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La strana storia dell’ananas, da status symbol a frutto comune

Un articolo di Il Post ricorda gli antichi fasti del frutto tropicale, simbolo di lusso e ricchezza per pochi, ostentato e persino noleggiato

Forse non tutti sanno che l’ananas, il frutto tropicale più amato dagli italiani, ora acquistabile a prezzi modici, ha avuto un periodo in cui poteva costare fino all’equivalente di migliaia di euro. Tra il Cinquecento e l’Ottocento, infatti, la sua dolcezza, il suo aspetto maestoso e, soprattutto, la sua scarsa disponibilità lo resero un simbolo di opulenza e prestigio, una sorta di ossessione tra le famiglie aristocratiche europee. Come hanno riassunto Ben Bowlin e Noel Brown nel loro podcast Ridiculous History, per circa 250 anni gli ananas furono un po’ come i Rolex.

Quindi, se siete tra coloro i quali ignoravano questa “storia bizzarra”, vi consiglio di andare a leggere l’articolo di ilpost.it che riporta passo a passo la folle passione degli europei per l’ananas. Ne anticipiamo giusto qualche passaggio.

Gli antichi fasti

Sembra che il primo ananas sia stato portato in Europa nel 1496 addirittura da Cristoforo Colombo. A dargli grande popolarità furono anche le descrizioni molto enfatiche delle persone che lo avevano assaggiato nella prima metà del Cinquecento, come quella del cronista spagnolo Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés, che lo descrisse come “il frutto più bello che abbia mai visto, e quello che ha il profumo e il sapore migliori“.

In Europa gli ananas piacevano perché erano una novità, avevano un sapore dolcissimo e incuriosivano per il loro aspetto, che a Colombo aveva ricordato una pigna, da cui lo spagnolo “piña” e l’inglese “pineapple”.

Non per tutti

In tempi in cui lo zucchero era un bene raro e costoso e in Europa si mangiava solo frutta di stagione, gli ananas sapevano “di vino, acqua di rose e zucchero messi insieme”. In più, visto che dovevano essere importati dalle Americhe, se li potevano permettere solo le persone molto ricche: è stato stimato che all’apice della sua popolarità un ananas potesse costare l’equivalente di ottomila euro.

Insomma, gli ananas diventarono oggetti da esibire per ostentare le proprie ricchezze più che delizie da servire nelle occasioni speciali: in poche parole, erano uno status symbol, qualcosa da mettere in mostra per mettersi in mostra.

Tra Seicento e Settecento gli ananas venivano sfoggiati, freschi o canditi, come curiosità durante i banchetti delle famiglie aristocratiche o reali europee, adagiati su piatti fatti apposta. Ma c’era anche chi, non potendoseli permettere, li noleggiava per esibirli a una festa per poche ore.

L’idea che fosse un simbolo di opulenza è evidente anche nell’architettura. L’esempio più noto è quello della decorazione a forma di ananas che spunta sulla sommità di una torretta diDunmore Park, una residenza costruita in Scozia attorno al 1760.

Dunmore Park (credits: Wikipedia)

Proprio perché questi frutti erano considerati simboli di ricchezza e prestigio, ci sono sculture di ananas sia sulla sommità delle due torri della cattedrale di Saint Paul a Londra, sia in cima agli obelischi del Lambeth Bridge. Probabilmente questo è anche il motivo per cui c’è un piccolo ananas sul trofeo di Wimbledon, uno dei tornei di tennis più prestigiosi al mondo.

Manel Settecento gli ananas venivano esibiti anche in altre corti europee, come quelle di Luigi XV in Francia o di Caterina di Russia. La ricercatrice dell’Università di Cardiff Lauren O’Hagan ha spiegato a BBC News che erano così costosi e così desiderati che spesso venivano sorvegliati. Alcuni documenti inglesi del 1807 citano diversi furti di ananas, tra cui quello di un certo Godding, condannato a sette anni di esilio in Australia per averne rubati sette.

Secondo l’ex documentarista dello Smithsonian Libraries and Archives, Julia Blakely, “l’ananas può essere considerato uno tra i primi esempi di bene di lusso globale“.

Quella che il sito gastronomico Eater ha descritto come “l’ossessione degli europei per l’ananas” cominciò a diminuire attorno al 1820, a mano a mano che le importazioni in Europa si fecero più frequenti, i prezzi più abbordabili e i metodi per conservare il cibo a lungo più efficaci.

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