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“La castanicoltura si salva con il metodo biologico”

Salvatore Malerba: “Chi opera nel settore deve recuperare sulla qualità. E la via per riuscirci è tracciata”

La castanicoltura in Campania? Sta attraversando un momento complesso, poiché sta uscendo gradatamente dall’incubo cinipide, ma deve fare i conti con lo spettro del marciume, causato da un fungo. Eppure, il modo per uscire c’è. E le potenzialità per un roseo futuro del comparto ci sono tutte. A parlarne, dimostrandolo anche in pratica con ciò che sta facendo nella sua azienda, è il cavaliere Salvatore Malerba (nella foto assieme alla figlia Jessica), quinta generazione alla guida di un’attività – Castagne Malerba di Montella, provincia di Avellino – nata già nel 1862 e oggi specializzata nella produzione e trasformazione di castagne.

“Veniamo da una stagione, quella del 2022 – esordisce Malerba – che ha registrato diversi problemi per il nostro comparto. E bisogna cercare di risolverli in fretta, non foss’altro perché la Campania rappresenta circa il 55% della produzione nazionale di castagne e quindi è un prodotto dalla forte valenza sociale, oltre che ambientale, poiché significa anche migliaia di posti di lavoro”.

Il problema numero uno, secondo Malerba, è presto detto: “Dobbiamo – prosegue – recuperare dal punto di vista della qualità. Nell’ultima annata la produzione in linea generale è stata abbondante, ma il marciume interno, causato da un fungo, ha compromesso buona parte del raccolto e creato non poche difficoltà all’industria. Naturale conseguenza sono stati i prezzi, che si sono mantenuti generalmente bassi o bassissimi: tra 1 euro e 1,5 euro il chilo all’ingrosso, ma in diverse occasioni sono scesi ancora più giù”.

Come uscire da questa impasse? Malerba indica la strada. “Su questo punto – spiega – non ci sono dubbi. Dobbiamo continuare con il metodo biologico, ma applicandolo nel migliore dei modi e implementandolo, utilizzando tutte le possibilità consentite. Ci troviamo infatti in una situazione in cui il cinipide ha lasciato tante piante ancora sotto forte stress. Occorre intervenire, in questi casi, con concimazione fogliare e sostanza organica. Per il contrasto al fungo responsabile del marciume occorre il trattamento con il rame, a residuo zero”.

Entrando poi più nello specifico della propria azienda, Malerba si accende ancora di più. “Sento una grande responsabilità a portare avanti un’eredità di cinque generazioni e a gestire quindi quei giganti buoni che sono i castagni. Nel nostro territorio, siamo stati tra i pionieri della trasformazione, tanto che oggi tutta la nostra produzione viene valorizzata tramite la lavorazione della materia prima. Solo per fare un esempio, esportiamo farina di castagne in Giappone da oltre vent’anni, e oggi questo prodotto di qualità ci viene richiesto in altri mercati molto interessanti come Svizzera e Germania. Ma al di là della farina, proponiamo realmente una gamma completa di prodotti a base delle nostre castagne, dalla crema liquorosa alla pasta di castagne, dalla birra alla castagna, alle castagne sciroppate, fino alle caratteristiche Castagne del Prete, ovvero la proposta di un’antica ricetta, frutto della fusione tra l’essiccazione e una fine tostatura”.

Malerba poi conclude: “E’ la prima volta che siamo espositori a Macfrut e giudichiamo l’esperienza molto positiva. Siamo del resto referenti primari per la Grande distribuzione, essendo presenti nelle principali catene italiane ed estere. Buona anche l’idea di presentarci insieme ad altri colleghi come Distretto della Castagna e del Marrone della Campania“.

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