Cresce l'incidenza del costo dei trasporti sugli scambi commerciali. A dirlo è la Banca d’Italia che ogni anno, dal 1999 a oggi, conduce un’indagine a campione degli operatori del trasporto internazionale di merci per raccogliere le informazioni necessarie per la compilare la bilancia dei pagamenti. Lo scopo principale di questa analisi è la stima dei costi unitari del trasporto da e per l’Italia per modalità di carico della merce.
Nel 2024 tale indagine ha riguardato 214 imprese operanti in Italia e ha rilevato oltre 6.500 spedizioni tipo. Va precisato che i costi sono calcolati come medie per area di provenienza o destinazione, ponderati con i volumi movimentati; la loro evoluzione nel tempo riflette pertanto anche la composizione geografica delle quantità trasportate.
I costi di trasporto pesano
Il primo risultato che emerge dall'indagine mostra che l’incidenza dei costi di trasporto sull’interscambio delle merci dell’Italia è aumentata, marginalmente per le esportazioni (al 2,5 per cento) e in misura più consistente per le importazioni (al 4,2 per cento).
La crescita dei noli riflette principalmente il balzo dei costi del trasporto container conseguente alla modifica delle rotte navali causata dagli attacchi dei ribelli Huthi nel Mar Rosso; per l’Italia l’aggravio è stato rilevante soprattutto lato importazioni. Aumenti di minore entità hanno riguardato anche le importazioni di merci via aerea, per la maggiore domanda a seguito di una sia pur limitata ricomposizione modale.
I trasporti terrestri, invece, non sono stati particolarmente influenzati da tale fattore, evidenziando nel complesso una crescita meno pronunciata.
Trasporto stradale stabile
Nel 2024 i costi medi stradali per tonnellata per entrambe le direzioni dei flussi commerciali sono rimasti sostanzialmente stabili in termini nominali, in un contesto di debole andamento della domanda a livello europeo e di costi del carburante in lieve discesa. Ma, se confrontati con le serie storiche del passato, restano su valori piuttosto elevati.
L’andamento è differenziato in termini geografici; nei paesi più rilevanti per entrambi i flussi, Francia e Germania, sono aumentati intorno al 2 per cento. In termini reali – ossia valutati in rapporto agli indici dei prezzi
alla produzione dei manufatti esportati e importati, che sono lievemente calati rispetto al 2023 − i costi medi stradali sono cresciuti moderatamente, cioè tra l’1 e il 2 per cento.
I noli al netto dei servizi ausiliari sui carichi completi hanno avuto un calo di circa il 3%, controbilanciato da una moderata riduzione dei carichi medi e da un incremento dei costi ausiliari, in particolare quelli di intermediazione e di handling della merce; per i carichi parziali (groupage) le tariffe sono rimaste mediamente stabili.
Trasporto ferroviario in aumento
Nel 2024 i costi medi a tonnellata del trasporto ferroviario, al netto della trazione stradale a monte e a valle della modalità su rotaia, sono nel complesso aumentati, in misura maggiore per quelli all’esportazione. Il rialzo ha riguardato quasi tutte le aree geografiche; è stato meno pronunciato per i partner più rilevanti (Francia e Germania) e più forte per le aree più lontane, come i paesi Baltici, il Regno Unito e la Scandinavia.
Distinguendo tra le tipologie di carico, i costi medi sono cresciuti più nel settore bulk che per i container. La guerra in Ucraina ha influenzato tali dinamiche, rendendo particolarmente difficoltoso l’interscambio con la Cina attraverso la cosiddetta Via della seta. Anche in termini reali i costi medi ferroviari sono risaliti per entrambe le direzioni dei flussi.
Trasporto aereo: su per l'import, giù per l'export
I costi medi del trasporto aereo hanno avuto un comportamento diverso per import ed export. Sono aumentati per le importazioni, sospinti dal forte incremento dei volumi movimentati, in particolare dalla Cina (+26 per cento), per effetto di una ricomposizione modale conseguente alle tensioni nel Mar Rosso.
Sono invece calati per le esportazioni, soprattutto per la riduzione dei noli verso il Nord America, la principale destinazione. In termini reali, per i costi medi all’importazione si è arrestato il calo del precedente triennio, mentre per quelli all’esportazione è proseguita la discesa che li ha riportati su valori vicini a quelli minimi degli ultimi venti anni.
Trasporto container in crescita
I noli, rilevati nell’indagine in dollari per teu (twenty-feet equivalent unit, la misura standard di un container) e al netto dei servizi ausiliari, hanno avuto nel 2024 un incremento molto rilevante per i flussi di importazione (52%), a fronte di una sostanziale stabilità per quelli all’esportazione.
La crescita dei noli all’import, iniziata a fine 2023 e concentrata nel primo trimestre del 2024, ha riguardato soprattutto le tratte che prevedono il passaggio per il Mar Rosso, tra cui quelle dalla Cina; gli attacchi dei ribelli Huthi hanno determinato il dirottamento, che ancora si protrae, di larga parte dei traffici verso il Capo di Buona Speranza, con conseguente incremento dei tempi di navigazione.
Il rialzo dei noli è stato pronunciato nel comparto container, seppur più contenuto di quello osservato tra la fine del 2020 e il 2021 quando le strozzature logistiche avevano interessato diffusamente i porti a livello mondiale con la ripresa dei traffici dopo la pandemia. L’andamento degli altri fattori di costo (i servizi ausiliari) e la riduzione dei carichi medi per container hanno determinato un aumento dei noli complessivi in euro per tonnellata per entrambe le direzioni dei flussi, anche in termini reali (rispetto al punto di minimo registrato nel 2023).