19 dicembre 2022

Mela di Verona: tutto pronto per entrare nel cuore dei consumatori

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Valorizzare la qualità della mela veronese e offrire ai produttori locali nuove prospettive di mercato in Italia e all'estero. È questo l'obiettivo del progetto di marketing sviluppato quest'anno e presentato oggi durante l'incontro “Mela di Verona, dalla brand identity all'Igp” organizzato dall'associazione Ortofrutta Veneta e Coldiretti Verona. All'appuntamento hanno partecipato esponenti del settore agricolo, commerciale e della trasformazione agroalimentare. Un saluto è stato portato dal consigliere comunale Pietro Trincanato, dagli onorevoli Ciro Maschio e Flavio Tosi e dal presidente della Terza Commissione della Regione Veneto, Marco Andreoli.

A partire da gennaio 2023 la mela di Verona sarà riconoscibile grazie a un nuovo marchio identitario inserito in un bollino. Il marchio “Mela di Verona. C'è il Veneto dentro” è fortemente identitario della qualità, della tradizione e del valore del prodotto veronese e veneto.

Il progetto presentato, con lo scopo di promuovere il tradizionale frutto in attesa di ricevere dal ministero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare la denominazione Igp (indicazione geografica protetta), riguarda le tre principali e storiche varietà di mele, Gala, Golden e Granny Smith, coltivate nelle province di Verona e in alcuni comuni di Vicenza, Padova e Rovigo, pari a circa l'85% delle melicoltura del Veneto. La produzione contraddistinta dal bollino con il nuovo marchio è stimata in 220mila quintali, ripartite in Royal Gala (40mila quintali), Golden Delicious (80mila quintali) e Granny Smith (100mila quintali). Le produzioni vengono certificate dal Csqa, organismo di certificazione nei settori tra gli altri dell'agroalimentare e del packaging, al fine di applicare la norma Iso 22005, che recepisce le norme italiane Uni 10939:01, relativa a “Sistema di rintracciabilità nelle filiere agroalimentari” e quindi l'origine del prodotto.

La coltura melicola scaligera rappresenta l'80% di quella regionale, rendendola la terza provincia italiana dopo Trento e Bolzano, con oltre 4400 ettari coltivati da 1520 aziende agricole.

Nelle vesti di moderatore, il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini ha evidenziato: “Il progetto di marketing e della richiesta della denominazione Igp nasce da una necessità: negli ultimi cinque anni la frutticoltura ha perso quasi il 20% degli ettari coltivati e di conseguenza la produzione con ricadute per tutto il comparto. Troppo spesso ai produttori non sono riconosciuti i giusti compensi, lavorando sotto i costi di produzione. Quest'anno tali costi, dopo la pandemia e a causa della guerra in Ucraina, sono fortemente aumentati. Questo progetto – ha aggiunto Vantini – mira a rilanciare un'eccellenza del territorio come la mela anche attraverso l'aggregazione per lavorare insieme su un obiettivo comune. L'impegno dell'associazione Ortofrutta Veneta e di Coldiretti è stato quello di costruire tavoli di confronto con tutti gli attori della filiera per evidenziare il valore aggiunto del prodotto mela per un percorso che passa dal marchio per arrivare al riconoscimento dell'Igp della mela”.

Ortofrutta Veneta è stata costituita nel 2020 con l'obiettivo di predisporre i nuovi disciplinari di produzione e avviare l'iter per la mela di Verona Igp, la ciliegia delle colline Veronesi Igp, l'asparago di Verona Igp e riprendere la certificazione della pesca di Verona Igp, per proseguire con altri prodotti locali. “L'obiettivo – ha spiegato il presidente di Ortofrutta Veneta Stefano Faedo – è anche di creare coesione, aggregazione e sinergia fra le parti produttive in modo da coordinare l'offerta di prodotto. È fondamentale – ha aggiunto Faedo – programmare e gestire al meglio il post produzione, in modo da organizzare e strutturare il più possibile l'offerta di prodotto. Altrimenti i produttori diventano sempre più esposti alle speculazioni che mettono a rischio il settore. Strutturarsi e organizzarsi genera vantaggi per tutti gli attori della filiera. Questo progetto potrà dare il valore aggiunto che merita la mela scaligera”.

Salvo Garipoli, direttore di SG Marketing, ha spiegato Il progetto di marketing della mela di Verona. “Il punto di partenza che abbiamo preso in considerazione – ha detto – è che il prodotto mela veronese è di elevata qualità. Abbiamo quindi voluto costruire l'identità della stessa attraverso i valori che esprime e il legame con il territorio per catturare l'attenzione del consumatore finale. Del resto, nessun prodotto si vende da solo. Per il logo abbiamo voluto evidenziare quindi il territorio e la tradizione per promuovere l'identità del frutto. Ecco che nella forma del logo c'è il richiamo all'ansa dell'Adige e agli arcovoli dell'Arena. Abbiamo cercato di costruire una ‘casa comoda' in cui potessero riconoscersi sia i produttori che i consumatori. Un brand unico anche per il packaging delle tre varietà: Gala, Golden e Granny. Sono stati inoltre sviluppati una serie di materiali a supporto e per le campagne di comunicazione e promozione anche all'interno dei punti vendita attraverso il marchio”.

Il vicepresidente Nazionale Italmercati e direttore di Verona Mercato, Paolo Merci, ha evidenziato l'evoluzione della struttura. “I prodotti che entrano nel mercato – ha sottolineato – hanno subito un calo mentre è cresciuta a doppia cifra l'attività di logistica: prodotto e servizio. Su 13mila tonnellate di mele che entrano nel mercato di Verona, nemmeno 1000 sono locali. Pertanto, i margini di crescita ci sono e il progetto presentato va nella direzione giusta e importante, denotando voglia di aggregazione. Mi auguro che il Centro agroalimentare della nostra città possa essere utile per il progetto Mela di Verona”.

Antonio Troiani dei supermercati Rossetto Group ha apprezzato il progetto della Mela di Verona annunciando che deve essere visibile ai clienti e che “nei corner del nostro gruppo sarà dato spazio non solo nel territorio locale ma anche fuori provincia. La mela scaligera è apprezzata anche in altre regioni come la Valle d'Aosta ma con questo marchio sarà maggiormente riconoscibile”.

Alessandro Mattiazzi del Csqa ha spiegato il ruolo dell'ente certificatore evidenziando: “Noi facciamo i controlli ma mettiamo a disposizione anche la nostra esperienza per lo sviluppo del marchio”.

Fonte: Coldiretti Verona

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