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Sukkot: tutti pazzi per i cedri di Calabria

I rabbini di ogni parte del mondo cercano qui il frutto perfetto con cui celebrare la Festa delle Capanne

Il cedro deve essere puro, cioè nato senza innesti, avere la buccia liscia senza macchie e la forma simile a un cuore, pesare tra gli 80 e i 250 grammi. Questo prescrive la Torah per celebrare la Festa delle Capanne (Sukkot) e questo è il motivo per cui ogni anno da luglio a settembre arrivano in Calabria, in particolare tra Diamante e Scalea (Cosenza),   rabbini da tutte le parti del mondo.

Citato nella Bibbia

Conosciuta anche come Festa dei tabernacoli, il Sukkot – che quest’anno cade tra il 30 settembre e il 7 ottobre – è l’evento più importante del calendario religioso ebraico e ricorda la permanenza del popolo di Israele nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto.

Le origini del cedro, d’altra parte, sono antichissime, nella Bibbia  è citato una 70ina di volte e nel Cosentino la coltivazione risale proprio alla presenza in zona di comunità ebraiche sin dai primi secoli dell’era cristiana.

“Il cedro non è un prodotto autoctono, sono state proprio le comunità ebraiche nella loro peregrinazione ad averlo portato in Calabria, dove ha trovato un microclima unico, per la corrente calda del mare e la corrente fredda della montagna, che ha generato la varietà considerata la migliore, la liscia diamante”, ha spiegato a Laura Aldorisio del Corriere Angelo Adduci, presidente del Consorzio del Cedro di Calabria.

I rabbini si danno appuntamento a Santa Maria del Cedro per selezionare, insieme ai contadini, i cedri migliori per il Sukkot, con la giusta forma allungata e immacolata. Una variante molto delicata, che teme il freddo. Quando la raccolta si è conclusa, le cassette contenenti i cedri avvolti nella paglia e sigillati uno per uno prendono la strada dell’aeroporto di Lamezia per raggiungere le sinagoghe di tutto il mondo ed essere distribuiti alle famiglie per la festa.

L’oro di Calabria è Dop

Utilizzato nella pasticceria e nella ristorazione ma anche nella cosmetica e nei liquori, il cedro ha registrato una prima fase di commercializzazione solo a inizio Novecento. Iscritto nel registro delle Denominazioni d’origine protette (Dop), il cedro di Santa Maria del Cedro ha, per la commissione europea, “colore, forma e consistenza della scorza unici”.

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