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Nocciole nella Tuscia, il sindaco di Caprarola minaccia querele

nocciole

E’ ancora alta tensione nella Tuscia tra produttori di nocciole e ambientalisti. Tanto che il sindaco di Caprarola, Eugenio Stelliferi, nei giorni scorsi è intervenuto dicendo: “Facciamola finita di aprire bocca e dargli fiato. Le affermazioni devono essere accompagnate da dati scientifici certi. E bisogna smetterla di dire che il lago di Vico è inquinato per colpa degli agricoltori che usano i fitofarmaci. Siamo pronti a presentare denuncia. Abbiamo già incaricato uno studio legale per verificare l’ipotesi di procurato allarme e danno all’economia del territorio”.

Il “casus belli”, in questo caso, è stata l’inchiesta di Internazionale sulla Ferrero e il suo approvvigionamento di nocciole.

Il primo cittadino di Caprarola ha preso questa posizione nel corso dei lavori della prima riunione della “Commissione di studio sulle problematiche derivanti dall’uso e abuso dei fitofarmaci” voluta dal prefetto Giovanni Bruno e svoltasi nella sala Coronas del palazzo del governo in piazza del plebiscito a Viterbo.

Qualità dell’ambiente e qualità del prodotto – ha rimarcato ancora Stelliferi – non possono essere separati. Chi pensa che gli agricoltori commercializzano prodotti nocivi per la salute, ha visto un film. La nostra è un’agricoltura consapevole. Chi sbaglia va punito. Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Se poi non si vogliono le nocciole, questa è un’altra cosa. Ma è fondamentale che ognuno controlli il proprio territorio senza attribuire responsabilità ad altri. Basta infatti con chi dice che il lago di Bolsena non deve fare la fine del lago di Vico. Basta. La Ferrero ha deciso di investire da noi perché siamo i migliori, mica perché c’è un sindaco senza capelli”.

A dare man forte al sindaco di Caprarola anche Pompeo Mascagna di Assofrutti, per il quale la nocciola è “la coltura che richiede meno trattamenti in assoluto”. Non solo: Mascagna trova anche “assurdo parlare di monocoltura, quando abbiamo 22 mila ettari coltivati a nocciola su 260 mila totali nella provincia di Viterbo. E’ meno del 9 per cento. Poi, certo, in alcune aree come il lago di Vico la concentrazione è più alta”.

 

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