maurizio Marioloni rappresentante di Fedagro Bologna, oltre che di Spreafico al mercato, che conferma la valutazione alta di pesche e nettarine: “Un andamento positivo, consideriamo che si hanno dei buchi varietali del prodotto spagnolo, e siamo vicini ai 3 euro/kg. L’Italia ha ancora poca disponibilità, ma quel poco presente sul mercato si vende con dei prezzi decisamente più alti di quelli spagnoli. Una nettarina della Basilicata arriva ai 4 euro”. Sulle ciliegie, invece, Marioloni parla di una partenza lenta: “Pensavamo a un’andamento migliore per la Bigarreau, i prezzi sono medio-bassi e soprattutto non si registra una grande richiesta”. Nello specifico la forbice è tra i 5 e i 10 euro/kg.

Il problema delle albicocche italiane

La domanda è bassa anche per le albicocche, come conferma il rappresentante dell’associazione dei grossisti: “C’è tanto prodotto spagnolo e inizia ad arrivare qualcosa dall’Italia ma il precoce non è appetibile. L’albicocca si fa fatica a vendere se non è gustosa”. In generale l’andamento è positivo: “Dopo otto mesi di consumo di frutta invernale, si sta continuando a vendere bene, registriamo un buon interesse per la prima frutta estiva”.

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