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Packaging e Tecnologie

Packaging sostenibili, il lino torna in Italia

Il Linificio e Canapificio Nazionale, con Kuku, produce reti per ortofrutta a base della fibra naturale

Dare nuove destinazioni d’uso al lino, guardando ai settori extra tessili, e riportando la coltivazione della fibra naturale in Italia, in particolar modo in Lombardia. E’ questo il progetto di Linificio e Canapificio Nazionale, filatura liniera del Gruppo Marzotto con headquarter a Villa d’Almè (Bergamo) che conta 60 milioni di fatturato, circa mille dipendenti, tre stabilimenti e che da poco è diventata società benefit. 

Il Linificio, come già raccontato da myfruit.it qualche mese fa, ha gli occhi puntati anche sul settore dell’ortofrutta, per il quale ha progetti concreti in termini di packaging. 

Obiettivo diversificare

Da cinque anni sotto la guida di Pierluigi Fusco Girard, Ad dell’azienda, il Linificio si è posto come strategia di crescita la diversificazione. E così, accanto ai business classici – abbigliamento, arredamento e accessori – ha individuato nuovi segmenti di crescita, tra cui il packaging alimentare, in particolare dell’ortofrutta.

Il progetto nasce da una premessa: le reti per contenere frutta e ortaggi sono realizzate in plastica e destinate a diventare rifiuti, il che va contro gli obiettivi del Green Deal, il quale pone come obiettivo al 2030 l’immissione, sul mercato europeo, solo di imballaggi in materiale plastico riciclabile o riutilizzabile a costi sostenibili.

Da qui è nata la partnership con Kuku, azienda bolognese specializzata nei packaging flessibili, con la quale Linificio produce reti in lino per le confezioni alimentari, in particolare per frutta e verdura.

Un lino appositamente studiato

Dopo tre anni di ricerca e sviluppo, e con la consapevolezza che, solo in Italia, ogni anno si consumano circa 250 milioni di confezioni da tre teste di aglio e circa 20 milioni di sacchi per patate per un totale di circa 11 milioni di chilogrammi, le due aziende nel 2021 hanno dato vita al packaging battezzato Lincredibile, ossia reti in lino versatili per frutta e verdura (meloni, cocomeri, noci, limoni, arance, patate, zucchine, aglio), che promettono alte prestazioni tecniche e medesime performance dei tradizionali prodotti in plastica, con il vantaggio però di essere biodegradabili e altamente sostenibili proprio perché realizzate a partire da una fibra green. Inoltre, tali reti possono essere utilizzate anche come componente per altre tipologie di imballaggi in sostituzione della plastica: finestre per sacchetti in carta, rinforzo interno del confezionamento in carta e del nastro adesivo in carta, ma anche copri-cassette per frutta e verdura.

La coltivazione del lino torna in Lombardia

Non è tutto. Il Linificio e Canapificio Nazionale vuole traghettare la Lombardia nel passato, a quando esistevano importanti coltivazioni di lino. Una tradizione perduta nel tempo che ha lasciato spazio al lino coltivato nel nord Europa, in particolare tra Normandia, Belgio e Olanda, ma anche al lino bielorusso, egiziano e cinese. 

Oggi il Linificio e Canapificio nazionale, al fine di ridurre la catena del valore e accorciare il più possibile la filiera, sta recuperando quella tradizione e coltiva l’1-2% dei volumi che gli sono necessari. Un decisione che l’ha portato a diventare società benefit per la valenza culturale e sociale del progetto.

Un progetto che sembra destinato a crescere: partito lo scorso anno con una superficie esigua, quest’anno vede in produzione già 15 ettari. Se tutto andrà secondo i piani dell’azienda, il prossimo anno la produzione raddoppierà e poi continuerà a crescere a ritmi sostenuti anche in futuro.

Tra l’altro, proprio per incrementare le superfici in poco tempo, è lo stesso Linificio ad accollarsi il rischio di impresa. Lo fa remunerando i coltivatori a prescindere da come andrà il raccolto. Inoltre, per via delle mutate condizioni climatiche, al vaglio c’è la possibilità di incrementare le superfici produttive puntando anche su altre regioni, in particolare Toscana, Emilia Romagna e Puglia.

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