Ben 2.750 soci in tutta Italia, 1,5 milioni di quintali di potenziale produttivo, 9.500 ettari coltivati, 245 milioni di euro di valore medio della produzione, 2.000 lavoratori stagionali e 250 dipendenti fissi, 245 milioni di valore medio della produzione e un patrimonio netto di 107 milioni di euro. Sono alcuni dei numeri che fotografano Apofruit Italia, uno dei nomi di riferimento dell’ortofrutta italiana e che ieri ha celebrato i suoi primi 65 anni con un grande evento a Rimini.
C’erano più di 300 invitati tra fornitori, partner e collaboratori ad ascoltare gli interventi del presidente Mirco Zanotti e del direttore generale Ernesto Fornari, moderati da Andrea Bignami di Sky TG24 Economia. “Insieme è meglio che da soli” è stato uno dei temi che entrambi i manager hanno sottolineato elencando quelle che sono state le tappe principali di una realtà nata con il nome di Cof (Cooperativa Ortofrutticoltori) il 17 febbraio del 1980 grazie all’iniziativa di 26 agricoltori di Cesena e oggi presente in tutta Italia con marchi e realtà di riferimento nel panorama ortofrutticolo, come ad esempio Solarelli o Almaverde Bio.
Il cambio generazionale non spaventa
“In tutte le regioni nelle quali siamo andati abbiamo portato progetti di valore e duraturi” ha ricordato affermato Mirco Zanotti, che ha evidenziato come il futuro di questa organizzazione di produttori sia già proiettata al futuro grazie ad un ricambio generazionale, tema spinoso e delicato nel settore agricolo, più alto rispetto alla media del settore: “l’età dei soci con meno di 40 anni è del 13%, una media superiore a quella. Il futuro ce l’abbiamo in casa”.
L’approccio al mercato e il capitale umano
Ernesto Fornari, che nel suo intervento ha illustrato i tanti cambiamenti, decennio dopo decennio, che hanno contraddistinto il lavoro di Apofruit – il nome nasce nel 1991, mentre nel 2003 la cooperativa allarga i suoi orizzonti anche al di fuori dell’Emilia-Romagna - ha sottolineato come i cardini di questa cooperativa continuino a fondarsi su due valori fondamentali: bontà e produttività.
Ma non solo, fondamentale è anche il capitale umano. “Senza le persone, non si va avanti. Ogni traguardo che raggiungiamo è il risultato di un lavoro di squadra, di una visione condivisa, di una cooperazione reale e vissuta. In Apofruit crediamo nella forza del gruppo, nella coesione tra persone, nella fiducia tra soci, dipendenti e stakeholder”.
Fondamentale essere orientati al marketing e al digitale
Durante la serata è intervenuto anche Giuliano Noci, professore di Ingegneria Economico-Gestionale al Politecnico di Milano, ha offerto una riflessione sul futuro del settore agroindustriale,“Siete una straordinaria storia, perché avete incorporato alcuni degli elementi necessari per la competitività dell’agriolimentare italiano: capacità di aggregare produttori in giro per l’Italia, disponibilità di volumi e, infine, qualità”.
Il professore ha augurato ad Apofruit di mantenere la stessa velocità di crociera tenuta sino ad ora per i prossimi 65 anni, ma ad una condizione: “dovrete essere capaci di diventare una piattaforma di marketing ed essere digitali”.