Piccoli Frutti

17 giugno 2025

Berry Swing, al via il nuovo progetto europeo

282

In un settore dove i consumi sono sostanzialmente stagnanti o in moderata crescita, una delle luci che sembra brillare in fondo al tunnel ha un nome preciso: berry. Fragole, mirtilli, more, ribes e lamponi, seppur con comportamenti differenti tra loro, vanno a comporre una categoria, quella appunto dei piccoli frutti, che sta vivendo un periodo certamente positivo e ha iniziato di slancio anche la prima parte del 2025.

Berry Swing ai nastri di partenza

Se n’è parlato a Milano durante la presentazione ufficiale di Berry Swing, Little European Heroes Against Climate Change, progetto finanziato dall’Unione europea e rivolto al mercato italiano e tedesco, promosso da Cso Italy. Obiettivo: valorizzare la produzione europea dei piccoli frutti, promuoverne il consumo soprattutto tra i giovani, sensibilizzare sui benefici ambientali delle coltivazioni di piccoli frutti.

Insieme al Centro servizi ortofrutticoli come partner alcune aziende di primo piano del panorama ortofrutticolo italiano come Apofruit, Aposcaligera, Gullino, Lagnasco Group, Mazzoni Frozen, Mediterraneo Group. Il progetto, che avrà una durata triennale (2025-2028) e metterà in campo una serie di azioni di comunicazione attraverso un mix coordinato di online, offline, Pr e marketing esperienziale.

Accelerazione delle vendite nei primi 4 mesi del 2025

Se le fragole, che rappresentano l’82% di tutti i volumi di piccoli frutti acquistati in Italia, rappresentano la categoria dominante, nel restante 18% spicca la performance dei mirtilli, con tassi di crescita entusiasmanti nel 2024 (+20%), affiancati dalle more (+30%), seppur con volumi decisamente inferiori. 

A illustrare alcuni dei dati più significativi di questo comparto in Italia è stata Daria Lodi, dell’Osservatorio di mercato e dei consumi ortofrutticoli del Cso Italy. Le fragole, che hanno chiuso lo scorso hanno in flessione dell’8%, nel primo trimestre del 2025 vedono i volumi tornare in territorio positivo con il 6% in più, ma è tutta la categoria dei piccoli frutti a vivere un momento di grande euforia, considerando che nel primo quadrimestre ha registrato una crescita a volume del 29%, rispetto al già positivo 2024.  

Distribuzione: dominio della Gdo e del nord-ovest

Il 96% viene venduto in Italia in Gdo, con i supermercati che veicolano i maggiori volumi (+16% nel 2024). Spicca, ma non stupisce ormai, il ruolo dei Discount che anche in questo particolare comparto, non certo dal prezzo economico, vede i volumi crescere del 41%. Male superette/libero servizio (-23%), mercati ambulanti e rionali (-46% e fruttivendoli specializzati (-20%).

Per quanto riguarda la distribuzione grografica è il nord-ovest ad assorbire il 50% dei volumi di vendita, anche se le crescite maggiori, sempre nel 2024 si registrano nel Nord-Est (+23%), e nel Centro e Sardegna (+17%). Bene anche anche il Sud e la Sicilia, che rappresenta solo l’8% complessivo, ma cresce dell’11%.

Chi e perché compra piccoli frutti?

Soprattutto single (33%) o famiglie composte da due persone (28%). È soprattutto in queste due categorie che vengono consumati i piccoli frutti in questo momento in Italia. Se andiamo a vedere, invece, l’età, la componente più piccola, ovvero quella degli under 34 (10%) è però quella che cresce maggiormente nel 2024, registrando un +36% e avendo duplicato gli acquisti negli ultimi 5 anni.

E a proposito di tipologia di acquirenti di piccoli frutti, altri dati interessanti sono emersi dalla Instant Survey condotta nei primi giorni di giugno da Sec Newgate Italia su un campione rappresentativo della popolazione italiana (circa 3.000 persone). 

Tra i risultati emergono modalità di fruizione differenti tra giovani e più anziani. I primi (18-24 anni) prediligono il consumo dei piccoli frutti soprattutto nei prodotti trasformati, mentre se saliamo di età (45-54) il gradimento va per i prodotti freschi. Tra le motivazioni di acquisto se il gusto mette d’accordo praticamente tutti, ci si divide sul fronte dei benefici nutrizionali, meno importanti per i più giovani che invece li apprezzano anche e soprattutto come snack.

Da sinistra: Carola Gullino e Alessandra Ravaioli

Carola Gullino: “Abbiamo investito nei mirtilli, una coltura sostenibile”

Tra gli ambasciatori del progetto Berry Swing c’è anche Carola Gullino, al timone dell’omonima azienda di famiglia con sede a Saluzzo (Cuneo) insieme al fratello Giovanni. 

Abbiamo iniziato a coltivare mirtilli cinque anni fa: è stata una scelta fatta per esigenze di mercato ma anche perché abbiamo visto in questo piccolo frutto un simbolo di cambiamento”, ha spiegato l'imprenditrice piemontese, che è anche presidentessa dell’Associazione Donne dell’Ortofrutta. 

Innovazione, sostenibilità e attenzione al benessere, sono tutti fattori che hanno indotto Gullino, da sempre impegnata soprattutto nella coltivazione di mele e kiwi, a puntare anche sui mirtilli “Sono la nostra piccola start-up. La nostra è d’altronde una zona da sempre vocata per i mirtilli. Per ora ne abbiamo 5 ettari e questo è stato il primo vero anno di commercializzazione nel quale pensiamo di arrivare a 70 quintali”.   

Meno trattamenti rispetto ad altre colture, raccolta senza l’utilizzo degli automezzi. Sono alcuni degli aspetti positivi nella coltivazione di questa coltura citati da Carola Gullino, utilizzati anche per fare comunicazione nei confronti dei più giovani. 

Abbiamo un’area espositiva permanente nel nostro magazzino aperta ai giovani studenti, ma anche un’area immersiva per far capire come funziona la filiera della frutta”.

Potrebbe interessarti anche