31 dicembre 2015

Nocciole e castagne, nel viterbese un anno ok

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Per nocciole e castagne c’è una sostanziale soddisfazione nel viterbese, una delle province italiane dove queste colture sono molto diffuse. Rimangono tuttavia diversi problemi legati ad altre colture e a questioni burocratiche. Ad affermarlo è la sezione locale di Confagricoltura, che spiega: “Per quanto riguarda il consueto bilancio delle attività alla fine di ogni anno rileviamo, in concomitanza con l’uscita del nuovo PSR (piano di sviluppo rurale, n.d.r.) un fermento tra le imprese che puntano all’inserimento dei giovani agricoltori, o delle aziende che fanno diversificazione delle attività come l’agriturismo, la vendita diretta, le agroenergie e le reti di impresa. Osservando nello specifico i vari settori produttivi agricoli, vediamo che:

– la zootecnia da carne mantiene le posizioni solamente per quegli allevamenti che hanno fatto della ricerca geneaologica il proprio punto di riferimento, mentre per il latte bovino è notte fonda;

– la cerealicoltura presenta dei valori produttivi che ormai sono divenuti costanti al ribasso visto il continuo altalenarsi di stagioni meteorologiche capricciose e con prezzi in costante ribasso fino agli attuali 25€/q.le per il grano duro e 17/18 €/q.le per gli altri cereali;

– per l’ortofrutta, è stata un’annata senza infamia e senza lode, con produzioni discrete e prezzi che hanno coperto a malapena i costi;

– i vigneti hanno mostrato una maggiore produzione (+15%) a cui non è corrisposto un incremento del prezzo, a fronte di una buona qualità ottenuta incrementando i costi;

– gli oliveti hanno registrato un sensibile incremento della produzione dopo la disastrosa annata 2014, con una ottima qualità di olio extra vergine ma con prezzi sostanzialmente stazionari;

i noccioleti hanno incrementato la produzione anche in maniera considerevole e, seppure in forte ribasso (-200 €/q.le), il prezzo ha mantenendo buone performance;

– i castagneti, dopo gli ultimi anni disastrosi per l’attacco del cinipide e le avversità atmosferiche, in questa campagna hanno dimostrato una timida ripresa della produzione e prezzi medi di poco oltre i 200 €. q.le;

– l’agriturismo è un settore in crisi (come del resto tutto il settore turistico), dove ormai si può operare per brevi periodi all’anno contando su clienti affezionati ma per piccole vacanze, spesso last minute.

 

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