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Apofruit e Besana: accordo per lanciare la frutta secca made in Italy nel mondo

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Intesa tra le due realtà per incrementare la produzione italiana nelle zone vocate e commercializzare il prodotto in Italia e all’estero.

È il primo accordo in Italia che punta a sviluppare la produzione e commercializzazione della frutta secca made in Italy. È stato presentato ufficialmente al Macfrut di Rimini il progetto che vede protagonisti Apofruit Italia, grande cooperativa ortofrutticola che opera su tutto il territorio nazionale, e Besana group, realtà che importa materia prima da 30 Paesi e lavora 42mila tonnellate di frutta secca, frutta essiccata e semi.

I due gruppi, già partner storici, hanno raccolto le esigenze dei produttori italiani di superare la frammentazione e rendere più produttive le loro coltivazioni. Il progetto, che parte subito, prevede di sviluppare la produzione di frutta secca in Italia – mandorle, nocciole, noci e pistacchi – e commercializzarla sul mercato interno e internazionale. Le principali aree geografiche di produzione saranno Emilia-Romagna, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia. «Puntiamo a 2mila ettari di coltivazione per arrivare subito dopo a 3500 ettari nelle zone vocate, dalla Campania e Centro Italia per il nocciolo a Puglia e Sicilia per il mandorlo – spiega Ilenio Bastoni direttore generale di Apofruit – gran parte della frutta secca presente sui mercati italiani è di importazione e questo progetto rappresenta dunque un’opportunità per la produzione italiana. C’è la necessità di essere accanto ai produttori con una proposta per accompagnare il prodotto sui mercati nazionale ed estero».

L’export è affidato a Besana, realtà dalla forte esperienza in questo settore, mentre Apofruit terrà le fila della vendita sul mercato nazionale. La commercializzazione partirà dai mercati generali e dai canali specializzati del biologico per poi approdare nel canale gdo. La frutta secca prodotta sarà sui banchi di vendita contraddistinta dai marchi di valorizzazione dei due gruppi, Solarelli, Besana e Almaverde Bio. «Il fatto che la frutta secca possa essere gestita e messa sul mercato nei 12 mesi stabilizza il valore della produzione» commenta Bastoni.

Besana, oltre alla struttura per l’export, porta nel progetto la conoscenza agronomica del mondo della frutta secca sperimentata in ampi progetti di produzione in numerosi Paesi del mondo e la competenza per la progettazione di nuovi campi.

Attualmente, spiega Riccardo Calcagni, amministratore delegato di Besana, «abbiamo in Italia una buona produzione di nocciole, un po’ meno di noci mentre la produzione di mandorle si è ridotta notevolmente rispetto agli anni ’50. Una situazione determinata dalla micro dimensione delle aziende, con produttori poco organizzati e senza supporti tecnici e tecnologici moderni a cui si aggiunge la mancanza di rinnovamento varietale. Il nostro progetto invece prevede tecnologia ad altissima innovazione e alta tecnologia agricola».

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