Retail

03 giugno 2025

UniCoop Firenze, via dagli scaffali i prodotti israeliani

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Nei supermercati Unicoop Firenze non saranno più venduti prodotti israeliani. Allo stesso tempo, apertura al finanziamento di progetti di assistenza in favore dei profughi palestinesi arrivati o che arriveranno a Firenze. 

Come riferito da Firenze Today, lo rendono noto il coordinamento interregionale degli aderenti alla campagna socie e soci Coop per la Palestina e Firenze per la Palestina, al termine dell'assemblea dei soci di venerdì 30 maggio mattina, alla quale ha partecipato anche una loro delegazione, che in contemporanea aveva organizzato un presidio davanti all'hotel che ospitava la riunione.

"La presidente di Unicoop Firenze Daniela Mori ha confermato che non hanno più prodotti israeliani in vendita e ha detto che vanno dati dei segnali. Siamo soddisfatti di questo cambiamento di rotta e della disponibilità offerta", si legge in una nota degli attivisti rilasciata al termine dell'assemblea.

Il presidio della mattinata si è svolto in un clima disteso e dai vertici di UniCoop Firenze è arrivata disponibilità alle tematiche e alle richieste rivendicate dagli attivisti. Dall'inizio della campagna, partita diversi mesi fa e durante la quale sono stati fatti numerosi presìdi fuori e dentro diverse Coop fiorentine e non solo, sono cambiate diverse cose. 

"Non si trovano più sugli scaffali le noccioline israeliane a marchio Coop e i vertici di Unicoop hanno dato indicazione ai propri compratori di cercare prodotti alternativi", spiega Saverio Benedetti, dei Sanitari per Gaza e tra i partecipanti al presidio. Le arachidi Coop, d'ora in avanti, a quanto si è potuto apprendere, arriveranno dall'Egitto. Lo stesso accadrà con una salsa tahina, anch'essa prodotta in Israele. 

Le richieste

"Noi, in quanto soci, quando facciamo la spesa vogliamo essere tranquilli e sapere di non finanziare una guerra o un genocidio", aggiunge Benedetti. La pietra dello scandalo era costituita dal fatto che arachidi e salsa di cui sopra prodotte in Israele non solo fossero sugli scaffali ma avessero appunto il marchio Coop.

La seconda richiesta degli attivisti, anch'essa illustrata in assemblea, è quella di destinare il 5% degli utili di bilancio per sostenere progetti di assistenza sanitaria in Palestina e per l'assistenza dei profughi ospitati in Toscana e a Firenze (nelle scorse settimane sono arrivate in città cinque famiglie bisognose di tutto).

Nei giorni scorsi simili richieste erano state portate in assemblea a Lucca durante l'assemblea dei soci UniCoop Firenze di quella città. "Sia il nostro intervento che quello della presidente sono stati molto apprezzato ed applauditi dai presenti in sala. Siamo soddisfatti di questo cambiamento di rotta, della disponibilità e della sensibilità alla causa palestinese manifestata oggi da parte di Unicoop Firenze", sottolineano nel comunicato il Coordinamento e Firenze per la Palestina. Su change.org la richiesta di non tenere prodotti israeliani aveva superato le 15mila firme. 

Dal canto suo UniCoop ha ricordato le iniziative messe in campo nei mesi scorsi, come Un aiuto per Gaza, insieme alla Misericordia di Firenze e a Fondazione Il Cuore si scioglie, la raccolta fondi per l'Unhcr e il progetto per sostenere gli artigiani di Betlemme: sono stati raccolti grazie all'iniziativa promossa da Unicoop 23 tonnellate di generi alimentari di aiuti da inviare nella Striscia di Gaza, purtroppo a quanto risulta bloccati da Israele e mai fatti entrare.


Fonte: Firenze Today

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