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Trend e Mercati

Donald Trump in sala d’attesa

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Il solco tra centro e periferia, tra più abbienti e meno, ha radici lontane. Per comprendere le ragioni della vittoria di Donald Trump occorre tornare al 1994 e alla nascita dell’OMC

La cartina degli Stati Uniti d’America che vedete qui sopra, mi dà lo spunto per commentare la vittoria di Donald Trump. Vedo in in essa una sorta di “conferma grafica” di un mio sentimento, di un mio pensiero, che ha radici lontane.

Ricordo molto bene la decisione, datata aprile 1994, presa a Marrakech dagli Stati aderenti al GATT (General Agreement on Tariffs and Trade), fra i quali c’era anche l’Italia (che allora vedeva come ministro dell’economia Romano Prodi), quando decisero la trasformazione nel WTO (o OMC – Organizzazione Mondiale del Commercio) spalancando di fatto le porte alla quasi libera importazione di merci da tutto il mondo, inclusa la Cina.

Non si capì immediatamente la portata di quella decisione, ma è certamente da quel momento che iniziò l’invasione dei paesi ad alto sviluppo di welfare, e dunque ad alti costi, con merci provenienti da paesi dove i salari, e dunque i costi per la produzione di merci, erano decisamente inferiori. Solo verso la fine degli anni ’90 la maggioranza degli operatori economici comprese la portata di quell’apertura, che avrebbe avuto senso se operata nell’arco di 25 anni con scadenze e regole certe, ma che realizzata nel giro di pochi anni somigliava all’apertura della diga di Assuan. In tanti chiesero protezione, ma era ormai troppo tardi.

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Torno alla cartina. Mostra, limitata agli Usa, il disastro causato dalla realizzazione, in così poco tempo, del libero scambio internazionale: mostra la sofferenza di una classe media che, dopo aver chiuso negozi e ditte e aver perso tanti posti di lavoro e reddito, ha votato Donald Trump e i rimedi che promette.

Le vicende americane ci dicono che proprio le conseguenze nefaste della rivoluzione causata dal liberalismo affrettato ad opera dalle classi dirigenti e dalle élite residenti prevalentemente negli Stati ad Est ed a Ovest del paese (Stati in blu) ha causato la rivolta della “provincia” (Stati in rosso). E fra i grandi accusati di questa situazione ci sono i media, non a caso tutti dominati da un classe dirigente residente nelle grandi città, che ha perso contatto con il paese reale.

Tutto quanto detto per gli Stati Uniti, vale anche per l’Europa e per l’Italia. Più ci si attarda ad adeguarsi alle situazioni in atto, più destabilizzanti saranno i futuri assetti politici e un altro Donald Trump, per ora in sala d’attesa, potrebbe entrare nella stanza dei bottoni.

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