Logistica e Trasporti

28 agosto 2025

Panama pensa al raddoppio: obiettivo due nuovi terminal

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Per limitare il rischio che il controllo dei terminal container del Paese si concentri nelle mani di un unico operatore e per preservare la neutralità del Canale di Panama, l’Autorità che lo gestisce ha annunciato una svolta strategica di grande rilevanza. Come spiegato dall’amministratore Ricaurte Vásquez Morales, nel primo trimestre del 2026 sarà indetta una gara internazionale per la costruzione e la gestione di due nuovi terminal container, uno sul lato Atlantico e l’altro su quello Pacifico.

“C’è una domanda enorme di terminal e infrastrutture portuali. È il momento di entrare in gioco", ha dichiarato Vásquez, sottolineando un cambio di passo per un ente che, fino ad oggi, si era sempre limitato alla gestione della via d’acqua, senza mai entrare direttamente nel settore portuale.

Un piano da 8,5 miliardi

L’avvio dei nuovi scali container rappresenta solo uno dei tasselli di un ambizioso piano di espansione quinquennale da 8,5 miliardi di dollari. Il progetto prevede interventi strategici su più fronti.

Uno degli elementi centrali è la realizzazione di un gasdotto per gas di petrolio liquefatto (gpl). Questa infrastruttura consentirà il trasporto di etano e propano tra l’Atlantico e il Pacifico senza attraversare le chiuse del Canale, offrendo così una via più efficiente agli esportatori statunitensi della costa del Golfo e rispondendo alla crescente domanda energetica proveniente dall’Asia.

Parallelamente, il piano include la costruzione di nuovi bacini idrici, indispensabili per la sostenibilità del Canale a lungo termine. Tra questi, spicca il progetto del bacino del Río Indio, del valore di 1,2 miliardi di dollari, che dovrebbe garantire una fornitura idrica costante e prevenire crisi simili a quella causata dalla siccità del 2023-2024.

Infine, è previsto anche un potenziamento delle infrastrutture stradali, a supporto del sistema logistico nazionale e dei collegamenti intermodali con i porti e il canale stesso.

Geopolitica e porti: una mossa per ristabilire l’equilibrio

L’espansione portuale panamense si inserisce in un contesto geopolitico in rapida evoluzione. Le tensioni sono aumentate dopo le dichiarazioni dell’ex presidente statunitense Donald Trump, che nel 2024 ha espresso la volontà di “riprendere il controllo del Canale di Panama”. Pochi giorni dopo, il 14 marzo 2025, è stato annunciato un accordo tra il consorzio BlackRock-MSC per acquisire Panama Ports Company, inclusi i due principali terminal container del Paese.

Tuttavia, l’operazione è stata bloccata dal governo cinese, dal momento che l’attuale gestore, CK Hutchison Holdings, ha sede a Hong Kong. L’intesa è così finita in una fase di stallo, accrescendo l’incertezza sul futuro degli asset terminalistici.

In questo scenario, la decisione dell’Autorità del Canale appare come un chiaro tentativo di preservare l’equilibrio tra gli operatori internazionali, evitando il predominio di un singolo gruppo e mantenendo il Canale come infrastruttura neutrale, aperta a tutti gli attori globali.

Una corsa regionale alla leadership logistica

Panama, inoltre, si trova a dover fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita nella regione. Il Messico sta ultimando il Corredor Interoceánico del Istmo de Tehuantepec, una ferrovia di 308 km tra Atlantico e Pacifico. In Colombia, si lavora a un progetto ferroviario trans-oceanico che collegherà Buenaventura e Cartagena. Il Perù, infine, punta sul nuovo porto di Chancay, un’infrastruttura sviluppata con forti investimenti cinesi e destinata a diventare uno snodo fondamentale per i traffici tra Asia e Sud America.

In questo contesto di crescente competitività, Panama intende rafforzare la propria leadership logistica attraverso investimenti mirati e un piano strategico di lungo termine.

Crescita nei transiti, ma attenzione alla sostenibilità

Sul fronte operativo, il Canale continua a mostrare segnali incoraggianti. Nel luglio 2025, i transiti sono cresciuti dell’8% rispetto al mese precedente, superando quota mille attraversamenti. Tuttavia, la sostenibilità rimane una priorità imprescindibile.

Il bacino del Río Indio, come già accennato, sarà cruciale per garantire la stabilità idrica del sistema, specie in un contesto di cambiamento climatico che ha già mostrato le sue conseguenze.

Ricavi in calo per l’anno fiscale 2025-2026

Nonostante la crescita nei volumi, le prospettive economiche per l’anno fiscale 2025-2026 indicano un calo dei ricavi, stimati a 4,4 miliardi di dollari, contro i 5,6 miliardi dell’anno precedente. Il rallentamento è legato principalmente alla conclusione dell’effetto generato dai dazi statunitensi, che nei mesi precedenti aveva portato molti operatori ad anticipare i propri traffici attraverso il canale.

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