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24 aprile 2025

Attenzione, il Marocco va forte con l'export ortofrutticolo

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Sempre più frutta e verdura del Marocco in Italia, in Europa e in altri continenti. Basta scorrere i listini dei mercati all'ingrosso o fare un giro nel reparto ortofrutta delle insegne della Gdo per scoprire i pomodori tondi rossi oppure il melone che in questi giorni si incrocia con il prodotto siciliano. Ma sta crescendo anche la quota di avocado e peperoni. In gran crescita i piccoli frutti: dai lamponi ai mirtilli. Il Marocco ortofrutticolo cresce come altri Paesi del Maghreb: sono una costante le arance egiziane o i carciofi tunisini. 

Il Marocco tra i tre esportatori mondiali a maggior crescita

Oltre l'accertamento visivo e l'ascolto degli operatori ci sono i dati a confermare la forte ascesa del Marocco.  La rivista Morocco World News ha dedicato spazio al fenomeno citando la pubblicazione  EastFruit che "lo ha recentemente classificato tra i tre esportatori agricoli in più rapida crescita al mondo". 

Sul tema sono interessanti le parole di Andriy Yarmak, economista alla Fao:  "Avendo lavorato in Marocco negli ultimi tre anni, ho imparato ad apprezzare la cultura imprenditoriale distintiva del Paese. Non si pensa a breve termine. Le aziende agricole strutturano le loro azioni secondo una visione fondamentale, sostenibile e strategica A differenza dei mercati guidati da guadagni a breve termine".

Ottimizzare le risorse grazie alla tecnologia 

In particolare si sottolinea l'integrazione della responsabilità ambientale con la competitività di mercato. Un dato centrale in tempi di cambiamento climatico. "Il Marocco mantiene una produzione per l'esportazione costante nonostante gravi carenze idriche e la siccità, con alcune regioni che non hanno registrato precipitazioni per cinque mesi consecutivi". Una situazione drastica ma mitigata grazie alla tecnologia: "Sistemi di irrigazione di precisione, pratiche agricole adattative al clima, competenze nella gestione del suolo e infrastrutture post-raccolta efficienti". 

Un elemento significativo messo in evidenza dall'economista è l'approccio che non si limita ad aumentare la resa in campo ma punta a soddisfare gli standard qualitativi internazionali e i requisiti di tracciabilità.

Aumento esponenziale per la produzione di pomodori: più 19% in un anno

Sono i numeri a dare sostanza all'analisi. Il Marocco esporta  690mila  tonnellate di pomodori all'anno, con un aumento del 19% rispetto all'anno precedente. Merito dell'abbondante "soleggiamento in regioni come Souss-Massa e dalle tecniche di coltivazione moderne". La testata cita un esportatore marocchino, Fatiha Charrat, vice-Ceo del Gruppo Delassus, che sottolinea come le varietà non rotonde costituiscono il "58% delle esportazioni totali".

Bene l'export, ma le vendite all'estero creano problemi sociali interni, myfruit.it ne ha scritto, fino al blocco imposto dal Governo per soddisfare le richieste del mercato interno. L'aumento esponenziale della produzione però mitiga il problema. 

Cresce l'export di avocado, cetrioli, peperoni 

Non solo pomodoro. Il Marocco registra la crescita dell'export di altri ortaggi. Quelle che vengono definite stelle nascenti  e che includono: "Avocado, cetrioli e peperoni". Tutti prodotti che ci vedono in concorrenza con il Paese che si affaccia nel Mediterraneo. 

E' boom per i piccoli frutti: triplicato l'export dei mirtilli 

Il rapporto evidenza il vero e proprio boom dei piccoli frutti. A iniziare dal mirtillo: "le cui esportazioni hanno registrato una crescita particolarmente impressionante, triplicandosi in soli cinque anni e assicurandosi uno spazio di scaffale premium nei mercati internazionali. Quantità e qualità. Oggi, per esempio, sono queste le quotazioni dei mirtilli marocchini in Italia nei mercati all'ingrosso: Bologna (18 euro), Firenze (15), Treviso (16,5), Verona (14), Genova (18). 

I meloni superano i 3 euro il chilo

Nei mercati italiani si registra una forte presenza del prodotto marocchino. E le quotazioni sono importanti. Sottolineano la qualità. A Bergamo il melone retato dal Marocco quota in media 3,20 euro contro i 3,30 della referenza siciliana. A Bologna i prezzi si equivalgono: 3 euro il chilo. A Napoli si scende, ma si soli pochi cent: 2,85.  In queste settimane anche le angurie che quotano da 1,20 a 1,40 euro il chilo. 

Si guarda al mercato asiatico

I prodotti del Paese verso l'oriente.  Questa la tendenza rafforzata da un progetto firmato da Fao e Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) nel sostegno ad una missione commerciale rivolta ai mercati del Sud-est asiatico, in particolare Singapore e Malesia.

Sono tutti tasselli che compongono un puzzle che riflettono la sempre maggiore competitività agricola del Marocco. Un Paese da seguire con attenzione. 

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