19 gennaio 2021

Nocciole: ora si punta a vendere tutto prima del nuovo raccolto

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Il diavolo non è così brutto come lo si dipinge, recita un celebre proverbio, e così è stato anche per l’annata 2020 dell’azienda agricola Gala di Mango (Cuneo), specializzata nella produzione di nocciole, semilavorati, creme spalmabili e dolci. Nonostante le premesse non certo confortanti della scorsa primavera, causa lockdown, l'azienda è riuscita comunque in tempi utili – cioè prima del raccolto di agosto – a esaurire tutte le giacenze e a proiettarsi verso la nuova annata a mente e, soprattutto, a magazzino sgombri.

A confermarlo è lo stesso titolare, Massimo Ferrero, che spiega: “Ci è andata bene. Inizialmente pensavamo peggio, poi a maggio le gelaterie hanno iniziato a lavorare e siamo riusciti a esaurire tutte le nocciole del nostro raccolto prima che iniziasse il nuovo. Sinceramente non pensavamo di ottenere questo risultato, merito sia della qualità del nostro prodotto, sia dei nostri clienti – gelaterie in primis – che hanno resistito cercando il più possibile di tenere aperto, nonostante le varie restrizioni.

Il fatturato di fine anno è così stato analogo a quello del 2019, pur non lavorando a marzo e aprile. Avessimo potuto farlo, avremmo chiuso in modo molto positivo.

Da evidenziare – prosegue Ferrero – che i prezzi della scorsa annata erano abbastanza buoni, mentre con il nuovo raccolto sono calate le quotazioni della materia prima, anche di 4-4,50 euro il chilo a punto resa. Siamo infatti passati da 10,50-11 euro fino a 6,20 euro il chilo a punto resa. Ciò è dovuto, in gran parte, al fatto che il 2020 ha registrato uno dei raccolti più abbondanti degli ultimi quattro-cinque anni. Non è detto, peraltro, che questa situazione debba essere per forza negativa; un calo dei prezzi può infatti portare una maggiore propensione all’acquisto da parte delle gelaterie e, di conseguenza, anche del consumatore finale. C’è da augurarsi, del resto, che la situazione del Paese ritorni al più presto alla normalità, in modo che si riescano a vendere prima del nuovo raccolto i grandi quantitativi prodotti un po’ dappertutto. C’è infatti chi stima che potrebbero rimanere giacenze anche del 20-30%, ma ci auguriamo che non sia così”.

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