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02 dicembre 2025

Emilia Romagna: la pera diventa gourmet e sempre più Igp

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In tavola la pera diventa protagonista assoluta: dal Peramisù con la varietà Santa Maria alla Fetel alla Rossini, fino al créme caramel al gorgonzola con pera al vin e brulée di noci. Non mancano gli abbinamenti sorprendenti con il pesce, come la ricciola marinata con pera e limone o il fegato di rana pescatrice con pera ossidata, mentre il cocktail 1951 - sempre alla pera - chiude il percorso con un tocco di mixology. 

Accanto alle suggestioni gourmet, oggi a Bologna sono stati presentati ettari, tonnellate e percentuali di gradimento che confermano la pera come frutto leader in Emilia Romagna, pur in un contesto di forte calo delle superfici e dei volumi. Seppure mitigato rispetto agli anni scorsi.
 

Gli chef all'evento

Il Consorzio di tutela della Pera dell’Emilia Romagna Igp e UnaPera hanno illustrato la doppia campagna di comunicazione, una rivolta al grande pubblico e l’altra dedicata al canale Horeca, con l’obiettivo di conquistare gli chef e portare nei ristoranti, ma non solo, le otto varietà coltivate nella regione più vocata d'Italia. La pera, insomma, è stata raccontata come “il perfetto frutto gourmet”, capace di unire tradizione agricola e creatività gastronomica. Un progetto supportato dalla Regione Emilia-Romagna. 

I numeri spiegano una tendenza più positiva dopo il crollo degli anni scorsi. 

Belli e buoni i piatti  creati dagli chef, anche stellati e anche fuori regione, ma a Bologna si sono letti anche i numeri dell'arretramento in campo e dell'avanzata dello straniero. Un import sempre maggiore di pere coltivare fuori dai confini. Non si nasconde che il comparto pericolo italiano sta affrontando una crisi senza precedenti. La conferma dai dati forniti dal comitato direttivo UnaPera e da Cso Italy:  la media produttiva si è dimezzata, passando dalle 728mila tonnellate del 2015-2018 alle 365mila del periodo 2019-2025. Un tracollo. 

Numeri pesanti per l'Emilia Romagna

L’Emilia-Romagna, da sempre leader del comparto, è passata da 494mila tonnellate a 226mila, con un calo del 54%. Se dieci anni fa rappresentava  il 67% del totale Italia, oggi il suo peso si è ridotto al 61%. Forte anche la riduzione delle superfici coltivate. Se in Italia, tra il 2018 e il 2025, si è passati da 30mila a 19.600 ettari, in Emilia-Romagna si è registrata una riduzione da 18.300 a 10.500 ettari, per un potenziale produttivo di 300mila tonnellate. Il calo è stato inferiore a quello del biennio precedente: 800 ettari (-8% circa) anziché 1.800.

Si fa sentire la concorrenza estera, ma nell'ultima campagna raddoppiata la quantità commercializzata 

Arretra l'Italia cresce l' importazione da Paesi esteri. Numeri importanti: superato le 120mila  tonnellate. La ricetta emiliano romagnola è puntare sulla qualità- Si parte con la certificazione Igp. Vediamo i numeri: dal 2016/2017, gli ettari certificati sono passati da 700 a circa 3.600, con un potenziale di commercializzazione di 90mila tonnellate e un raddoppio delle quantità commercializzate nel 2025/26 rispetto alla campagna precedente.

Perché sostenere la pera?

Nonostante le ferite produttive la pera rimane ancora oggi la principale coltivazione frutticola, quattro volte maggiore di mele e pesche, sia a volume che a valore. Evidenti le conclusioni dei protagonisti del comparto: "È quindi fondamentale sostenerla e contribuirne al rilancio". La chiave è la valorizzazione gourmet e l'aumento del prodotto certificato. Senza dimenticare gli investimenti in pubblicità

Pera amata dagli over 55 e consumata durante i pasti e come merenda 

Claudia Iannnarella, responsabile marketing Valfrutta Fresco, ha presentato i risultati della ricerca NielsenIQ condotta per Alegra che fotografa le abitudini degli italiani nel consumo di frutta e individua il consumatore tipo. La frutta è preferita dalle donne (54%) e particolarmente gradita dagli over 65, che rappresentano il 26% dei consumi, mentre la fascia 54-64 si attesta intorno al 16-17%. 

La pera è particolarmente apprezzata dalle famiglie mature senza figli e responsabili di acquisto e per il 13% del campione totale rappresenta il frutto preferito.

Quando si mangia la pera

Tradizionale il consumo degli over 55 ovvero durante i pasti mentre nella fascia 2-13 anni è mangiata soprattutto come  merenda di metà mattina e del pomeriggio, mentre tra i 25 e i 34 nella prima parte della giornata. 

Donati e l'inizio della svolta positiva 

Giuliano Donati, presidente del Consorzio della pera dell’Emilia Romagna Igp, ha sottolineato "l’importanza della giornata dopo un’annata molto positiva, con la crescita delle richieste di certificazione. Grazie ai nuovi progetti si rafforza il rapporto con Gdo e ristorazione. L’indicazione geografica è una leva fondamentale per valorizzare la qualità del prodotto e comunicarla al consumatore. Scegliere la Pera dell’Emilia Romagna significa sostenere un’eccellenza e un’intera filiera regionale".

Aldrovandi: "Ci presentiamo in modo nuovo sul mercato"

Adriano Aldrovandi, presidente UNAPera. “Siamo partiti quattro anni fa per rilanciare la filiera della pera in Emilia-Romagna, con l’Igp come fiore all’occhiello che racconta territorio, persone e valori. Queste iniziative puntano a fidelizzare  i consumatori e coinvolgere nuovi target, soprattutto i giovani che stanno tornando a scegliere questo frutto. L’Igp è essenziale per valorizzare l’alta qualità e far raccontare la pera a chef e bartender. Questo approccio apre nuovi modi di presentarci e dà impulso a un settore sempre più attento alle dinamiche di mercato”.

L'assessore Mammi: "Raddoppiare la produzione certificata"

Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura ha sottolineato che “la Regione sostiene l'Aop UnaPera per provare a raddoppiare la produzione certificata e arrivare al 35% del totale. L'associazione di organizzazioni di produttori, aperta anche ad altre imprese, è il cuore del progetto per migliorare qualità e gestione del prodotto sul mercato, con l’Igp come catalizzatore per aggregare la filiera. Puntiamo a una frutticoltura di qualità rispettando le specificità delle imprese. Come Regione abbiamo investito oltre 70 milioni nel progetto Frutteti Protetti, con aiuti fino al 70% per garantire la produzione”.

Ingenti risorse perché la pericoltura, come tante altre colture, ha subito una "tempesta perfetta"  con i cambiamenti climatici che stanno mettendo in ginocchio le aziende che presentano sempre più difficoltà a programmare la produzione e stare dietro i danni provocati dagli eventi estremi. Pera da valorizzare e da tutelare. 

Gli chef della pera 

Da Michele Bacilieri di Cucina Bacilieri (Ferrara) a Tommaso Zoboli di Patrizia (Modena), da Jacopo Ticchi di Da Lucio (Rimini) a Stefano Guizzetti di Ciacco Lab (Parma e Milano), da Federico Zappalà di 142 Restaurant a Salvatore Amato de I Conoscenti, affiancato dal suo bartender Mattia Tubita: ecco gli chef protagonisti della campagna gourmet.

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