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28 luglio 2025

Packaging ortofrutta: sarà colpa nostra?

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Se nel dinamico mondo dell'ortofrutta il packaging riveste un ruolo sempre più strategico, non tutte le figure della filiera lo percepiscono in ugual maniera. Claudio Dall'Agata, managing director di Bestack, ne ha scritto sul recente numero del Notiziario del Consorzio e – tra sfide e opportunità – ha individuato tre riflessioni chiave sul futuro del packaging in cartone ondulato.

Cosa ti ha spinto a partecipare al recente focus group organizzato da Ghelfi Ondulati al Politecnico di Milano sul packaging dell'ortofrutta?

Il primo punto è che l’innovazione di prodotto è la chiave di crescita dei consumi. La Gdo prevede una crescita esponenziale dell'esotico, come mango e avocado, e dei piccoli frutti. Con lo spazio limitato nei punti di vendita, le confezioni dovranno giocare un ruolo sempre più centrale nell'evidenziare correttamente i prodotti. 

Inoltre, con le famiglie che si riducono, aumenterà la domanda di confezioni monodose per ridurre gli sprechi. Se a questo aggiungiamo la crescita dei prodotti servizio e il calo della vendita assistita, le confezioni funzionali diventeranno indispensabili.

La sostenibilità è un tema cruciale. Quali sfumature sono emerse durante il focus group?

La sostenibilità è ancora un valore centrale, unisce, ma le sue declinazioni sono variegate e a volte confuse. Ho notato che c'è poca chiarezza tra i termini "riciclabile" e "riutilizzabile", e il focus della discussione si è spostato su altri aspetti della sostenibilità. 

Si ragiona spesso per luoghi comuni, e questo mi ha fatto sorgere un dubbio: forse per orientare la Gdo sarebbe più efficace parlare direttamente al consumatore? L'effetto potrebbe essere maggiore, senza chiedere ai buyer di addentrarsi in aspetti troppo specifici. È però necessario avere le risorse adeguate. 

Un altro aspetto emerso è che per i giovani sostenibilità significa sia ambiente che società, mentre per i buyer la sfida è trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica, per garantire scelte strategiche durature a livello aziendale.

Quali idee sono emerse riguardo al packaging del futuro?

Sul packaging del futuro, le idee sono diverse. C'è chi immagina una riduzione della vendita sfusa a favore del prodotto venduto al pezzo, chi auspica l'uso della tecnologia per ridurre gli sprechi, chi prevede la crescita di prodotti specifici per diversi segmenti di mercato (etnici, celiaci, sportivi, proteici). C'è chi pensa a reparti cromaticamente uniformi, chi crede nella segmentazione tramite le informazioni sul packaging, e chi ritiene fondamentale il materiale: no alla plastica e sì alla carta certificata FSC.

Considerando questi spunti, qual è il ruolo e la responsabilità del settore del packaging?

Se sul primo punto noi del packaging possiamo solo accompagnare l'innovazione di prodotto, sui secondi e terzi punti abbiamo tantissimo da fare. È nostro compito capire come la sostenibilità è percepita da tutti gli attori del mercato e facilitare la diffusione di concetti corretti. Allo stesso modo, è nostra responsabilità sostenere con numeri e studi le scelte strategiche, che troppo spesso sono basate solo su intuizioni o mode. Se non siamo noi a portare le evidenze scientifiche per orientare le scelte di packaging, chi dovrebbe farlo? Dovremmo poi condividere e diffondere in modo omogeneo gli insight raccolti, a beneficio dell'intero comparto.

Poco dopo il focus group, hai partecipato a un incontro in un pescheto romagnolo. Cosa ti hanno detto?

Qualche ora dopo, in un pescheto romagnolo per un evento di settore, ho incontrato uno dei partecipanti al focus group. Con stupore reciproco per la sorprendente casualità, mi ha chiesto: "E tu che ne pensi di oggi? Sul packaging non hai detto niente". Gli ho spiegato che ero lì per ascoltare e che la giornata era stata ricca di spunti.

Qual è la tua conclusione su questo "non detto" riguardo all'importanza del packaging?

Mi sa che è un po' colpa nostra se l'imballaggio è spesso considerato secondario. Dovremmo concentrarci sui benefici che la confezione genera sul prodotto, cercando di bilanciare benefici e costi. Dovremmo anche cercare di capire il beneficio richiesto dal consumatore per offrire la migliore risposta possibile, perché la sua soddisfazione è la chiave di tutte le scelte. 

E dovremmo fare capire che l'imballaggio non è solo un costo, ma uno strumento per qualificare e segmentare l'offerta. Infine, dovremmo ricordare che l'identità non è negoziabile se la priorità è garantire una qualità continuativa nel tempo. 


In collaborazione con Consorzio Bestack

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