Il punto di Fruchthandel

30 maggio 2025

Brexit: Uk tra riavvicinamento e nuovi costi

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Le polemiche contro l'Unione europea nel Regno Unito si sono attenuate, escludendo il campo populista di destra. A più di cinque anni dalla Brexit, scrive Michael Schotten nel suo editoriale sull'ultimo Fruchthandel, emergono segnali di riavvicinamento e toni concilianti, specie dal Partito Laburista. 

Ci si chiede se sia l'inizio della "fine della Brexit", ma la risposta è complessa: un "sì e no". La maggioranza dei britannici crede ancora nella scelta di lasciare l'Ue, ma non aveva previsto le dure conseguenze economiche. Sebbene l'economia britannica cresca ora più della tedesca, il Regno Unito ha vissuto un lento declino negli ultimi 15 anni.

Secondo la Fondazione Bertelsmann, i salari reali nel 2023 erano inferiori al 2008, e la famiglia media britannica è oggi più povera del 20% rispetto alla sua controparte tedesca. Inoltre, l'inflazione britannica è in aumento al 3,5%, ben oltre il tasso dell'Eurozona.

Impatto sull'ortofrutta: vantaggi e nuove sfide

Cosa significano questi scenari per il settore di frutta e verdura? Un riavvicinamento tra Londra e Bruxelles - secondo Schotten - potrebbe semplificare il commercio bilaterale di merci, in particolare l'abolizione dei controlli alle frontiere per i prodotti agricoli e alimentari grazie a un previsto spazio comune per le misure sanitarie e fitosanitarie (SPS). 

Nel Regno Unito il progetto è stato accolto positivamente, ma non senza critiche. Nigel Jenney del Fresh Produce Consortium (FPC) ha accolto favorevolmente l'avvicinamento, ma ha sollevato dubbi sulla mancanza di un calendario chiaro e sull'incertezza per le importazioni britanniche da paesi extra-Ue. Jenney teme che un adeguamento dinamico del Regno Unito alle norme Ue sulle importazioni – molto più severe degli attuali controlli sull'isola – renderebbe tali importazioni notevolmente più costose. Dal punto di vista britannico, questo rappresenterebbe un passo avanti e due indietro.

Il dilemma delle importazioni extra-Ue e i costi

Per i paesi esportatori dell'Ue come Paesi Bassi, Belgio, Spagna e Italia, che inviano quantità significative di frutta e verdura nel Regno Unito, questa è una buona notizia. 

Tuttavia, ricorda Schotten, il Regno Unito non riesce a coprire il proprio fabbisogno di frutta e verdura solo dall'Ue: gli agrumi, ad esempio, provengono in gran parte da Sudafrica, Egitto o Marocco. 

In futuro, questi prodotti dovrebbero essere controllati secondo le condizioni dell'Ue, rendendo gli aumenti dei prezzi quasi inevitabili. Ciò che si risparmierebbe nel commercio con l'Ue andrebbe immediatamente perso. Inoltre, i costosi preparativi post-Brexit per i controlli alle frontiere, durati anni, sarebbero stati inutili? Chi non si era preparato nel Regno Unito ne trarrebbe vantaggio, generando un comprensibile malcontento.


Fonte: Fruchthandel Magazin

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