Il porto del Pireo è stato teatro di una imponente operazione antifrode. L’Ufficio del procuratore europeo (Eppo) ad Atene ha disposto il sequestro di 2.435 container provenienti dalla Cina, per un valore stimato superiore ai 250 milioni. Si tratta di uno dei più ampi blocco di container mai effettuato nell’Ue.
Frode sistematica su scala europea
L’indagine, denominata Operazione Calypso, ha svelato un sofisticato schema di frode doganale messo in atto da reti criminali internazionali, con l’obiettivo di aggirare dazi e Iva, in particolare quelli imposti dagli Stati Uniti.
Nei container oggetto del sequestro materiale appartenente a diverse categorie merceologiche: non ci sono conferme ufficiali sulla presenza di merci agroalimentari. Al momento sono sei le persone indagate, tra cui due funzionari delle dogane greche e quattro spedizionieri. Le accuse includono falsa certificazione doganale, frode reiterata e incitamento a dichiarazioni mendaci. Uno degli spedizionieri è stato arrestato di recente, mentre altri quattro erano già stati fermati nel giugno scorso.
Danni all’Ue per oltre 800 milioni
I sequestri si sono svolti in due fasi: 500 container erano stati bloccati a giugno, mentre altri 1.935 sono stati fermati successivamente. Le autorità hanno riscontrato pratiche sistematiche di sotto-fatturazione e dichiarazioni false che hanno portato a riscontrare un’evasione (il conteggio è parziale) stimata di 25 milioni di euro in dazi e 12,5 milioni di euro di Iva.
In totale, il danno complessivo stimato è di almeno 350 milioni di euro di dazi non versati e 450 milioni di euro di Iva evasa.
Miglioramento dopo l’intervento
L’intervento ha avuto effetti immediati: le autorità greche segnalano un miglioramento della conformità doganale, con un riallineamento dei valori dichiarati per merci simili. A luglio 2025, le entrate doganali del porto del Pireo sono salite a 143 milioni di euro, contro i 139,9 milioni dello stesso mese del 2024.
Olaf e le analisi sui flussi commerciali
Un ruolo chiave è stato giocato anche dall’Ufficio europeo antifrode (Olaf), che ha contribuito attraverso analisi dettagliate dei flussi commerciali e delle vendite online, stimando un’evasione per circa 280 milioni di euro in dazi e oltre 400 milioni di euro in Iva.
L’indagine, ancora in corso, vede i container sottoposti a ulteriori ispezioni da parte delle dogane greche, in collaborazione con la Polizia ellenica, l’Agenzia delle Entrate greca, l’Eppo e altre agenzie europee.