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04 giugno 2025

Agrumi, primo bilancio della campagna 2024-25

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Ismea ha tracciato una prima valutazione della campagna in corso degli agrumi (stagione 2024/25): si registra sostanziale continuità con l'annata precedente. In Italia, la produzione e gli acquisti per il consumo domestico delle famiglie sono sostanzialmente stabili, mentre i dati delle esportazioni di dicembre 2024 infondono un cauto ottimismo per il prosieguo della stagione. 

Causa eventi climatici sfavorevoli, la campagna terminerà con qualche settimana di anticipo rispetto alla norma. L’esaurimento del prodotto italiano aprirà le porte prima al prodotto mediterraneo, poi a quello sudafricano, alimentando un consumo fuori stagione che sta crescendo anno dopo anno.

Produzione italiana, ristrutturazione in corso

La coltivazione delle arance sta vivendo una fase di ristrutturazione e cambiamento del tessuto produttivo: i piccoli agrumeti condotti per lo più da imprese non professionali stanno lasciando spazio a nuovi impianti caratterizzati dall’utilizzo di nuove varietà. 

Ne consegue che nel 2024 la superficie coltivata ad arance in Italia ammontava a circa 82.500 ettari, in riduzione di 2.800 ettari rispetto al 2023. Il primato produttivo resta alla Sicilia. Alle spalle della Sicilia, si piazza la Calabria con circa il 21% della superficie italiana ad arance. Nell’ultima campagna la superficie in produzione ammontava a 17.755 ettari con una sostanziale stabilità sia rispetto al 2023 sia rispetto al dato medio dell’ultimo triennio.

Le superfici coltivate ad arance sono localizzate soprattutto nella provincia di Reggio Calabria che conta oltre 9mila ettari in produzione ma anche nelle province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone ove insistono qualche migliaio di ettari di aranceti. A seguire si colloca la Puglia con circa il 6% della superficie nazionale investita ad arance. 

Le statistiche Istat evidenziano una dinamica positiva delle superfici pugliesi in produzione, aumentate nel 2024 di un centinaio di ettari rispetto al 2023.  Gli aranceti pugliesi sono localizzati per lo più nella provincia di Taranto. La quarta piazza è occupata dalla Basilicata con circa il 5% della superficie produttiva nazionale. 

Per quanto riguarda la produzione della campagna 2024-25, il raccolto è stimato in lieve diminuzione rispetto alla campagna precedente a causa sia della flessione degli ettari coltivati (-3,3%) sia del calo della resa per ettaro determinato dall’andamento climatico sfavorevole per la coltura.

Il clima non aiuta

In particolare, in Sicilia la prima fase dell’attuale campagna delle arance è stata caratterizzata dal proseguimento della siccità. Poi, a novembre 2024 e nei primi mesi del 2025, si sono verificati fenomeni piovosi eccezionalmente intensi. A metà gennaio, le piogge e i venti molto forti hanno creato problemi qualitativi alla produzione. 

Soprattutto le varietà di arance spinescenti sono state danneggiate dal vento che ha causato lesioni all’esocarpo dei frutti che spesso hanno aperto la via a infezioni fungine, riducendo la shelf life del prodotto.

Il mercato all’origine

La ricognizione di Ismea evidenzia l’elevata presenza di frutti di calibro medio e piccolo. L’attività di trasformazione in succo non è stata in grado finora di assorbire quantitativi di prodotto tali da alleggerire il mercato dall’eccesso di prodotto di piccolo calibro. Allo stesso tempo, i frutti di calibro grande hanno spuntato quotazioni interessanti.

In termini quantitativi l’offerta italiana di arance non è stata abbondante e i prezzi all’origine hanno evidenziato variazioni positive sia rispetto alla campagna 2023-24 sia rispetto alle campagne precedenti. Il differenziale di prezzo all’origine rispetto alla campagna precedente si è assottigliato con il progredire della campagna di raccolta e la commercializzazione. In febbraio si è registrata una variazione delle quotazioni superiore dell’8% rispetto alle campagne precedenti. 

Le vendite al dettaglio e gli acquisti delle famiglie

Nella prima fase della campagna 2024/25 - da ottobre 2024 a febbraio 2025 - le vendite al dettaglio di arance hanno mantenuto per lo più stabili le quantità vendute rispetto alla campagna precedente (-0,5%) mentre la spesa è cresciuta del 2% per via dell’aumento del 2,5% del prezzo medio.

In questa fase, gli acquisti di arance sono stati caratterizzati da una diversa dinamica delle vendite del prodotto confezionato che si sono ridotte del 5% e di quelle del prodotto sfuso che sono aumentate del 5%. I listini al dettaglio hanno segnato lievi variazioni positive sia per il prodotto confezionato (+2,7%) sia per il prodotto sfuso (+1,6%).

Questi dati evidenziano che la spinta che aveva interessato il consumo nazionale di arance nel biennio pandemico 2020-21 si è esaurita ma il calo degli acquisti è da porre in relazione anche al maggior tempo trascorso fuori casa dagli italiani che ha disincentivato la preparazione della spremuta tra le mura domestiche, riportandoli al consumo presso i bar.

Il bilancio consuntivo dell’ultima campagna conclusa - quella 2023/24 - evidenzia un calo delle vendite in volume di arance confezionate sia rispetto alla campagna commerciale 2022/23 (-3,5%) sia rispetto alla media delle ultime tre (-10%).

I dati degli acquisti delle famiglie di Ismea-NIQ indicano che il prezzo al dettaglio è rimasto invariato rispetto all’ultima campagna e quindi la spesa è diminuita con la stessa intensità della riduzione degli acquisti in volume. I dati delle vendite complessive di arance, sia sfuse sia confezionate, evidenziano per l’ultima campagna conclusa, la 2023-24, una riduzione delle quantità del 3,5% mentre l’aumento dei listini medi al dettaglio è stato dello 0,4% e la crescita della spesa del 3 per cento.

Import ed export

Nelle battute iniziali dell’attuale campagna commerciale (2024/25), tra ottobre e dicembre 2024, le esportazioni di arance dell’Italia, sono state caratterizzate da ritmi più sostenuti rispetto agli ultimi anni (+19% rispetto al dato medio dell’ultimo triennio) mentre i quantitativi importati sono risultati in calo (-15%). 

Il prezzo medio del prodotto estero in ingresso in Italia è su livelli più bassi (-18%) rispetto alla campagna precedente – la 2023/24 - mentre il prodotto italiano spedito oltre confine è stabile.

Nella campagna 2023/24 le importazioni di arance hanno comportato un esborso di 122,4 milioni di euro. A livello di singoli paesi fornitori le dinamiche dei flussi sono state diversificate. Le importazioni dalla Spagna, primo mercato di approvvigionamento di arance per l’Italia con oltre un terzo del totale, si sono ridotte del 23% mentre sono aumentate le importazioni dal Sudafrica (+15%) che ha scalzato l’Egitto (-22%) dalla seconda piazza della graduatoria dei fornitori. 

Quindi, circa i due terzi degli approvvigionamenti sono coperti dai primi due paesi, Spagna e Sudafrica.

A seguire, si piazzano i paesi del bacino del Mediterraneo, Egitto e Grecia e quindi Paesi Bassi e Germania che triangolano in Europa prodotto proveniente dall’emisfero australe e infatti si sono assottigliati gli arrivi da Argentina, Zimbabwe e Uruguay.

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