Si vende bene la frutta estiva, risorgono zucchine, cetrioli, melanzane che nelle settimane precedenti avevano sofferto le conseguenze della sovrapproduzione e, quindi, la troppa offerta nei mercati. Le quotazioni erano a terra. Nonostante i buoni consumi la frutta estiva tiene le quotazioni. Questa settimana abbiamo le dinamiche commerciali dai mercati di Bologna e Verona.
A Bologna con Luigi Gallerani di Befer Fruit: pesche e nettarine fino a 3 euro per il buon prodotto
Le ultime dinamiche di mercato al Caab di Bologna sono offerte a myfruit.it dall’imprenditore Luigi Gallerani, Ceo di Befer Fruit. Il cuore della campagna pesche e nettarine è arrivato al Caab con prodotto romagnolo e modenese. I frutti di calibro 18, categoria 3 A toccano per le nettarine fino a 3 euro il chilo, mentre le pesche gialle arrivano anche a 3,50 euro.
“Normalmente è la nettarina a spuntare prezzi superiori – spiega Gallerani – ma quest’anno è cambiata la quotazione. Un dato legato ai volumi. Si vede poi poco la pesca bianca”.
Albicocche: tante, forse troppe varietà. Prezzi da 1,50 a oltre 3 euro
“Sulle albicocche la situazione è chiara: la varietà fa il prezzo», sintetizza Gallerani. Le quotazioni minime spaziano da 1,50 a 1,80 euro, ma alcune varietà, come la Portici, raggiungono anche i 3,30 euro il chilo. "Le varietà mediocri hanno tutt’altro valore, la forbice è ampia e la quotazione è data dalla qualità. C’è una grande confusione per la presenza di tante varietà diverse”.
Ciliegie: Valpolicella protagonista, Kordia regge i prezzi
Le ciliegie? “Io tratto soprattutto prodotto dalla Valpolicella, con coltivazioni coperte in quota, tra gli 800 e i 900 metri. Si tratta di un prodotto di qualità, con calibro 30+, e si vende tra i 7 e i 7,30 euro il chilo. Non ci sono i volumi delle settimane precedenti – precisa Gallerani – ma quando il prodotto è buono si vende”. La varietà? “La kordia, molto apprezzata dalla clientela”.
Susine: primi arrivi, quotazioni dai 2 ai 3 euro
“Siamo solo agli inizi per le susine, ma le quotazioni si attestano su buoni livelli: tra i 2 e i 3,30 euro al chilo. La varietà Lincoln, piccola e con nocciolo staccato, si posiziona sui 2,50-2,80 euro, poi la Black e la Goccia d’oro, che ha zoppicato negli ultimi anni, quotano tra 2 e 2,30 euro. Le varietà giapponesi, di pregio e con buon calibro, sono vendute a 3 euro. Le susine registrano soprattutto la presenza di prodotto locale, origine tra Vignola e Bologna".
Zucchine in ripresa, pomodori a due velocità
“Dopo un periodo critico dovuto al caldo, le zucchine stanno risalendo», racconta Gallerani. Le verdi e bianche nostrane toccano ora 1,50 euro, con qualche timido tentativo di spingersi oltre”. I pomodorini si dividono tra i datterini e ciliegini di buona qualità siciliani, che spuntano fino a 3/3,50 euro il chilo, e il prodotto di Fondi che si ferma tra 2 e 2,50 euro, "ma con un sapore meno marcato".
Angurie e meloni: bene il prodotto emiliano di qualità
"Ottima la qualità delle angurie di San Matteo della Decima, con pezzature da 8-10 kg a 1 euro e picchi di 1,50 euro peri calibri maggiori da 12-14 kg. Diversa la situazione per le angurie, da Lazio e Puglia, che si fermano anche a 0,50 euro il chilo".
Per i meloni: il liscio sui 2 euro, mentre il retato resta modesto, attorno a 1,40/1,50 euro al massimo.
Verona, frutta estiva in ripresa: "Bene meloni e angurie, ortaggi in risalita dopo una fase critica"
Il mercato ortofrutticolo di Verona si sta lasciando alle spalle settimane complicate. Lo conferma Andrea Bonizzi, responsabile qualità e listino prezzi: “Stiamo assistendo a una ripresa generale, sia in termini di volumi che di valori. La frutta estiva si sta comportando molto bene, mentre alcuni ortaggi stanno risalendo dopo una fase davvero difficile”.
Angurie e meloni: buona qualità e prezzi in tenuta
Tra i protagonisti del momento ci sono le angurie, in arrivo soprattutto da Mantova e Reggio Emilia. Si tratta di frutti di grande calibro da taglio, apprezzati per qualità e resa. Le quotazioni si attestano tra 0,60 e 0,70 euro il chilo, con prezzi più alti per i prodotti a marchio.
Per i meloni, siamo nel pieno della campagna locale. Sta finendo il ciclo del precoce e sul mercato arrivano buoni quantitativi. “L’offerta è ben distribuita e riesce a soddisfare la domanda”, spiega Bonizzi. Il melone retato (6 pezzi) si colloca su una media di 1,20 euro, mentre il liscio da Mantova resta molto richiesto e arriva ai 2 euro.
Ciliegie e fragole di montagna sui 6 euro il chilo
La stagione delle ciliegie è verso il capolinea, ma i prezzi restano interessanti. “Per i calibri 28+ si registrano quotazioni attorno ai 6 euro il chilo, con picchi superiori per le produzioni a marchio, come quelle di Vignola e Trentino. Spazio anche per le fragole di montagna, provenienti soprattutto dal Trentino, con limitate quantità anche dalla zona della Lessinia. Il prezzo resta alto, intorno ai 6 euro il chilo", complice la scarsa disponibilità e la qualità percepita.
Ortaggi in risalita dopo il crollo
“La scorsa settimana è stata durissima per gli ortaggi – racconta Bonizzi – c’è stato un eccesso di offerta che ha spinto i prezzi ai minimi. Le zucchine sono arrivate anche a 30 cent il chilo, ma ora il mercato si sta riequilibrando: oggi si vendono tra 0,80 e 0,90 euro”.
Tra gli altri ortaggi, i cetrioli si attestano su 1 euro, mentre le melanzane ovali si collocano tra 0,80 e 1 euro il chilo, segno di un mercato che sta lentamente ritrovando stabilità.
Ripresa anche per le insalate, l’extra da 1,50 a 1,80
I prodotti a foglia stanno beneficiando dell’aumento delle temperature. “C’è richiesta di mercato – spiega Bonizzi – e questo si riflette sui prezzi”. La lattuga Gentile supera l’euro, con punte fino a 1,50 euro per il prodotto extra. Bene anche l’Iceberg e la Cappuccia, che arrivano a 1,80 euro, segnando i valori più alti del comparto.
Uve a Torino: da 3 ai 4 euro
Al mercato di Torino uve da tavola italiane con quotazioni differenziate secondo varietà e qualità. La bianca senza semi spunta il prezzo più alto, fino a 4,70 euro il chilo. Più contenuti i valori per l'uva Vittoria bianca e la Black Magic nera, entrambe con prezzi che raggiungono i 3 euro il chilo. Buona la richiesta.
Arance sudafricane e da Spagna, Grecia ed Egitto
Le arance siciliane di varietà ovale si confermano su buone quotazioni, i prezzi si collocano tra 1,30 e 1,50 euro il chilo. Presenza stabile anche per le arance Valencia di origine spagnola, che spuntano valori tra 1,25 e 1,30 euro il chilo. Le quotazioni al mercato di Torino: le Navel Powell spagnole spuntano i prezzi più alti, fino a 1,50 euro il chilo. Seguono le Navelina sudafricane a 1,40 euro il chilo, mentre per le Valencia Late si scende a 1,20 euro il chilo sia per i lotti provenienti dall’Egitto che dalla Grecia.
Limoni da Sudafrica e il Verdello dalla Sicilia
Passando ai limoni, il Verdello siciliano di prima categoria quota tra 1,70 e 1,80 euro il chilo, mentre lo stesso prodotto di seconda scende leggermente, attestandosi tra 1,40 e 1,50 euro. Stabile anche l’offerta di importazione, con i limoni sudafricani che si muovono tra 1,80 e 2 euro il chilo. Nel segmento dei frutti esotici, si segnalano buone quotazioni per i limes brasiliani, che si posizionano tra 2 e 2,20 euro il chilo. Chiudono il quadro i pompelmi rosa sudafricani presenti su un livello di prezzo in linea con la media stagionale: 1,30-1,50 euro al chilo.
Kiwi con Sun Gold neozelandesi a 5 euro
I kiwi cileni a polpa verde restano su livelli stabili, con quotazioni comprese tra 3 e 3,20 euro il chilo. A farsi notare sul fronte della fascia alta del mercato i kiwi Sun Gold di origine neozelandese. La referenza confezionata in doppio e con calibro medio, spunta su valori tra 4 e 4,50 euro il chilo, mentre i calibri più grandi raggiungono anche 5,20 euro, con una forbice che parte da 5 euro.
Queste ultime quotazioni confermano l’ottimo posizionamento del kiwi a polpa gialla, sempre più apprezzato dai consumatori per la dolcezza e l’elevato grado brix, caratteristiche che giustificano il differenziale di prezzo rispetto ai frutti verdi.