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Avocado, Raffaella Orsero: “Ecco perché ci piace siciliano”

La vicepresidente di Orsero e il Ceo di Piante Faro raccontano il “loro frutto esotico made in Sicily”. In raccolta da metà dicembre

Gruppo Orsero e Piante Faro rafforzano la partnership esclusiva per la produzione e commercializzazione di avocado siciliano. L’obiettivo è gestire il raccolto, da qui a pochi anni, di 100 ettari coltivati nelle zone vocate dell’isola, da Acireale a Taormina nella costa ionica, e da Milazzo a Capo d’Orlando, nella parte tirrenica.

La notizia è qui: parliamo di dimensioni e specializzazioni che la Sicilia conosce quasi esclusivamente per gli agrumi. Se i fatti sono questi, il resto, come dice un esperto del settore, è storytelling. E lo storytelling può aiutare a capire.

Trovare l’America, anzi il Messico, in Sicilia

Myfruit.it ha ascoltato il racconto di questo progetto direttamente dalla voce di Raffaella Orsero, vicepresidente e Ceo del Gruppo ligure: “Da 25 anni – ricorda – presidiamo la produzione di avocado in Messico con la società Productores de Aguacate de Jalisco Sacv, Comercializadora de Fruta Acapulco Sacv e dal 2020 abbiamo iniziato a cercare una possibile collaborazione in Sicilia per sviluppare la produzione e la commercializzazione dell’avocado italiano, puntando sul marchio made in Sicily. Serviva però un’azienda strutturata ed esperta con cui stringere una partnership strategica per fare quello che sappiamo fare meglio, la piattaforma distributiva. L’ambizione è di avere nel paniere qualcosa che prima non c’era, la soddisfazione sta nel continuare a crescere e svilupparci, anche in termini di fatturato”.

La sinergia tra un gigante della distribuzione (Orsero è leader nella distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi nell’Europa mediterranea e quotata al mercato Euronext Star Milan, ndr) e un produttore consolidato (Piante Faro rappresenta la più grande azienda europea di piante ornamentali, che opera in più di 70 paesi nel mondo, ndr) ha creato la formula di successo.

Perché proprio Piante Faro, Raffaella Orsero lo spiega così: “Si tratta di una azienda super organizzata, moderna, che vende piante in tutti i supermercati del Nord Europa ma, soprattutto, abituata alle dinamiche della Gdo, simile a molte altre aziende con cui lavoriamo nel mondo. Con la capacità di produrre e servire il mercato italiano completo, Piante Faro ha una mentalità da azienda dimensionata. Ha iniziato con 10 ettari ad avocado, poi 20 e ora sono 50. Ma l’idea di Michele Faro è aumentare ancora”.

Avocado siciliano per il palato italiano (e francese)

L’avocado siciliano a marchio Orsero è principalmente destinato all’Italia, con un’attenzione particolare alla Gdo. “Sicuramente pensiamo in primis al mercato italiano – conferma la Ceo del gruppo con sede ad Albenga (Savona) – Poi, vorremmo mandare parte del prodotto di qualità elevata in Francia, dove è molto apprezzato il made in Italy. In questo senso, Blampin (l’azienda francese che il gruppo ha acquisito a inizio 2023 e che sta portando risultati superiori alle previsioni, ndr) ci ha insegnato a segmentare, anche l’avocado, identificando e rispondendo alle preferenze dei consumatori”.

Non solo: “L’azienda Blampin, a parità di volumi, vende a un prezzo medio più elevato del 60% rispetto ad altre aziende simili. Merito, certo, anche dei prodotti alto vendenti. Così ora pensiamo ad evolvere anche nel mercato all’ingrosso, che per noi vale il 40%, offrendo ai produttori due canali e organizzandoci con prodotto da prezzo e prodotto premium perché, tenendoli insieme, si rischia di schiacciare l’offerta verso il basso”.

La sfida della valorizzazione del prodotto

Parliamo di un frutto, l’avocado, e di una varietà in particolare, la Hass, non propriamente attraenti a livello estetico, eppure l’avocado Hass è diventato una presenza essenziale nei cestini della spesa degli italiani.

“Con il suo colore marrone e la forma anonima non è certo questione di acquistare con gli occhi – osserva Raffaella Orsero – Eppure piace lo stesso. Tuttavia, insieme alla Gdo, potremmo andare oltre e avere un ruolo cruciale educando i consumatori sul valore nutrizionale e sul processo di maturazione del frutto (maturazione e freschezza che Orsero garantisce anche grazie ad alcune celle di maturazione attivate ad hoc, ndr). Il calibro del prodotto italiano, poi, spesso più piccolo rispetto alle varietà straniere, potrebbe essere un vantaggio, perché risulta una perfetta monoporzione”.

Soprattutto, però, la Ceo di Orsero insiste su un punto: “Il consumatore italiano non conosce il gusto o le singole varietà dell’avocado, ma si dimostra molto sensibile all’origine. Noi abbiamo grande esperienza su questo frutto, lo trattiamo da una vita, dal Messico lo esportiamo negli Stati Uniti, lo vendiamo in Francia. Ma, adesso, sappiamo anche che, potendo scegliere, gli italiani cercano e preferiscono l’avocado italiano”.

Lo dicono i dati interni di Orsero e lo confermano i dati Ismea usciti di recente. I consumi crescono a doppia cifra, e aumenta la frequenza d’acquisto. Ciò nonostante, l’Italia presenta un consumo pro capite ancora ridotto (534 grammi annui) rispetto, ad esempio, ai 2 chili dei francesi. Questa crescente popolarità offre un enorme potenziale di crescita, e il Gruppo Orsero ha deciso di investire su questa tendenza in ascesa.

Una partnership che guarda al futuro

La partnership tra Orsero e Piante Faro è, dunque, un esempio di successo che guarda al futuro. Sostenuta dalla forza distributiva di uno e dalla capacità produttiva dell’altro, questa collaborazione contribuirà a posizionare l’avocado siciliano sul mercato nazionale ed europeo.

Ecco, allora, il quadro fornito dall’altro protagonista del progetto, il Ceo Michele Faro: “Il concetto alla base di questa sinergia è che ognuno deve fare il lavoro che sa fare. Noi, oltre che vivaisti, da una decina d’anni siamo tornati alla frutticoltura in pieno campo (200 ettari di aranceti, 60 di limoneti e 50 di avocado i numeri, ndr) per un totale di 600 ettari. Siamo agricoltori convinti, determinati e appassionati. Loro sono distributori esperti, un nome e una garanzia. Insomma, questa è una sinergia tra due aziende che hanno una forte vocazione, noi nel produrre e loro nel distribuire. Orsero può seguirci tutti i giorni su tutti i canali, diversificati e segmentati”.

“Con l’avocado – continua il Ceo siciliano – abbiamo cominciato nove anni fa con piccole parcelle, si iniziava allora a parlare della Sicilia come nuova frontiera dell’esotico. Oggi abbiamo circa 50 ettari, di cui 20 già in piena produzione (un ettaro in condizioni ottimali fornisce 100-120 quintali, ndr). Il nostro prossimo obiettivo sono 100 ettari in produzione diretta in Sicilia”.

La coltivazione rispetta le linee della produzione integrata, per ridurre al minimo l’uso dei mezzi chimici e razionalizzare la fertilizzazione. Moderni sistemi di fertirrigazione a micro-portata limitano gli sprechi idrici e la contaminazione delle acque di falda. “Una cosa bella dell’avocado è che ha minore esigenza di trattamenti rispetto ad altre colture da frutto. E nelle analisi pre-raccolta riusciamo a verificare quasi sempre il residuo zero – aggiunge – Le raccolte sono scalari, in funzione delle pezzature. Quest’anno abbiamo iniziato le raccolte a metà dicembre, ne faremo altre due per terminare a fine gennaio/metà febbraio. Un altro vantaggio dell’avocado è che può restare pendente sulla pianta per lungo tempo. I primi frutti raccolti vanno nelle celle di maturazione, gli ultimi stacchi non ne avranno bisogno”. La produzione ha la certificazione di prodotto e di processo Global-Gap ed etico-sociale Grasp.

Avocado e altri talenti

Ecco lo storytelling. Fatto di concetti cardine condivisi e radicati: preparazione, organizzazione, visione imprenditoriale, esperienza e passione. In una parola, talento. D’altra parte, la ricerca di talenti, in campo come in azienda, resta un pallino di Raffaella Orsero che ribadisce: “Il nostro settore è ancora poco compreso dai giovani, non è un tema economico ma di prospettive. E molti, di conseguenza, preferiscono il richiamo dell’industria. L’età media del nostro gruppo, però, si sta abbassando. E, a proposito di avocado, il nostro responsabile degli acquisti per l’Italia è classe 1997”.

Mica male. Sarà questo uno dei segreti del gruppo ligure che prevede di terminare l’anno con un fatturato a 1,5 miliardi? “Il 2023 promette di chiudersi bene – conclude Raffaella Orsero – Siamo cresciuti anche come redditività e questo ci dà l’opportunità di cercare altre potenzialità di crescita”. Chapeau.

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