Più camice bianco che camicia a quadrettoni, più computer che zappa, più sensori a monitorare il meteo da casa che ispezione in campo.
Cambia ed è cambiato il mestiere di agricoltore ma pure quello del giornalista che si occupa di agricoltura: dall'ortofrutta all'allevamento. Resta sempre il contatto con i produttori, i distributori, i commercianti ma le notizie si arricchiscono di dati e di strumenti che ne permettono la loro interpretazione. Per un racconto più preciso e al passo con i tempi.
Questo il senso dell'incontro di approfondimento e confronto dedicato a chi ogni giorno racconta l’agricoltura, promosso da AgroNotizie e CAP4AgroInnovation – Agrifood Edition. A coordinare i lavori è stato Cristiano Spadoni, giornalista e communication manager, che ha introdotto e interagito con un panel ricco di relatori ed esperienze, con l’obiettivo di offrire ai giornalisti strumenti aggiornati per affrontare le sfide di un settore in costante evoluzione.
Sguardo sul mondo, l'importanza dell'inglese
A dare il via all’evento è stata Lisa Bellocchi, giornalista e menbro dell’Enaj (European network of agricultural journalists), con l'intervento: “Raccontare l’agricoltura, dalla Pac alle strategie europee: il ruolo del giornalista”. Bellocchi ha ricordato come oggi, per scrivere di agricoltura, sia necessario “avere il mondo intero sotto gli occhi” e saper parlare l’inglese, "quanti sanno organizzare un incontro in questa lingua?", sottolineando la crescente complessità del comparto e l’importanza per i giornalisti di dotarsi di competenze sempre più ampie, internazionali e tecniche.
Innovazione agricola e fonti qualificate
Elisabetta Leoni e Michela Pasquali del Clust-ER Agrifood della Regione Emilia-Romagna hanno illustrato l’ecosistema dell’innovazione regionale. Dodici i progetti attivi, che spaziano dall’agricoltura di precisione alla qualità nutrizionale, dal packaging sostenibile alla valorizzazione dei sottoprodotti attraverso la chimica da biomasse.
Un esempio? Il progetto sull’uso di biostimolanti innovativi a base di biochar e microorganismi PGPR per il pomodoro da industria che può portare ad un importante aumento di produttività. L’Italia è il primo produttore europeo e terzo al mondo dopo Cina e California. Il progetto promette aumenti di produttività fino al 30%, riutilizzando scarti agricoli: un simbolo di sostenibilità e innovazione. Una notizia, una delle tante, che arriva da un network che mette insieme istituzioni, mondo della ricerca e imprese. Una fonte preziosa.
Il data journalism per leggere (e interrogare) i numeri dell’agricoltura
Marco Boscolo, giornalista scientifico e data journalist, ha introdotto i partecipanti al mondo del data journalism applicato all’agricoltura. Co-fondatore di Facta, Boscolo ha evidenziato le potenzialità (e i rischi) dei dati oggi a disposizione: “Le fonti vanno analizzate, mai date per scontate. Serve saper leggere, lavorare e interrogare i dataset, anche quando sono ufficiali”. Per spiegare il tema ha parlato di una collaborazione con la Sissa (Scuola internazionale superiore di studi avanzati) di Trieste per la "lettura" di dati resi pubblici ma di difficile lettura. Bisogna essere esperti anche di data journalism per svolgere bene la professione.
Teatro e creatività per parlare di pesticidi (e non solo)
Mariella Piccinni, giornalista e media relation specialist di Heritage House, ha invece aperto una finestra sulla comunicazione creativa condividendo i video di una performance teatrale dedicata ai pesticidi. Attraverso i clip video e una narrazione leggera ma efficace ha mostrato come il linguaggio creativo possa contribuire a semplificare e rendere più accessibili temi tecnici e spesso controversi, anche grazie all’evoluzione lessicale che accompagna i nuovi approcci alla difesa fitosanitaria. Anche un modo diverso di contrastare le fake news.
Non prevista ma chiamata sul palco la giornalista agronoma Anna Parello ideatrice del format "#Ortofrutta cara? Ma dai!", una narrazione per dimostrare come sia possibile valorizzare l'ortofrutta spendendo non poco ma il giusto.
Agricoltura 5.0 e narrazione multimediale
Ha chiuso il ciclo degli interventi Tommaso Cinquemani, giornalista e video-reporter di AgroNotizie, che ha portato esempi concreti di innovazione tecnologica: droni che sorvolano i campi, robot in stalla, intelligenza artificiale per ottimizzare le rese e ridurre gli sprechi. Un’agricoltura sempre più high-tech, lontana dall’immaginario tradizionale di magliette a scacchi e trattori fumanti.
Non basta più la cronaca
L’incontro ha evidenziato un punto fermo: per raccontare l’agricoltura oggi non basta più la cronaca degli eventi o il reportage sul territorio (comunque essenziali e di cui non si può fare a meno). Serve un approccio multidisciplinare, strumenti digitali, sensibilità narrativa e visione internazionale.