05 dicembre 2022

Melannurca Campana Igp in veste natalizia per Aop Luce

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Venti giorni al Natale e, crisi o no, fervono i preparativi, nelle case degli italiani come nei supermercati.
Anche nei reparti ortofrutta non mancano allestimenti a tema e, proprio in questo fine-settimana, ha preso avvio la commercializzazione della Melannurca Campana Igp di Aop Luce in veste natalizia.

“Si tratta di una confezione di cartone 30×40 centimetri  con coperchio intagliato che permette di vedere il frutto all’interno – spiega a myfruit.it Serena Pittella, responsabile marketing – Il peso della confezione è fisso e pari a 2,5 chili. Al momento i quantitativi pianificati dalle catene della Gdo nostre clienti sono leggermente inferiori allo scorso anno: da un lato l’andamento dei consumi del frutto è più lento rispetto alla campagna 2021, dall’altro lato, probabilmente si pensa che il consumatore abbia meno disponibilità alla spesa in questo Natale”. Di conseguenza, prevale una posizione attendista: si aspetta di vedere come evolverà la situazione nel corso del mese.

Sempre lo scorso weekend, peraltro, si è conclusa ufficialmente la tranche autunnale di attività in-store della azienda di Fondi (Latina, ma il centro di lavorazione della mela Annurca è a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, ndr) che prevedevano l’allestimento di uno spazio dedicato alla Melannurca all’interno del reparto ortofrutta di alcune catene della Gdo. L'ormai collaudata realizzazione di un melaio in miniatura, con il letto di paglia su cui vengono adagiate a maturare le mele sotto il sole di settembre e ottobre, arricchita dalla presenza di una hostess con banchetto personalizzato che offre scatoline contenenti una Melannurca Aop Luce.

“In questo modo anche i consumatori più restii all’acquisto possono assaggiare il frutto, e scoprirne le peculiarità organolettiche rispetto alle altre mele – osserva la manager – In un periodo in cui il consumatore è poco disponibile a spendere, è importante creare con lui un rapporto diretto, per spiegargli la complessità del costoso processo di lavorazione da cui deriva un frutto unico, per sapore e benefici salutistici dimostrati, ma che ha un prezzo più alto rispetto alle altre varietà di mele”.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti da questo primo gruppo di attività – conclude Serena Pittella – Questo anche grazie alla collaborazione dei capi-reparto, che in alcuni casi hanno realizzato esposizioni spettacolari”.

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