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Reparto Ortofrutta

Ortomercato Milano. È ancora scontro con i grossisti

Il passaggio a Sogemi della gestione dei mercati rionali scatena l’ira dei grossisti.

Venerdì scorso la giunta comunale di Milano ha approvato la delibera proposta dall’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso, che proponeva che la gestione dei 23 mercati rionali della capitale lombarda passasse a Sogemi, la società partecipata da Palazzo Marino che amministra i mercati generali di frutta, verdura, pesce, pollame e fiori. Ma i grossisti non sono d’accordo. Il motivo? Lo spiega Fausto Vasta, presidente di AGO, l’associazione grossisti ortofrutticolo dell’Ortomercato di Milano, sulle pagine del Corriere Milano: “Il sistema dei mercati è in perdita e non vogliamo che quelle passività finiscano per gravare sul bilancio della Sogemi. Perché poi i costi si scaricano su di noi”.

Ma in realtà questa è solo la punta di un iceberg che vede alla base ben altri problemi, primo fra tutti l’ammodernamento delle vetuste strutture di quello che era uno dei mercati all’ingrosso più importanti d’Europa e che oramai è scivolato nelle retrovie. Nel 2015, infatti, i mercati generali di via Lombroso compiranno 50 anni e due sono i problemi ancora irrisolti: piattaforma logistica adeguata e catena del freddo. Vale a dire, come sottolinea un grossista intervistato dal Corriere, il “minimo sindacale” per una struttura di 500mila metri quadrati dove lavorano ogni giorno circa 9mila persone e che movimentano un milione di tonnellate di merci all’anno.

Nonostante sia l’ex amministratore unico di Sogemi, Luigi Predeval, che l’attuale, Nicolò Dubini, abbiano presentato all’amministrazione comunale un piano di interventi, sembra che nulla si muova. Neanche l’immininte arrivo di Expo 2015, che vede cibo ed alimentazione come focus principale, è riuscito a portare in primo piano l’imbarazzante situazione nella quale versa uno dei mercati all’ingrosso più importanti d’Italia e che ogni giorno, come affermava proprio un anno fa Predeval, butta via il 30% della merce a causa del non rispetto della catena del freddo. Merce, soprattutto frutta e verdura, che spesso arriva di prima scelta, ma che viene venduta come di seconda a causa della cattiva conservazione.

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