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Retail

GS (Gruppo Carrefour): maxi sequestro per fatture false

Sono in discussione 362 milioni, perquisizioni a Milano, Lodi, Pavia e Torino. Al centro dell’inchiesta la manodopera

Oltre 64 milioni confiscati e l’ipotesi di una complessa frode fiscale grazie a un sistema di fatture false per contratti di appalto fittizi e manodopera illegale. E’ il risultato delle indagini e del sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Milano nei confronti di GS, società che opera nel campo della grande distribuzione di proprietà, dal 2010, del Gruppo Carrefour.

I fatti

La Procura contesta a GS di aver esternalizzato una serie di servizi – tra cui la logistica, la movimentazione merci, il facchinaggio e il trasporto – ad alcuni fornitori con appalto ufficiale. I quali, però, si sarebbero poi avvalsi di manodopera proveniente da cooperative o società con diffusa irregolarità fiscale. 

In sintesi, la manodopera sarebbe stata nelle mani di cooperative definite dagli inquirenti serbatoi, che avrebbero schermato i rapporti di lavoro tra la GS e altre società filtro.
Tali serbatoi di manodopera avrebbero sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché gli oneri di natura assistenziale e previdenziale.

E pertanto, durante la giornata di oggi (15 aprile) ci sono state perquisizioni a Milano, Lodi, Pavia e Torino per accertare i fatti: secondo le prime indiscrezioni, tra il 2018 e il 2022, sarebbero stati emessi documenti falsi per oltre 362 milioni.

Il danno all’erario

Il potenziale danno arrecato al fisco da questa galassia di subfornitori di manodopera sembra ammontare, secondo i primi calcoli della guardia di finanza, a circa 110 milioni, 67 milioni dei quali maturati nei rapporti di fatture con la società dei supermercati.

Il precedente

GS non molto tempo fa aveva giù dovuto affrontare problematiche simili: nel 2022 aveva infatti subito un sequestro di 26 milioni su un altro tipo di frode. In quel caso si trattò di uno schema di cessioni e acquisti intracomunitari di prodotti nel periodo 2015-2021: il contenzioso fu chiuso con il versamento, al fisco, di 53 milioni.

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