Elevata qualità e continuità: è questo che il mondo della Grande distribuzione organizzata chiede oggi alle realtà produttive siciliane. E' quanto emerso dall'incontro dedicato alle eccellenze ortofrutticole dell'isola che si è svolto a Catania in occasione della presentazione di Macfrut 2026 di cui la Sicilia sarà Regione partner. Un confronto fra rappresentanti di gruppi distributivi e della produzione per capire su quali aspetti puntare per portare sui mercati di tutto il mondo le tante eccellenze prodotte.
Un coro unanime ha riconosciuto il valore, la qualità e peculiarità delle produzioni, ma allo stesso tempo sono emerse dal mondo della distribuzione precise richieste affinché tutto ciò possa arrivare al consumatore finale di tutto il mondo.
Il workshop è stato moderato e introdotto da Mario Schiano Lo Moriello di Ismea che ha fornito un quadro generale sulla produzione ortofrutticola siciliana del suo ruolo di primo piano in ambito nazionale. '"Un bene inestimabile per l'Italia", l'ha definito Schiano Lo Moriello.
I numeri dell'ortofrutta siciliana
La Sicilia rappresenta il 22% della superficie italiana con i suoi 263.267 ettari. Nel 2024, su un totale italiano di 24, 5 milioni di tonnellate prodotte, il 19% arrivava dalla sicilia: agrumi, uva da tavola e ortaggi tra i più diffusi. Un primato confermato anche dai dati Sinab sul biologico: nello stesso anno è stata infatti la prima Regione per estensione di coltivazioni biologiche con 413mila ettari: il 17% del totale italiano. In termini di valore, il contributo dell'agricoltura siciliana ammonta si tratta di circa sei miliardi di euro su un totale italiano di 68,4 miliardi. Un incidenza di circa il 9% sul complessivo italiano.

Per quanto riguarda l''ortofrutta, il 16% del valore nazionale arriva dalla Sicilia per circa tre miliardi di euro. E' la prima in Italia. La Sicilia primeggia anche su Dop e Igp, con ben 19 denominazioni, ma l'offerta dei prodotti siciliani non si caratterizza solo per le eccellenze certificate.
Nel corso del suo intervento, Schiano ha sottolineato come anche altri prodotti, pur non fregiandosi del riconoscimento, sono di fatto riconosciuti come di estremo valore sotto il profilo qualitativo. "Al di là dei numeri, ci sono degli elementi che caratterizzano la Regione che sono il risultato di un insieme di caratteristiche pedoclimatiche e del know-how storico dei produttori", ha sottolineato Schiano Lo Moriello.
L'offerta inoltre è molto varia, dagli agrumi alla frutta secca, dalle primizie ai prodotti che chiudono la stagione commerciale. Produzioni a cui si uniscono le molte aziende di trasformazione che accrescono il valore alla già ricca proposta.
Più aggregazione
La Sicilia dunque si profila come numero uno. Una regione dalle grandi potenzialità che però deve ancora trovare il coraggio di affrontare alcuni temi di fondamentale importanza per i buyers. La presenza a Catania di gruppi di distribuzione con caratteristiche diverse, dal focus regionale all'estero, ha permesso di fare una panoramica sugli aspetti che devono e possono essere ancora migliorati affinché tutto questo mondo di eccellenze possa essere valorizzato al meglio.
Per Alfio Mancuso, tecnico ortofrutta e buyer innovation del Gruppo Arena, ogni areale siciliano ha caratteristiche difficilmente replicabili, ma la dimensione delle aziende resta un limite. "Bisognerebbe puntare ancora di più sull'aggregazione tra i tanti piccoli produttori che potrebbero sviluppare progetti nuovi, ottimizzare i processi produttivi e porsi così sul mercato in modo più competitivo", ha sottolineato Mancuso.
Da sempre Gruppo Arena, primo player in Sicilia, punta alla promozione del prodotto interno. Oltre il 70% del parco fornitori è infatti siciliano. Ma non basta: Arena si impegna anche sulla formazione: "Lavoriamo - ha spiegato Mancuso - per trasferire la conoscenza al frontman del reparto. Abbiamo creato un percorso, con delle giornate formative, che dà ai produttori la possibilità di dialogare direttamente con gli operatori di reparto affinché le informazioni possano essere trasferite adeguatamente a chi poi ogni giorno ha a che fare con clienti". Dove possibile, Arena punta a raccontare anche le destinazioni d'uso dei prodotti.

Specializzazione e comunicazione
Anche Coop Italia riconosce il valore della produzione siciliana. Nella linea Fior Fiore sono presenti ben 12 referenze siciliane, fra cui sette dopo e Igp. "La qualità dell'imprenditorialità è altissima per impegno e volontà - ha detto Germano Fabiani - ma serve guardare, in ottica moderna, alla specializzazione, senza volere presidiare tutta la filiera, ma organizzando i mestieri e puntando sulla vocazione di ciascuna azienda o territorio".
Comunicare le filiere d'eccellenza, puntando sullo storytelling, è un lavoro che può ancora regalare soddisfazioni. Fabiani pone l'attenzione anche sul ruolo della distribuzione nella comunicazione come spazio vicino all'acquisto, dove la propensione aumenta. Un luogo dove anche il packaging assume un ruolo di primo piano. "In Italia, negli ultimi anni, la vendita di ortofrutta confezionata è aumentata", ha ricordato.
Alta qualità e continuità
Tra gli intervenuti, Domenico Lo Re di Eurogroup ha raccontato quali sono le esigenze del mercato tedesco e austriaco: "La Sicilia per noi è fondamentale per diversi articoli: primizie, tardizie e bio. Il 50% del nostro bio viene dalla Sicilia. La logistica ci penalizza, ma con la giusta organizzazione si riesce a fare bene. E' una terra dai prodotti unici. L'eccellenza è fatta dalle persone che lavorano e s'impegnano".
Ma anche Lo Re evidenzia le problematiche. "La Sicilia è prudente nelle innovazioni, soprattutto in quelle varietali. Si perdono delle occasioni importanti, pur avendo l'opportunità di arrivare primi sul mercato. E soprattutto serve garantire la costanza". Se non è possibile competere sul prezzo, l'unica via, per Lo Re, è dare dei parametri qualitativi molto alti e costanti, aspetti apprezzati da quella fascia di consumatori disposti a sostenere un surplus di prezzo.
Ortofrutta e turismo: un binomio promettente
Nicolò Sparacino di Biofruit trading, ha sottolineato il ruolo dello storytelling, del contatto diretto e del cibo come esperienza. L'apertura di punti di vendita di prodotti siciliani a Berlino ha permesso di far conoscere direttamente al consumatore finale i prodotti. Per Sparacino una maggiore valorizzazione dell'ortofrutta siciliana potrebbe passare attraverso la sinergia con l'esperienza turistica e il contatto con il cliente finale.
"I consumatori cercano esperienze: attraverso il prodotto si ricordano della loro vacanza o ne programmano una. Noi investiamo molto sul racconto del territorio. Abbiamo iniziato a organizzare anche viaggi esperienziali che contribuiscono a creare memoria. La Sicilia, da questo punto di vista, ha un grande appeal".
Innovazione di prodotto e processo
Jan Giovanni Ghisalberti della Jaghi Trader, attiva sui mercati dei Paesi scandinavi. "Abbiamo qui ottimi fornitori", ha dichiarato. Carote, agrumi, uva tra le produzioni commercializzate. Angurie e piselli arrivano dalla Sicilia, ma passano da altre regioni. E questo è un aspetto su cui si deve riflettere. Nel tempo, calato invece il pomodoro. I mercati scandinavi sono molto attenti al biologico e la Sicilia quindi è in primo piano.
Le tre parole importanti per Ghisalberti però sono qualità, continuità e prezzo. Aspetti dunque che ritornano. "I supermercati hanno bisogno di questi tre elementi. Non vogliono marchio dell'esportatore, preferiscono marchio premium del distributore, ma devono avere determinati standard".

Alessandro Simoni di Lulu Supermarket che distribuisce nel Medio oriente, ha sottolineato quanto sia importante curare ogni aspetto. Per la Sicilia, in particolare, il punto di forza sta in un consistente marketing territoriale che può aiutare a fare conoscere meglio i prodotti sia al consumatore finale che al buyer.
"La frammentarietà della produzione - ha però aggiunto - rende difficile dare continuità. Fondamentale anche l'innovazione nel prodotto e nei processi. Per noi - ha continuato - il tempo di transito è un aspetto di grande rilevanza". Le tempistiche sono un altro elemento fondamentale: "Se si arriva troppo tardi sul mercato, ci sono delle conseguenze negative sulla percezione del consumatore".
Ne emerge un quadro con tanti punti di forza e alcune criticità. Superabili? Si, soprattutto se si uniscono le forze in un'azione collettiva. Il brand Sicilia è forte e può esserlo ancora di più.
Mafrut, le visite in azienda
La missione di Macfrut in terra siciliana è proseguita, il giorno successivo, con la visita di una delegazione di Cesena Fiera, operatori e stampa presso tre importanti eccellenze produttive. La prima tappa è stata presso la Op La Deliziosa a Biancavilla (Catania), cooperativa nata nel 1988, divenuta nel 2005 organizzazione di produttori. Presentata da Sarah Bua, la Op si è specializzata nella produzione di fico d’India tanto da annoverare un’estensione di circa 500 ettari dedicati.
La seconda visita è stata presso l’azienda agricola Agro Avo a Carlentini (Siracusa) specializzata nella produzione di avocado. Partita con una produzione di 16 ettari, arrivati oggi a 45, l’obiettivo è estendere la produzione di avocado a 70 ettari complessivi.
A illustrare le peculiarità dell’azienda è stato il direttore Giuseppe D’Agostino, con interventi di Patrizio Neri e Alessandro Fornari di Jingold, Riccardo Bellucci di Idea Agro e Giacomo Rizzo di Spo Zentrum.
Il tour si è concluso da Piante Faro a Giarre (Catania). Azienda leader nel settore florovivaistico con un’estensione di circa 700 ettari, dedica anche 250 ettari alla produzione di frutta fresca. La sua attenzione negli ultimi anni si è rivolta nella produzione di avocado alla quale dedica 60 ettari con l’obiettivo di estenderla a un centinaio. A guidare la visita in campo è stato il titolare Michele Faro.