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Prodotti

Il caldo asciuga i fatturati dei produttori di ortaggi veneti

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Autore Redazione

Le condizioni climatiche hanno determinato cali consistenti delle rese

Insieme alla zootecnia, l’ortofrutta è il settore di specializzazione dell’agricoltura veneta che ha evidenziato le criticità più gravi nel corso dei primi tre trimestri dell’anno scorso. Per quanto riguarda gli ortaggi, le superfici investite hanno tenuto e sono leggermente aumentate per le patate (3.500 ha, +1,4%), il radicchio (4.650 ha, +2%), la lattuga (1.100 ha, +2,6%) e la fragola (370 ha, +2%), mentre gli aumenti più considerevoli hanno riguardato asparago (1.830 ha, +4%), zucchina (1.570, +10,5%), aglio (+14,5%). In calo invece gli ettari destinati a meloni (-13,6%), carote (-8,4%), fagiolini (-16,8%) e cocomeri (-12,8%).

Dal punto di vista produttivo molte colture hanno risentito del caldo estivo, che ha determinato cali consistenti delle rese con ricadute sui fatturati. La produzione di frutta, al contrario, è cresciuta rispetto all’anno precedente, che aveva pagato lo scotto delle gelate primaverili. E’ quindi aumentata la raccolta di mele (+71,4%), pere (+415,6%), pesche (+669,6%), kiwi (+327,3%), ciliegie (+52,8%) e olive (+495%). I prezzi hanno avuto variazioni altalenanti, mentre le superfici investite a frutteti, concentrate per quote percentuali pari o superiori al 70% nel Veronese, sono in discesa di circa il 3%. Il dato rappresenta un elemento di criticità, se osservato in relazione alle contrazioni accumulate anche nelle annate precedenti, in particolare nelle coltivazioni di pesche e kiwi.

Puntare sulla promozione

Tra le leve da utilizzare per ridare slancio al comparto, la promozione. Per questo, dopo lo stop imposto dalla pandemia, la Regione con i Consorzi di tutela del radicchio (Igp Treviso, Castelfranco e Verona) e dell’aglio Bianco Polesano Dop, insieme ad organizzazione dei produttori e centri agroalimentari è tornata quest’anno a Fruit logistica di Berlino, la rassegna più importante per il settore ortofrutticolo a livello mondiale.

In Veneto il settore vale più di un miliardo di euro, ma può fare meglio qualificando le produzioni attraverso il sostegno ai marchi locali, come Mela di Verona, c’è il Veneto dentro, al suo debutto internazionale. La provincia scaligera è il terzo produttore di mele italiano alle spalle di Trento e Bolzano, con 4.400 ettari coltivati (oltre il 75% del totale regionale) da 1.520 aziende. Complessivamente, nel 2022, il comparto melicolo veneto ha fatturato 152,4 milioni di euro, in aumento del 49% rispetto al 2021.

Fonte: Sole24Ore

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