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Castagne, il futuro è nella tecnologia

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Per monitorare lo stato di salute delle castagne italiane, si potrà ricorrere al telerilevamento aereo e satellitare, nonché all’uso di strumenti Ict, ovvero di informations and communication technology. E’ questo il contributo dato dal Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi economica agraria, ad un settore che sta vivendo una progressiva crisi produttiva legata ai problemi di sostenibilità economica della coltura e accentuata dalle emergenze fitosanitarie degli ultimi anni.

Da qui l’urgenza di rilanciare il comparto attraverso un percorso di valorizzazione delle peculiarità locali e una strategia di più ampio respiro che sia sostenibile economicamente ma anche dal punto di vista ambientale e sociale. Il tema è stato affrontato nei giorni scorsi in un convegno per l’aggiornamento dell’inventario castanicolo nazionale, organizzata dall’Accademia del Georgofili in collaborazione con Ministero delle Politiche agricole, Associazione Nazionale Città del Castagno, Centro di Studio e Documentazione sul Castagno, Anci Toscana, Regione Toscana. “L’analisi del settore – ha spiegato Piermaria Corona del Crea all’Ansa – mostra realtà produttive molto differenziate dal punto di vista delle caratteristiche strutturali ed economiche della filiera, perciò la valorizzazione della risorsa castanicola italiana impone la necessità di acquisire dati conoscitivi sulla sua effettiva consistenza a livello locale, per poter attuare al piano castanicolo nazionale e consentire la corretta utilizzazione delle misure dei Piani di Sviluppo Rurale”. Il legame della castagna con la tradizione l’ha resa da sempre una fonte di reddito per molti territori rurali e un prodotto rappresentativo del made in Italy. Con 30.000 aziende e una superficie di 52.000 ettari, la castanicoltura tricolore concorre per il 64% alla produzione europea di qualità Dop e Igp”.

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